I referendum CGIL

Insomma ne sono stati ammessi due su tre, ma soprattutto è stato respinto quello per rimettere in piedi l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il che significa che non si andrà a elezioni anticipate.

Se non sbaglio, le motivazioni non sono ancora state pubblicate, quindi sto tirando a indovinare: ma più che un “giudizio politico” che non è roba da Consulta, presumo che sia passata la considerazione che non si stava ripristinando il testo pre-riforma Fornero ma si stava surrettiziamente cercando di ampliare la platea degli aventi diritto, e quindi avere un referendum propositivo. Non che una cosa del genere non sia mai capitata – il primo esempio che mi viene in mente è quello del referendum pro-aborto dei radicali nel 1981 – ma in genere questo veniva fatto rispetto a una nuova legge che andava già in quella direzione, mentre in questo caso si voleva non solo rimettere il pendolo nella posizione iniziale ma spostarlo dalla parte opposta di quella indicata dal Parlamento. Se questa mia ipotesi è vera, mi chiedo come mai in CGIL non abbiano pensato di far firmare due proposte di quesito, una che riportava allo status quo e quella effettivamente presentata, per sicurezza. Tornando al 1981 e all’aborto, il Movimento per la Vita aveva fatto proprio questo: il referendum più restrittivo fu bocciato dalla Consulta e rimase solo quello più soft, che poi non ebbe la maggioranza. Errore di Camusso &C, oppure precisa scelta per avere titoli più accattivanti e quindi ottenere più firme?

(Per i curiosi, le mie attuali intenzioni di voto sono NO per il referendum sui voucher e SÌ per quello sugli appalti).

Ultimo aggiornamento: 2017-01-12 12:18

6 pensieri su “I referendum CGIL

    1. .mau. Autore articolo

      essendo un referendum abrogativo, NO significa lasciare tutto com’è.
      Il problema dei voucher non è il concetto ma come vengono usati. Già solo dover dire in anticipo per quale giorno e ora sono validi aiuterebbe molto a ridurre gli abusi. Per gli appalti, cambiare la norma costringerebbe le aziende a cercare appaltatori con un minimo di serietà, anche se costano di più, perché sanno di rischiare di dover pagare i subappaltatori.

  1. Isa

    PQCV, concordo sia con la tua interpretazione del No della Consulta che con le tue intenzioni di voto.

  2. mestesso

    Per quanto riguarda le ipotesi penso sia buona la seconda. Penso pure che sia tutto un teatrino concordato all’inizio per mantenere la facciata dei duri e puri, molto buona in tempi di magra, e penso anche che il tutto avesse anche il placet del governo per aver vita facile nello schivare il pericolo del referendum in fase di votazione (con esiti scontati).

    Sui voucher dico solo “fatta la legge, trovato l’inganno”. In Italia queste cose non si possono fare per la disonesta’ generale, non per la validita’ dell’impianto regolamentare o della legge in generale. In Italia chi puo’, fotte.

  3. Bubbo Bubboni

    “un “giudizio politico” che non è roba da Consulta”
    Vero! Infatti i giudici sono [lista nomi e precedenti incarichi] e sono stati nominati da [noti zappatori sui propri piedi].

    Cmq credo che la motivazione sull’art.18 sarà più arzigogolata. Si parlava del fatto che una possibile difesa era che il referendum abrogherebbe diversi pezzettini creando così un testo nuovo.
    Se è vero il campionato di scalata 2017 è già stato vinto…

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