Una battuta, ma mica tanto: a mio parere, la colpa del ritardo è… del Personal Computer. Quando i comuni hanno iniziato a sviluppare/acquistare software per l’anagrafe, negli anni 80, si stavano diffondendo i PC, e si ragionava in ottica di tante anagrafi decentralizzate piuttosto che una centralizzata (il mainframe stava già passando di moda). E nella frase precedente si ha un esempio del corretto utilizzo della locuzione “piuttosto che”, il cui significato per la lingua italiana è disgiuntivo :-)

Una nota storica: il gruppo di studiosi che, negli anni 60, posero le basi per l’introduzione del codice fiscale, pensavano potesse essere un sistema di identificazione del cittadino tale da poter essere usato per accedere a tutti i servizi della P.A., e che ai dati anagrafici di una persona potessero essere accessibili per via telematica (non chiedermi come) anche alle aziende a cui il cittadino si rivolge, per ottenere subito dei dati fiscali validi. Insomma, lo SPID e l’ANPR sono vecchi di 60 anni, come idea.

E la cosa curiosa è che tutto questo l’ho scoperto un paio d’anni fa leggendo la biografia di Bruno De Finetti, che era tra gli esperti che avevano avanzato le proposte. Il disegno sulla lavagna alle spalle di De Finetti in questa foto https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/open-data-maturity-litalia-e-retrocessa-ecco-perche/ è esattamente il diagramma con cui aveva esposto l’idea.