eupnoico

L’altra domenica Anna ha portato Cecilia al pronto soccorso pediatrico (no, nessun problema grave, era un codice bianco; solo che prima di portarla aveva proprio un’aria abulica…). Nel referto c’era scritto che il paziente era “eupnoico”. Anna mi chiede “che vuol dire?”, io rispondo “boh, però se inizia con eu- vuol dire che è qualcosa che va bene”; salgo a consultare il vocabolario (cartaceo) e scopro che la parola non esiste, ma c’è “eupnea” che significa “respirazione regolare”, dal che deduciamo che il respiro era regolare.
D’accordo, ci saremmo forse potuti arrivare da soli pensando all’apnea. D’accordo, a casa nostra anche quando non usiamo l’internette non ci mancano certo i tomi di riferimento. Ma cosa costava scrivere nel referto “respiro regolare”, che magari qualcun altro con un referto simile si tranquillizzava, invece che chiedersi quale brutta malattia il suo pargolo avesse? Sono proprio cose che non capisco.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-24 07:00

12 pensieri su “eupnoico

  1. S.

    E poi ci lamentiamo che l’italiano dopo perde parole.
    Il medicalese, allo stesso modo del legalese, ha come scopo ultimo quello di essere un codice comprensibile fra adepti ai lavori. I gentili possono capirlo, se proprio vogliono, con l’ausilio del dizionario come avete fatto voi.

  2. Barbara

    Quando io andavo a fare le ecografie in gravidanza, sulla cartellina c’era scritto che era un esame innoquo. Sinceramente preferisco eupnoico.
    OT: due giorni fa ho imparato la parola percipiente.

  3. cirano

    Fa casta. E poi, che respirava regolarmente potevi sentirlo anche tu, che era eupnoico…no, ci vuole il dottore!
    [oressigeno piace]

  4. mestesso

    Io di pronti soccorsi pediatrici di Milano sono un espertone, li abbiamo fatti quasi tutti. Sì, il gergo è decisamente mefitico, però in tutta sincerità, noi informatici siamo poi così meglio? Non mi sento superiore sinceramente.
    Ah, il migliore finora è il Regina Elena, spero non ti serva ma tieni conto in caso.

  5. massimo

    no, penso che noi informatici siamo molto peggiori, soprattutto per il fatto di utilizzare un sacco di termini anglosassoni inutili e spocchiosi. In teoria ricopro il ruolo di System Administrator, ma mi sento molto piu’ a mio agio quando mi chiamano semplicemente ‘il tennico’ :)

  6. leo rotundo

    Quando la medicina non curava quasi nulla (ossia fino ad un secolo fa) i medici parlavano in latino, da sempre la scrittura dei medici sulle ricette è ritenuta incomprensibile, oggi usano parole inconsuete, diciamo che c’è da parte dei medici una certa tendenza (inconscia?) a non voler comunicare chiaramente. Una cosa è parlare in modo tecnico fra addetti ai lavori altro è il parlare con gli utenti. Sospetto che quando si parla in modo astruso con i non addetti ai lavori in tutti i campi le possiblità sono due o si vuole impressionare senza far capire niente o non si è certi di quello che si sta dicendo.

  7. sempreunpoadisagio

    In libreria ricordo di aver visto un libro che si intitolava “Respiro regolare” (o irregolare,casa editice piccolissima) e ricordo un disco che più o meno aveva lo stesso titolo. Ecco , penso che un dottore voglia avere una parola tutta sua.

  8. mfisk

    Be’, leggo sull’internette che il respiro eupnoico è “normale per ritmo, frequenza e ampiezza dei movimenti di inspirazione alternati a quelli di espirazione”: che è un po’ di più e di più preciso rispetto ad un mero “respiro regolare”.
    Dato che mi sento chiamato in causa, intervengo per evidenziare che il legalese usa sì delle parole tecniche, che tuttavia hanno un significato molto preciso e puntale, che di rado è possibile sostituire con sinonimi della lingua comune. Poi ci sono le distorsioni:
    – la cattiva scrittura (uno può essere un ottimo legale, ma non per questo è detto che sappia infilare un soggetto-verbo-complemento oggetto, né usare correttamente le opportunità dell’ipotassi;
    – l’abuso del legalese (quando i termini tecnici vengono utilizzati non per conseguire una maggior precisione, ma al contrario per confondere le idee al profano o anche al tecnico);
    – gli svarioni veri e propri, quando un termine viene usato con il significato sbagliato (un esempio: si legge spesso sui giornali che un contratto d’appalto è stato rescisso perché il costruttore non ha avviato i lavori, ma la parola “rescissione” per un legale evoca un istituto del tutto diverso rispetto alla “risoluzione”, che è il termine corretto).
    Insomma: ci sono concetti che possono essere espressi solo con una parola (chessò: “pegno”, “ipoteca”, “surroga”), in quanto in quella parola ci sono decine di pagine di teoria e significati.

  9. Barbara

    “ci sono concetti che possono essere espressi solo con una parola (chessò: “pegno”, “ipoteca”, “surroga”), in quanto in quella parola ci sono decine di pagine di teoria e significati.”
    In matematica ovviamente è la stessa cosa, solo che si usano parole del linguaggio corrente con un significato del tutto diverso. Ricordo di essermi posta il problema se tenere una lezione pubblica sul tema “I fasci perversi” e ho deciso che era meglio evitare rischi d’incomprensione :-).
    A me va bene che i medici usino un linguaggio tecnico, meno bene che massacrino l’italiano – a meno che innoQuo non abbia un signifcato tecnico a me sconosciuto.

  10. Kualunque

    E’ un modo che usiamo noi medici per esprimere in una sola parola la regolarità, la validità la frequenza e la profondità del respiro. Voi matematici in termini di chiarezza non siete messi meglio. XD

  11. Roberto

    Ciao Mau,
    Stessa parola sulla lettera di dimissioni di ricovero di mia mamma . Mi sono posto il tuo stesso quesito.

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