Cambio discorso anch’io e segnalo: i “broadcaster” non hanno necessariamente il diritto a modificare la programmazione che trasmettono.

Negli USA, per esempio, esiste la “statutory license” per il broadcasting (una specie di eccezione remunerata, che però funziona meglio delle eccezioni italiane perché è automatica e ha costi fissi). È conveniente, ma non consente nessuna modifica di nessun genere, perché copre solo alcuni dei diritti esclusivi (decisamente non le opere derivate) e per giunta le modifiche sono state esplicitamente vietate: «changes, deletions, or additions, except for the alteration, deletion, or substitution of commercial advertisements performed by those engaged in television commercial advertising market research».
https://www.law.cornell.edu/uscode/text/17/111

L’idea era, fra l’altro, che costringendo a ritrasmettere anche la pubblicità di fatto si remunerava il detentore dei diritti sulla trasmissione.

C’è poi una lunga storia di diatribe sulla ritrasmissione dell’Eurovision Song Contest.
https://en.wikipedia.org/wiki/Italy_in_the_Eurovision_Song_Contest
https://www.dw.com/en/eurovision-cuts-feed-to-chinas-mango-tv-over-censorship/a-43735408