Cina, Wikipedia e copyright

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

6 pensieri su “Cina, Wikipedia e copyright

  1. mestessoit

    Fino a quando non verrà riformato il capitolo sulle norme di voto e sul criterio di unanimità/diritto di veto, penso mai, vedremo questo ed altro ancora.

    Non avevo letto la notizia, grazie del link, cmq alla stregua di quanto sopra, le speranze che cambi qualcosa nei prossimi anni sono per la dirla alla GGG “neanche nel mese del poi e nell’anno del mai”, e sono un poco sorpreso dalla frase “Non che ci aspettassimo chissà cosa”, cosa vi aspettavate precisamente (realisticamente)?

    1. .mau. Autore articolo

      ci aspettavamo che non ci fossero quelli che hanno preso la palla al balzo per dire “noi avremmo anche dato l’ok, ma visto che la Cina non vuole amen”.

      1. mestessoit

        Detta così mi sembra pura ingenuità. Io voto così perché XXX vuole così ed in cambio mi fa un favore YYYY alla mia mozione è probabilmente più preciso e corretto. Data la potenza (commerciale) di fuoco della Cina, il potenziale di scambio è molto elevato da una parte.

        In pratica puoi vederla così, se fai una query delle votazioni in cui Russia e Cina hanno detto no, quante risoluzioni sono passate? Un epsilon piccolo a piacere?

        1. .mau. Autore articolo

          ma il favore che fai alla Cina dicendo di posporre, visto che tanto l’unanimità non c’è, è davvero infimo!

          1. Bubbo Bubboni

            Non puoi sapere quale favore serva e come sarà ricompensato chi ha dato una mano o punito chi non ha aiutato. Quando escono intercettazioni su questi scambi di favori diplomatici viene fuori come la posta in gioco possa essere tanto ridicola quanto imprevedibile. Magari serve un voto in più in tutt’altro comitato, un appoggio per qualche competizione mafioso-sportiva oppure qualcosa di serio. Dopotutto qualche volta il meccanismo è anche a favore e passa qualcosa di utile al popolaccio, ma sempre a casaccio e senza alcun interesse per il merito delle cose.

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