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Anna Maria Testa - Il coltellino svizzero

Note e citazioni

(sono indicati i nomi dei capitoli e non le posizioni, per ragioni tecniche. I miei commenti sono in corsivo)

◆ Domandare è virtuoso

▪ Il secondo risultato è che le persone tendono a essere tanto più overconfident quanto più l’argomento trattato è vicino alla loro area di competenza. Insomma, paradossalmente, più conoscono una materia e meno sono accurate nei giudizi, o disposte ad approfondire.

A me non pare poi così strano, a dire il vero. Nel nostro campo pensiamo ovviamente di sapere tutto, e soprattutto pigliamo scorciatoie senza pensarci su troppo.

▪ Dunque, dovremmo ricordarci un po’ più spesso che ogni domanda che rinunciamo a fare è un’occasione perduta non solo in termini di comprensione, di conoscenza e di relazione, ma anche in termini di invenzione. Quando avevamo quattro anni lo sapevamo benissimo.

Insomma… a quattro anni spesso fai domande a caso.

◆ Se-allora: una strategia per l’autocontrollo

▪ Uno stratagemma per riuscirci è formulare piani «se-allora». Si tratta di darsi obiettivi non generici ma specifici, collegando una situazione data e un comportamento prestabilito: «Se succede il fatto X, allora io mi comporterò nel modo Y».

Questa è una buona idea!

◆ Giocare col fuoco

▪ La discesa di Glasl si articola in nove gradini, o passi, o mosse, raggruppati a tre a tre.

Ecco, anche questo è un punto da tenere presente, non tanto per la scala vera e propria quando per i passaggi

◆ Inestimabile reputazione

▪ La reputazione infatti viene attribuita non dal gruppo che, nel suo complesso, esprime un giudizio formale, ma in base a come ciascun singolo membro del gruppo ritiene che l’intero gruppo sia propenso a giudicare.

Ha senso: come sempre, vogliamo essere parte del branco.

◆ Il meccanismo del discredito

▪ Ed eccoci al punto: lo studio del MIT attesta che, in tutte le categorie di informazione, e con un’accentuazione riguardante l’informazione politica, le notizie false si diffondono sempre molto più rapidamente, più ampiamente, più profondamente (cioè, con catene di retweet lunghe il doppio, e dieci volte più veloci) delle vere.

Detto in altro modo, moneta cattiva scaccia moneta buona

▪ Si potrebbe pensare che chi diffonde notizie false sia più attivo in rete, sia più popolare e abbia più seguaci, stia in rete da più tempo, ma è vero l’esatto contrario: sono mediamente gli utenti che diffondono notizie vere a essere in rete da più tempo e ad avere più seguaci. Le notizie false sembrano invece possedere un’energia propria, che prescinde dalle caratteristiche dell’utente che le mette in circolazione.

Insomma non si condivide quanto scrivono i famosi ma solo quello che scrivono i nostri amichetti? Non mi pareva fosse proprio così

▪ Poiché la fame di nuove notizie (c’è internet e ci sono le trasmissioni non-stop da alimentare) supera l’effettiva produzione di nuove notizie (da un’ora all’altra, poche cose cambiano) ecco che si ricorre ai commenti e ai commenti dei commenti

il chiacchiericcio, insomma!

◆ Sai conversare? Parliamone

▪ Fate domande aperte, che non contengano una risposta implicita (questo è proprio un bel punto. Se chiedete a qualcuno «eri spaventato?», potrà solo rispondervi sì o no. Se gli chiedete «come ti sentivi?», potrà rispondervi che era sorpreso, terrorizzato, arrabbiato, indifferente… e vi dirà come e perché).

Questa è una cosa che farò bene a imparare!

◆ Negare l’evidenza

▪ Aggiungo che, oltretutto, la negazione è una pratica faticosissima. C’è bisogno di istituire un intero sistema logico parallelo. Di stare attenti a non cadere in contraddizione

ma non è vero! Noi umani siamo bravissimo a convivere con sistemi non coerenti.

◆ Fiducia: da dove nasce

▪ fiducia, gli basta dimostrarci vicinanza ed empatia, e noi caschiamo nella sua rete come dei polli. Se parla anche semplice e ci dà l’impressione di dire «pane al pane», tanto meglio. Se riesce perfino ad apparirci autentico e sincero, è il massimo.

“robe da matti!” (cit., ovviamente da Salvini)

◆ Pensare a lungo termine

▪ i pazienti che soffrono di amnesia e che, in seguito a un danno cerebrale, non riescono a ricordare il passato, non sono nemmeno in grado di immaginare, in qualsiasi forma, il futuro

beh, se le strutture neurali coinvolte sono le stesse mi pare ovvio, no?

▪ Tutto ciò ricorda la storia della rana che, messa in una pentola d’acqua fredda scaldata molto lentamente, non si accorge dell’aumento di temperatura. E finisce bollita (in realtà, le rane vere saltano via e si mettono in salvo se tentiamo di bollirle).

Il guaio delle belle storie… proprio perché sono belle non verifichiamo se sono anche vere. (Ma a dire il vero non verifichiamo neppure la smentita)

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note/9788811817567.txt · Last modified: 2021/05/23 22:32 by xmau