Orologi geopolitici

Era un po’ che mi chiedevo perché mai l’orologio del forno elettrico in cucina fosse sempre in ritardo, nonostante io lo aggiustassi regolamente per non rischiare di portare i bimbi a scuola in ritardo. Finalmente ho scoperto l’arcano: è tutta colpa di Serbia e Kosovo. In pratica, da metà gennaio il Kosovo ha consumato più energia del previsto, la Serbia non ha voluto aumentare la propria produzione come da accordi, quindi la rete elettrica europea si è trovata meno elettricità del necessario, il che è significato un rallentamento della frequenza della corrente alternata rispetto ai nominali 50 hertz. Che c’entra tutto questo con i forni? Semplice: l’orologio digitale non usa un quarzo per calcolare l’ora, ma usa direttamente la frequenza della rete elettrica (tanto ci è attaccato…). Frequenza inferiore = orologio che va indietro, e in meno di due mesi si sono persi quasi sei minuti (345,517 secondi mentre sto scrivendo questo post: in realtà in questo momento la frequenza è leggermente superiore ai 50 Hertz, quindi gli orologi andranno avanti. Ah, il compito di monitorare la differenza del “grid time” rispetto all’ora esatta è appaltato all’azienda elettrica di quale nazione europea? Provate a indovinare :-) ).

La soluzione non è tecnica ma politica, come avrete capito: il che prova da un lato che siamo tutti così interconnessi che il protezionismo diventa sempre più difficile da mantenere, e dall’altro che non è affatto detto che si arriverà presto a una soluzione. Tra l’altro quello che non ho capito è se si vuole riportare avanti di sei minuti l'”ora elettrica” quando la soluzione si sarà trovata, oppure si deciderà di fare una moratoria e accettare che la griglia elettrica ha perso quei minuti. In fin dei conti penso che gli elettroni non siano molto interessati alla cosa, mentre io non ho voglia di rimettere indietro l’orologio del forno…

19 pensieri su “Orologi geopolitici

  1. Enrico

    Che poi non capisco perchè non implementare un oscillatore al quarzo da pochi centesimi in apparecchi che costano centinaia di euro.
    Posso capire la radiolina cinese di 20 anni fa ma su un elettrodomestico non è giustificabile proprio.

    1. Bubbo Bubboni

      E’ giustificabile. Pochi centesimi x migliaia di pezzi non hanno nessuno motivo di essere buttati per funzionalità che non incrementano le vendite neppure di una singola unità.
      Nell’hardware si è abituati a “combattere” per i centesimi, qualche volta scappa la mano e saltano fuori prodotti idioti che avrebbero potuto essere ottimi (e più venduti, es. innumerevoli set-top-box dei vari operatori vs. RetroPie) ma in questo caso non direi che era sbagliato.
      Ovvio che adesso tutti i fornetti strombazzeranno di avere un oscillatore al cesio incorporato e una manina robotica che preme i tastini per impostare l’orologio.

      1. Bubbo Bubboni

        Dimenticavo che l’idea di basarsi sul 50 Hz non era (è) affatto stupida. In decenni di tensione alternata questa è la prima volta che si ha una forte alterazione della frequenza di rete.

        1. .mau. Autore articolo

          più che forte direi continuativa. Secondo i dati riportati negli articoli che ho citato la frequenza media da metà gennaio è stata 49,996 Hz, e le variazioni locali sono ben maggiori di una parte su 10.000; il problema è che le variazioni sono state tutte in un’unica direzione.

          1. Bubbo Bubboni

            Umm, non avevo fatto caso che la situazione era precipata negli anni passati per ovvie vincoli ideologici. Neppure la frequenza di rete è più precisa e uniforme sul territorio.

            Secondo questo doc
            http://download.terna.it/terna/0000/0696/63.PDF

            1B.3.1.1 The nominal frequency of the NTG is 50 Hz.
            1B.3.1.2 In normal or alarm conditions,the frequency is kept within the interval 49.9 – 50.1 Hz, with the exception of Sardinia and Sicily where the frequency is kept within the interval 49.5 – 50.5 Hz.
            1B.3.1.3 In emergency or recovery conditions, the frequency can vary between 47.5 Hz and 51.5 Hz

            Ok, con questi dati è meglio aggiungere una meridiana sul forno e strombazzarla come “eco-green-world-clock”, e almeno il mercato di quelli che si lagnano dell’ora legale è preso!

          2. un cattolico

            Ci saranno anche vincoli ideologici, ma di certo 10 e più anni fa la rete di alta non era affatto sollecitata dalla media da migliaia e migliaia di (auto)produttori, che con i loro impianti fotovoltaici a volte di ettari e i loro parchi eolici a volte connessi direttamente in alta da Terna stessa, se superano tot MW, rendono la vita alquanto difficile a chi è pagato per tenere i 50 Hz bilanciando la produzione piú facilmente regolabile (dunque non certo quella da fonti rinnovabili), nonostante tutti i vincoli tecnici a cui sono soggetti i produttori stessi per potersi connettere alla rete, a tutela della rete stessa (i cosiddetti regolamenti di esercizio).

            Non meraviglia dunque che le due grandi isole, più soggette di altri a queste risalite estive (cabine primarie in cui è la potenza di media a risalire in alta), assieme alla Puglia, abbiano vincoli più laschi.

      2. un cattolico

        Non basterebbe che strombazzassero di avere un banalissimo ricevitore in RF per sincronizzarsi al segnale radio Rai o più frequentemente a quello teutonico, tipo radiosveglia? Costa di più?

        1. Bubbo Bubboni

          Costa molto di più. Però se qualcuno ritiene che porti a maggiori vendite lo farà, altrimenti non ha nessun senso.
          Ma mi aspetto che altre funzionalità (WiFi, IoT, ecc.) aggiungeranno la linea “orologio supermega syncro-crypto” nella strombazzatura.

          1. Bubbo Bubboni

            Sì costa molto di più. Parliamo di unità di euro ma, come dicevo, si combatte sui centesimi. Inoltre c’è un problema tecnico non banalissimo nel caso della cucina per cui serve pure un minimo di testa per fare il progetto e l’ingegnerizzazione, dato che le soluzioni pronte all’uso non andrebbero bene.

            Sull’autoproduzione la questione resta ideologica. Gli assi sono:
            – il liberisimo, la fine dei monopoli, la fine dell’investimento in infrastrutture, ecc. ecc.
            – la filosofia della centralizzazione della produzione (incarnata al meglio dal nucleare) vs. la realtà tecnica della produzione piccola e distribuita.
            Questi sono gli anni in cui, a fatica, si sta mollando un modello centralizzato per un modello distribuito, anche lato offerta, sul piano tecnico, ma senza che sul piano ideologico ci sia un minimo di svecchiamento dei vecchi blabla.

            Aprop, in Italia hanno detto che in Belgio stanno distribuendo le pillole di iodio più o meno nel raggio di 100 km dalle centrali? Infatti il paradosso del modello centralizzato… è che vuole diffondersi!

          2. un cattolico

            la filosofia della centralizzazione della produzione (incarnata al meglio dal nucleare) vs. la realtà tecnica della produzione piccola e distribuita.
            Questi sono gli anni in cui, a fatica, si sta mollando un modello centralizzato per un modello distribuito, anche lato offerta, sul piano tecnico

            Sembri auspicarlo, senza renderti conto di quanto sia tecnologicamente insostenibile a meno di gravare pesantemente sulle tasche di tutti (la rete – in ogni parte d’Europa – non è fatta per avere immissioni infinitesime in ogni dove). E qualora anche si adottassero diffusamente microreti interconnesse tra loro solo al bisogno, dunque pur sempre grid-connected anche se non sempre, resterebbero serissimi problemi di continuità del servizio, molto più seri di quelli attuali

            Il modello centralizzato al momento è il meno oneroso, e il meno problematico tecnologicamente parlando. A meno di rivoluzionare tutto, ma con i soldi di chi?

          3. Bubbo Bubboni

            Essere contro la produzione distribuita di energia è come essere contro al fatto che mi sia mangiato un pezzo di cioccolato nero questa mattina.
            Non è che tutti debbano essere d’accordo o che debba piacere a tutti, ma è un fenomeno talmente inevitabile… da essere già successo!

            (quanto alla continuità del servizio la produzione distribuita è sempre migliore anche sul piano strettamente teorico almeno da quando esistono le uova e i panieri)

            Il problema degli orologi ha riguardato tante nazioni del blocco neoliberista, quindi non tutti i problemi di infrastruttura, soldi, ecc. sono da considerarsi in chiave nazionale con l’associata miseria infrastrutturale.

            Resta solo da vedere se “super-quatz”, “WiFi-NTP”, “GPS clock” oppure “DCF77” saranno le prossime scritte markettare sui forni o se ci sarà in ogni cucina un “turbo swiss mechanical clock” ma per ora non avrei altro da commentare. Cucu! Cucu! Cucu!

          4. un cattolico

            Chi ha scritto si essere contro la produzione distribuita?

            Semmai si puo essere contrari agli incentivi insensati dei primi conti energia, con cui sono stati devastati ettari ed ettari di terreni non edificabili e si sono fatti arricchire investitori stranieri (anche cinesi, nonostante parliamo di un bel po’ di anni fa cpl primo conto…).

            La continuità del servizio è migliore solo perché l’ARERA mazzola chi non rispetta determinati standard… e per rispettarlo sempre i distributori sono costretti ad usare spesso e volentieri centinaia di gruppi elettrogeni, perché come cerco di dire da alcuni commenti, rimodulare tutta la rete secondo queste centinaia di migliaia di potenze immesse, comporterebbe una spesa tale che persino quei cattivoni dell’ARERA non potrebbero che aumentare più che sensibilmente gli oneri di sistema da riconoscere ai distributori… saresti contento di pagare molto di più la luce? È un tema bubbo da non sottovalutare…

  2. .mau. Autore articolo

    Stavo pensando che 49,996 Hz medi significa un errore di 7 secondi al giorno (che torna spannometricamente con i quasi sei minuti persi) che è tanto per un orologio ma ben poco come differenza di frequenza. A questo punto mi chiedo se tutto questo casino che stanno facendo con la “differenza rispetto al tempo reale” non sia banalmente un “La Serbia deve immettere in rete questi GW/h perché non è giusto che siano gli altri a pagare”. Insomma il fatto che la tensione sia fondamentalmente costante è semplicemente un sottoprodotto del fatto che tutti devono mettere la loro parte e non fregare i concorrenti, e la storia dei forni nasca perché così la gggente possa gridare “Cattiva Serbia!” indipendentemente dal fatto che i forni abbiano o non abbiano il quarzino. Che ne pensate?

    1. Bubbo Bubboni

      La questione è politica ma strobazzare problemi non è molto simpatico.
      Un conto è dire che, grazie all’UE, è stato fatto un bellissimo accordo di pace & ricchezza e tutti sono finalmente felici e produttivi, un altro è dire che che l’accordo in realtà casca a pezzi e che una parte è obbligata a pagare il consumo dell’altra che però sarebbe obbligata a produrre energia ma non lo fa.
      Per me non è tanto mediatico, no?
      Anche perché, anche senza particolare acume elettrotecnico, in tempi di populismi e falsi invalidi uno si chiede prima di tutto perché non tagliare i fili verso tutti i ciucciacorrente-a-sbafo e tornare a godersi i propri Hertz in santa pace.

    2. .mau. Autore articolo

      sbaglio o la Serbia non ha ancora riconosciuto il Kosovo indipendente? Quindi sarebbe come se loro tagliassero la corrente alla Sardegna, cosa che ufficialmente sarebbe impossibile.

      1. Bubbo Bubboni

        Esatto, c’è discussione sul riconoscimento ma l’accordo del 2015 prevede quello che dicevo:
        – gli uni forniscono (a proprie spese) l’energia agli altri se c’è bisogno
        – gli altri però se la producono così non c’è bisogno
        [e qui l’accordo potrebbe non aver funzionato, ovviamente a causa dei populisti]
        – entrambi sono connessi alla grande rete
        [e qui i populisti si chiedono perché diavolo cattivi pagatori e produttori ma amici (nel senso di nemici dei nemici) debbano essere connessi alla grande rete].
        Io non lo vedo come un caso adatto all’ora d’odio, per me è meglio farlo sparire.

    3. mestesso

      I forni sono un non-problema.
      Industrialmente il danno provocato da scostamenti palesi di frequenza è molto più alto del tempo perso con gli orologi ;-).

      Che poi qualcuno tiri fuori il problema perché la ggente lo ritwitti-social condivida ci sta.

      Ma ti assicuro che uno scostamento superiore a una certa soglia fa perdere soldini in gito per il mondo molto reali.

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