La Lega e il Museo Egizio

Non credo sia stata molto pubblicizzata la multa di 15000 euro – in sede civile; in quella penale c’è stata un’archiviazione – comminata questa primavera al vicesegretario della Lega Andrea Crippa.

Ecco la storia, per chi non se la ricorda. A cavallo tra il 2017 e il 2018, il direttore del Museo Egizio di Torino aveva lanciato una promozione per cui due arabi che si presentavano al museo pagavano un singolo biglietto. (Per la cronaca, era già il secondo anno che c’era quella promozione). Crippa preparò un video in cui si vedeva una sua telefonava in viva voce al centralinista del museo per chiedere informazioni sugli sconti per gli arabi; alla risposta affermativa cominciò a inveire con il classico clichè “viva gli italiani”. Il video terminava invitando tutti a telefonare al centralino e protestare, cosa che in effetti capitò, bloccando per qualche giorno le linee telefoniche. Una cosa interessante, e quella che probabilmente ha portato alla condanna, è che la telefonata era fasulla, per l’ottima ragione che il museo ha solo centraliniste donne. Ma come potete immaginare, il video doveva venire bene.

Ah, dimenticavo una cosa, soprattutto agli amici del “prima gli italiani”. Tra le iniziative del museo c’è stata quella del biglietto gratuito a chi presentava la tessera delle biblioteche civiche torinesi. In effetti l’anno scorso quando sono stato con la famiglia a visitare il museo non ho pagato l’ingresso. (Sì, ho anche una tessera delle biblioteche torinesi, fatta di persona prima che partisse la promozione). Quindi i torinesi non sono certo stati svantaggiati… anche se in effetti andare a fare la tessera della biblioteca può essere una cosa complicata per parecchi dei telefonatori protestatari.

Ultimo aggiornamento: 2020-08-28 09:31

4 pensieri su “La Lega e il Museo Egizio

  1. Isa

    Secondo paragrafo, prima riga: a cavallo tra… cosa e cosa? (O forse tra quando e quando…?)

    1. .mau. Autore articolo

      2017 e 2018. Credo fosse stata un’aggiunta che volevo fare e di cui poi mi sono scordato, perché l’ispirazione andava altrove.

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