User Tools

Site Tools


parole:moda

Differences

This shows you the differences between two versions of the page.

Link to this comparison view

Next revision
Previous revision
parole:moda [2013/03/12 11:56] – created xmauparole:moda [2015/05/01 22:12] (current) – link a mantissa xmau
Line 7: Line 7:
 Alla fine del XIV secolo, racconta il DELI, in Francia si comincia a dire "à la mode lombarde / de Caen / du pays"; come vedete, la parola è diventata femminile, e il significato è appunto "alla maniera dei lombardi". Ma presto si elimina il contesto, e i francesi dicono semplicemente "à la mode". Il termine entra in italiano nel 1648, col significato di "foggia corrente del vestire o dell'acconciarsi", e subito prende anche il significato esteso di "usanza o costume". Da qua la parola resta nei secoli fedele al suo significato, anche se naturalmente il concetto di "moda" è quanto di più aleatorio si possa immaginare.  Alla fine del XIV secolo, racconta il DELI, in Francia si comincia a dire "à la mode lombarde / de Caen / du pays"; come vedete, la parola è diventata femminile, e il significato è appunto "alla maniera dei lombardi". Ma presto si elimina il contesto, e i francesi dicono semplicemente "à la mode". Il termine entra in italiano nel 1648, col significato di "foggia corrente del vestire o dell'acconciarsi", e subito prende anche il significato esteso di "usanza o costume". Da qua la parola resta nei secoli fedele al suo significato, anche se naturalmente il concetto di "moda" è quanto di più aleatorio si possa immaginare. 
  
-In matematica, di per sé, di tutte queste cose non importava nulla. Però c'era qualcosa di cui si aveva bisogno, e cioè definire meglio il concetto di media. Come raccontavo [[http://www.ilpost.it/mauriziocodogno/2013/02/23/media-mediana-e-moda-per-un-settenne-2|sul Post]], non è così facile parlare di media: i matematici avevano già formalizzato il concetto di media (la media aritmetica che si insegna a scuola) e mediana (il valore che divide i dati, lasciando da una parte la metà con un valore inferiore e dall'altra la metà col valore superiore), ma mancava ancora un concetto per definire il valore più frequente. Nel 1895 lo statistico inglese Karl Pearson – ma che dico statistico: il fondatore della statistica matematica! – scrisse un articolo intitolato [[http://archive.org/details/philtrans06840806|Contributions to the Mathematical Theory of Evolution. II. Skew Variation in Homogeneous Material]] nel quale in una noticina affermò con un tipico stile inglese «I have found it convenient to use the term //mode// for the abscissa corresponding to the ordinate of maximum frequency. Thus the "mean," the "mode," and the "median" have all distinct characters important to the statistician.» La parola è stata poi portata in italiano come "moda", appunto.+In matematica, di per sé, di tutte queste cose non importava nulla. Però c'era qualcosa di cui si aveva bisogno, e cioè definire meglio il concetto di media. Come raccontavo [[http://www.ilpost.it/mauriziocodogno/2013/02/23/media-mediana-e-moda-per-un-settenne-2|sul Post]], non è così facile parlare di media: i matematici avevano già formalizzato il concetto di media (la media aritmetica che si insegna a scuola) e mediana (il valore che divide i dati, lasciando da una parte la metà con un valore inferiore e dall'altra la metà col valore superiore), ma mancava ancora un concetto per definire il valore più frequente. Nel 1895 lo statistico inglese Karl Pearson -- ma che dico statistico: il fondatore della statistica matematica! -- scrisse un articolo intitolato [[http://archive.org/details/philtrans06840806|Contributions to the Mathematical Theory of Evolution. II. Skew Variation in Homogeneous Material]] nel quale in una noticina affermò con un tipico stile inglese «I have found it convenient to use the term //mode// for the abscissa corresponding to the ordinate of maximum frequency. Thus the "mean," the "mode," and the "median" have all distinct characters important to the statistician.» La parola è stata poi portata in italiano come "moda", appunto.
  
 Resta il dubbio del perché Pearson abbia scelto quel termine. La mia sensazione è che abbia appositamente preso una parola che iniziasse con la lettera m, e che abbia scelto il termine importato dal francese (il Merriam-Webster indica "mode" come sinonimo di "fashion", anche se tra gli ultimi significati del lemma: diciamo che viene usato solo da chi vuole fare il fighetto) proprio perché la massima frequenza è il valore più alla moda in una distribuzione. Mettiamola così: se non è vero è ben inventato, e sicuramente serve ad aiutare a ricordarsi il nome! Resta il dubbio del perché Pearson abbia scelto quel termine. La mia sensazione è che abbia appositamente preso una parola che iniziasse con la lettera m, e che abbia scelto il termine importato dal francese (il Merriam-Webster indica "mode" come sinonimo di "fashion", anche se tra gli ultimi significati del lemma: diciamo che viene usato solo da chi vuole fare il fighetto) proprio perché la massima frequenza è il valore più alla moda in una distribuzione. Mettiamola così: se non è vero è ben inventato, e sicuramente serve ad aiutare a ricordarsi il nome!
  
 ---- ----
-←[[parole:ipotesi]] - [[parole:|(↑ indice)]] - [[parole:monotono]]→+←[[parole:mantissa]] - [[parole:|(↑ indice)]] - [[parole:modulo]]→
parole/moda.txt · Last modified: 2015/05/01 22:12 by xmau