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E' consentita la riproduzione, in tutto o in parte, previa autorizzazione degli interessati. ============================================================================ In questo numero: EDITORIALE LETTERE ETHEL MARIE una terrificante escursione nella terrificante Terra del Fuoco (Argentina) L'OASI ZEGNA un polmone verde in un angolo incontaminato del Piemonte MOTOCICLETTA, 40 HP (dis)avventura autostradale sulla Mi-BS BEVA CHE FA SANGUE! avventure "enologiche" nelle fazendas brasiliane UNA SETTIMANA A LONDRA botte di culo: resoconto di una favolosa settimana a Londra vinta con una caccia al tesoro VITA DA CAMPER vantaggi e svantaggi del viaggiare in liberta' su quattro ruote GLI HUSKY SONO DEFICIENTI? Chi l'ha detto che i cani sono intelligenti? A spasso con gli husky nello Yukon canadese GABINETTI LONTANI "magic moments" nei cessi dei trappers canadesi LE RADICI DELLA POSTA La nascita del servizio postale in un angolo suggestivo della Val Brembana COSTRUIRSI UN ELIOGRAFO uno strumento semplicissimo per fare segnalazioni a distanza sfruttando i raggi solari RECENSIONI LIBRESCHE Siria Mountain Biking Canoa e Kayak * * * EDITORIALE ========== by Agh Chiediamo clemenza. Certo, e' insolito esordire al primo numero con una specie di supplica ai lettori. D'altronde e' bene che si sappia fin dall'inizio: questa rivista nasce per scommessa, non si sa quanto azzardata, e nasce soprattutto sull'onda dell'entusiasmo dovuto in gran parte all'effetto "pioniere", cioe' quell'effetto contagioso (e pernicioso) che prende le persone quando si rendono conto di tentare qualcosa di nuovo o di insolito. Per ora siamo ancora quattro gatti, noi redattori di A/R; ci siamo conosciuti pian piano in area viaggi.333, poi finalmente l'area e' diventata nazionale: ci siamo guardati intorno, c'erano riviste telematiche di vario genere, ma nessuna sui viaggi. "E perche' non la facciamo noi?" ci siamo detti, dapprima timidiamente, poi con sempre maggiore convinzione... E cosi' eccoci qua, a fare la prima rivista telematica in Fidonet dedicata ai viaggi: chiediamo clemenza in quanto nessuno di noi e' ovviamente un professionista. L'unica cosa che ci lega e' la grande passione per i viaggi. Gli amici di Telematicus (quelli si' pionieri seri) potranno capire il nostro stato d'animo. Questo primo numero sara', per forza di cose, un po' poverello, ma contiamo di trovare presto nuovi entusiasti collaboratori per fare una rivista sempre migliore. A tal proposito va da se' che consigli, suggerimenti, proposte di collaborazione e financo minacce saranno comunque bene accette. L'idea di esser distribuiti insieme a Telematicus, se da una parte ci onora, dall'altra ci mette un po' di soggezione... :) I "viaggiatori" insieme ai "telematici per eccellenza"! Noi siamo viaggiatori un po' scalcagnati, a dir la verita', ma forse servira' a sfatare la leggenda che quelli che trafficano con la telematica sono tutte persone un po' strane e con lo sguardo lattiginoso da pipistrello... Come in tutti gli editoriali "seri" immagino che anche in questo caso si dovrebbe spiegare la "filosofia" della rivista. In realta' potremmo fumosamente dissertare sulla solita aria fritta, ma la vera filosofia della rivista e' quella di non avere *nessuna filosofia*. In parte, bisogna dirlo, serve a sfogare il nostro deplorevole narcisismo, secondariamente a scambiarsi idee, esperienze e informazioni varie, con la speranza che queste possano essere utili o interessanti ai lettori. Tutto qui. Anzi, se proprio vogliamo ficcarci dentro un auspicio, questo sarebbe di spingere i vacanzieri a diventare finalmente viaggiatori, a buttarsi fuori dai soliti itinerari, a sfuggire finalmente dai terrificanti viaggi organizzati e soprattutto dagli orrori dei "villaggi-vacanze". Cio' non vuol dire che non daremo spazio o ospitalita' anche al "tapino" che va a fare la settimana da vitellone a Rimini... C'e' posto per tutti. Almeno negli intenti, questa sara' dunque una rivista fatta soprattuto dai lettori. So che i ringraziamenti di solito sono abbastanza noiosi, ma e' doveroso da parte mia ringraziare gli amici di Telematicus e soprattutto Renato Rolando alias Erre, che ci ha incoraggiato e aiutato in quest'impresa. (se la rivista fa schifo sapete chi ringraziare) P.S: in questo numero dovrete sciropparvi un bel po' di articoli di un certo AGH, che poi sarei io: questo non per la mia sfrenata megalomania ma per carenza di materiale. Un paio di "collaboratori" sono misteriosamente scomparsi lasciandoci letteralmente in braghe di tela. Mi auguro che col prossimo numero i vostri scritti giungano copiosi... :) by Agh * * * LA POSTA DEI LETTORI Come ogni rivista che si rispetti anche la nostra ha una rubrica delle lettere. Qualcuno obbiettera': ma com'e' possibile? Ci sono gia' lettori al primo numero? Infatti non e' possibile, e le lettere sono rigorosamente false. Sono piu' che altro dei pretesti per rispondere ai numerosi interrogativi che ci sono stati rivolti dai lettori dell'area viaggi.ita, quando si e' sparsa la voce che stava per nascere una rivista telematica... Quando arriveranno finalmente lettere "vere", potremo fare a meno di ricorrere a questo penoso espediente... :) Ora basta, buona lettura e al prossimo numero. Aspettiamo il vostro parere. * * * ********** lettera 1 ********** Caro A/R, ho letto con spaventoso interesse la rivista e credo che non potro' piu' farne a meno. Mi piacerebbe collaborare. Come posso fare? Mario Uno Caro Mario Uno, tutti possono collaborare! Anzi, i lettori sono invitati caldamente a contribuire con articoli, scritti, racconti e quant'altro ritengano di interesse generale, e che abbia naturalmente attinenza, diretta o indiretta, con i viaggi. Attendiamo fiduciosi anche la tua collaborazione... A/R ********** lettera 2 ********** Spett. A/R, ho letto la rivista e la trovo *sinceramente* meravigliosa. Siete *fantastici*. L'estate scorsa sono stato al villaggio vacanze di Lamporecchio, con i miei. Avrei scritto un raccontino su quell'allucinante esperienza, vi interessa? Mario Due Caro Mario Due, in linea di massima, tutti i racconti di viaggio-vacanza possono essere interessanti. Dipende da cosa hai fatto a Lamporecchio. C'erano cose che potrebbero interessare i lettori di A/R? Il posto era particolarmente suggestivo? Sono successi fatti curiosi? Comici? Drammatici? Allora va bene. Se invece non ti sei mosso per una settimana dalla sedia a sdraio, forse sarebbe bene che tu raccontassi qualcos'altro. A meno che tu non sia una specie di novello Hemingway... A/R ********** lettera 3 ********** Pregiatissima redazione di A/R, vado tutti gli anni nel Lesotho con mio cognato. Ormai posso considerarmi un esperto. Vi potrebbe interessare un articolo su questo paese? Mario Tre Caro Mario Tre, certo che ci interessa. Con l'occasione invitiamo tutti i lettori che, ragionevolmente, si ritengano "esperti" di qualche paese in particolare, a farsi avanti: potranno essere i "referenti" per quei lettori che desiderano avere notizie e informazioni utili. Anche se non intendono scrivere articoli sulla rivista. La redazione terra' un elenco dei vari "esperti" e, quando ricevera' richieste particolari, girera' gli interrogativi alla persona di competenza. Naturalmente non e' necessario essere andati nel Lesotho o in altri luoghi particolarmente esotici, vanno benissimo anche i paesi europei e, soprattutto, le nostre care regioni italiane. A/R ********** lettera 4 ********** Fantasmagorica e rutilante redazione di A/R, sono un fanatico dei viaggi a piedi. Nel mio paese ho fondato una lista civica e alle prossime elezioni ci presenteremo con lo slogan: "pedonalizziamo le autostrade!". Vorrei contribuire, tramite la rivista, a far conoscere questo meraviglioso modo di viaggiare. E' possibile? Mario Quattro Caro Mario Quattro, plaudo al tuo impegno politico e, soprattutto, alla tua intenzione di collaborare con la rivista. Anche in questo caso approfitto dell'occasione per invitare i lettori "esperti di qualcosa" a rendersi disponibili come referenti per i neofiti: qualcuno e' un fanatico di viaggi in moto? Qualche altro si sciroppa invariabilmente la vacanza-trekking? Il tal'altro sa tutto sul camperismo o sui viaggi in monopattino? Benissimo! Fatevi sotto, questo e' la vostra grande occasione! E non abbiate timore di non essere abbastanza esperti. In fondo nessuno di noi lo e' veramente, tranne rare eccezioni. Se qualcuno e' stato nel Burkina Faso "solo" due volte, potra' comunque fornire indicazioni ultili a chi non c'e' mai stato. Chi si e' rotto il culo tre o quattro volte con la mountain bike, sapra' caldamente consigliare chi ancora non se l'e' rotto. Invitiamo anche le associazioni culturali, sportive e quant'altro, che si occupano in qualche modo di favorire o incoraggiare la conoscenza di altri paesi, a collaborare attivamente con A/R. Insomma, la menata delle finte-lettere serve soprattutto a chiarire il concetto: scrivete! Ricordate che la rivista ha un senso *solo se c'e' la vostra partecipazione attiva, perche' questa e' al *vostra rivista*! Concludendo: scrivete lavativi! (Gli indirizzi li trovate in fondo alla rivista) A/R * * * "ETHEL MARIE" ==================================== una terrificante escursione nella terrificante Terra del Fuoco ------------------------------------ BY AGH Ushuaia (Argentina) Terra del Fuoco, 16 marzo 1987. L'escursione nel canale di Beagle, che avevo prenotato il giorno prima in una specie d'agenzia, mi apparve subito in tutta la sua drammaticita'. Ero al porticciolo di Ushuaia, la citta' piu' australe del mondo, sprofondata nel sud dell'Argentina in faccia all'Antartide, a poco meno di 150 km dal mitico Capo Horn. Dal molo da cui avrebbe dovuto partire la gita non c'era nessuna "lancia" promessa dal depliant. C'era solo la "Ethel Marie", un orrendo barcone tutto ammaccato ormeggiato poco distante, paurosamente inclinato su un fianco. I miei piu' tremendi sospetti vennero subito confermati controllando meglio il depliant. La "lancia" era proprio il barcone schifoso, l'Ethel Marie per l'appunto... Sul ponte, un tale dal passo incerto s'aggirava tra le gomene. Sembrava avesse perduto qualcosa. Lo riconobbi dal berretto: era il "comandante", in perfetta sintonia con la sua imbarcazione. Anche lui tutto ammaccato, e con un aspetto che denunciava chiaramente la sua propensione ad indugiare un po' troppo in quelle che, di solito, vengono definite "abbonadanti libagioni". Ogni tanto s'aggrappava malamente alla ruota del timone, con uno sguardo non proprio cristallino... Accolse con un rutto i primi turisti che salivano timidamente a bordo. Quando tutti i partecipanti, pochi per la verita', ebbero preso posto, una sorda esplosione avverti' i turisti dell'avvenuta accensione dei motori. Dopo il tremendo spavento, sulle facce dei gitanti serpeggio' una certa preoccupazione. La "Ethel Marie" salpo'. O meglio, tento' di salpare. In un clima di grande suspance, col turistame che seguiva in assoluto silenzio la manovra, la "Ethel Marie" si impunto' con la prua contro il molo, ruoto' su se stessa e striscio' lungo la banchina tra i sinistri cigolii del fasciame che gemeva con lamenti quasi umani. Poi finalmente, non si sa come, il barcone si stacco' dal pontile con una gran legnata (altro spavento) e s'avvio' lentamente, beccheggiando paurosamente, verso l'uscita del porto. Alcuni tirarono il fiato. La manovra aveva raggelato gli escursionisti, che gia' pensavano cupamente a quel che li aspettava. Il tragitto per uscire dal porto e guadagnare il largo fu pieno di insidie. Ce ne accorgemmo, costernati, per le continue "schivate" del comandante che evitava in extremis scogli e isolotti che vedeva sempre all'ultimo momento. Dio sa come, la "Ethel Marie" guadagno' faticosamente il mare aperto. Ora si era relativamente piu' tranquilli. Perlomeno il pericolo di finire sugli scogli sembrava , almeno per il momento, scongiurato. Finalmente cominciammo a scorgere, da lontano, quel che era stato promesso sul depliant (e anche qualcosa di piu' e che il depliant si era ben guardato dal menzionare): colonie di leoni marini, che riposavano pigramente su degli isolozzi letteralmente ricoperti di merda. Il tanfo era inenarrabile. Tutt'intorno sterminati stormi di uccelli marini che, all'approssimarsi della barca, si alzavano in volo e accorrevano in massa per cacare sulla testa dei turisti. I meno previdenti, che si erano scaraventati fuori per far fotografie, rientrarono precipitosamente sotto coperta, con un aspetto non proprio raccomandabile e tra le sghignazzate maligne di quelli che, scoraggiati dal ventaccio gelido, erano rimasti al riparo. Navigammo perigliosamente nel mitico Canal Beagle per quasi due ore, scampando al naufragio in altre due o tre occasioni, e solo per puro miracolo. I momenti piu' angoscianti erano quando la "Ethel Marie" accostava a qualche isolotto per ammirare la fauna (e la merda). Il turistame si riversava tutto da quella parte facendo inclinare ancor piu' pericolosamente l'imbarcazione, col gravissimo rischio di ribaltarci. Evenienza che naturalmente mi atterriva, senonaltro all'idea di dover naufragare su quelle isole merdose e dover per giunta convivere forzatamente con i poco socievoli ed assai aggressivi leoni marini. Quando il turistame si spostava da una parte io mi precipitavo dalla parte opposta nel patetico tentativo di riequilibrare i pesi. Col penoso risultato di venir considerato da tutti, equipaggio compreso, uno stravagante o una specie di eccentrico. La gita finalmente volgeva al termine. Stremati dal freddo, il naso de-sensibilizzato dal tanfo delle isole, la nausea per le oscillazioni del barcone e i vestiti puzzolenti bersagliati dagli escrementi, non vedevamo l'ora di metter piede a terra. Dopo una mezz'oretta di navigazione sulla via del ritorno, con la tensione che saliva mano a mano in vista dell'entrata in porto e dell'attracco, improvvisamente i motori della "Ethel Marie" esalarono un cupo brontol¨o per poi spegnersi di colpo. Il turistame s'azzitti' preoccupatissimo. In cabina calo' un silenzio sinistro. Si udiva solo il rumore del vento gelido e lo sciabord¨o delle onde sullo scafo. Il mare scuro tutt'intorno, la riva ancora tremendamente lontana. Facce sgomente tra i passeggeri. E adesso che succede? L'altoparlante gracchio'. Gracchio' a lungo, come se qualcuno ci scatarrasse dentro. Poi la voce del comandante. Tutti s'aspettavano, atterriti, il messaggio "signore e signori stiamo affondando, ci vediamo a riva..." Invece, che Iddio lo abbia in gloria, non c'erano problemi, o almeno cosi' sembrava. Il comandante invito' i passeggeri a spostarsi a prua, che ci sarebbe stata una "sorpresa"... Il turistame, prevalentemente composto da vecchiarde, trasmigro' rapidamente verso la parte anteriore della "Ethel Marie". La preoccupazione comunque, almeno da parte mia, non cesso' affatto. In cuor mio temevo che la "sorpresa" fosse un supplemento di prezzo, accompagnato da un annuncio tipo: "...coloro che non intendono versare la quota richiesta sono pregati di raggiungere Ushuaia a nuoto, grazie". E anche stavolta, e che Iddio ci conservi il comandante, con sollievo generale e mio in particolare venne annunciata la distribuzione di cioccolato nella cabina di prua, e per giunta gratis. Un'ora piu' tardi, alle 18.00 precise e quand'era ormai quasi buio, eravamo gia' in porto, con un attracco incredibilmente perfetto che lascio' di sale i passeggeri, che gia' s'erano rassegnati a un frontale con il molo. Il comandante bofonchio' qualcosa per accomiatarsi, mentre noi potevamo calpestare, entusiasti, la cara, vecchia madre terra. Mentre la "Ethel Marie" ripartiva per non so dove, ci voltammo per salutare l'equipaggio: il comandante, che agitava anch'egli il braccio in segno di saluto, inciampo' e cadde pesantemente nella stiva. by Agh * * * UN'OASI! MA NON E' UN MIRAGGIO =========================================== un polmone verde in un angolo incontaminato del Piemonte: l'Oasi Zegna ------------------------------------------- DI RINO CARLI Un progetto nato negli anni trenta dall'intuizione di un industriale "illuminato" che continua a crescere e a trasformarsi ancora oggi. CORREVA IL 1937. Ermenegildo Zegna, della "dinastia" che aveva fatto di Trivero una delle piccole capitali modello dell'industria tessile italiana, decise di aprire una strada attraverso le Prealpi Biellesi con cui voleva lasciare ai posteri una testimonianza duratura di amore per la propria terra. Era l'oramai famosa Panoramica Zegna, un nome meritato, in quanto il panorama spazia dal Monte Rosa a nord, fino alla pianura, alle Langhe e all'Appennino Ligure a sud. Partendo dalla cittadina che grazie al mecenatismo di questo industriale "illuminato" si stava dotando di strutture culturali, ricreative e sociali, la strada raggiunge, dopo ben 65Km, il borgo di Andrate (sopra Ivrea) passando per il Santuario di Oropa. Lo scopo dell'impresa, continuata ancora oggi dal Gruppo Zegna, era di stimolare e rivitalizzare l'economia della fascia prealpina, facendola uscire dall'isolamento, agricoltura, pastorizia e turismo si fondevano in un insieme armonico. UN POLMONE VERDE costituito da mezzo milione alberi (pini, abeti, castagni, larici, faggi e betulle) e ancora rododendri e ortensie che danno vita a meravigliose fioriture. Il cuore della panoramica e' Bielmonte a 1517 metri; dal crinale lo sguardo puo' spingersi sulla valle del Sessera, in parte ancora selvaggia e incontaminata; infatti per decine di chilometri si estendono i boschi e gli alpeggi dell'Alta Valsessera, terra di margari e boscaioli e uno dei principali polmoni verdi del Piemonte, con i suoi 9.000 ettari di anfratti popolati da camosci e caprioli. Qui sul Monte Rubello, nel 1307 si svolse l'ultima disperata battaglia dell'eretico Fra Dolcino, braccato dalle milizie del Papa e del vescovo di Vercelli e bruciato sul rogo per soffocare le sue idee di giustizia sociale. L'area attraversata dalla Panoramica Zegna e' insomma ricca di attrative storiche, naturali; ci sono musei naturali e vecchie fabbriche, prodotti naturali e non mancano le escursioni sulle vette in cui non di rado si avvistano l'aquila, il falco, gheppi e poiane. Da qulche tempo per valorizzarne le potenzialita' alla Panoramica si e' affiancato un'altro ambizioso progetto: l'Oasi Zegna, unico esemplare di grande parco naturale promosso dall'iniziativa privata. NATURA E INFORMAZIONE L'Oasi e' istituita nel tratto di Panoramica compreso tra Trivero a 800 metri sul livello del mare sale fino a Bielmonte (1517 mslm) e ridiscende a Rosazza (850 mslm) in tutto circa 26 Km. Lungo il percorso automobilistico e negli itinerari naturalistici (treking, mountain-bike, cavallo) sono posizionate delle tavole informative; esse sono state realizzate con un sistema innovativo sulle principali rilevanze faunistiche, floristiche, geologiche e antropiche che comprendera' pannelli con tavole di eco-design, pannelli culturali e di localita', cartelli di sentieri. Il sistema quindi non si limita alla semplice fruizione di orientamento ma costituisce la base del dialogo tra l'Oasi e il visitatore. A oggi i sentieri fruibili sono 19 ma al termine del progetto se ne conteranno 24. SPECIE RARISSIME E PRODOTTI GENUINI E' il "Carabus Olimpiae" o Carabo l'abitante piu' raro e prezioso dell'Oasi E' un coleottero iridato che assume straordinari riflessi d'orati, da qui la definizione locale *Boja d'or*. Scoperto nel 1855 nella localita' di Bocchetto Sessera, non s'e' piu' visto fino ai primi anni del '40, tanto da ritenerlo estinto; dal 1983 il Carabo e' considerato specie protetta. Non di rado si avvistano conturnici e ermellini, pernici bianche e galli forcelli, tassi, volpi; ma le rarita' non mancano anche per gli amanti della flora: infatti solo qui e in Carnia cresce la rara Scopolia carniolica; pianta da cui si ricava la Scopolamina. Il contatto con la natura e' piu' piacevole grazie ai prodotti naturali della zona, sono semplici e gustosi: le tome degli alpeggi, la farina macinata a pietra, i dolci di castagne il burro e il miele dei margari,i biscotti di meliga e l'ottimo liquore Ratafia' fatto con noci e ginepro. DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE!! L'Oasi consente paseggiate ed escursioni di vario grado di difficolta'; la camminata che sale nella Conca dei Rododendri e' sicuramente tra le piu' facili e di pochi minuti, si sale per un comodo sentiero gradinato in una conca naturale tra i cespugli di rododendro e piante di ortensie. Nel periodo primaverile si ha la fioritura dei rododendri e lo spettacolo e' molto suggestivo; si ammira la pianura padana in una cornice di colori cha va dal rosso vermiglio al verde intenso dei pini che delimitano i lati della conca, mentre le ortensie completano la coreografia con colori delicati come l'azzurro e il rosa. Ma altri panorami bellissimi si possono ammirare percorrendo tutti i sentieri; ad esempio per chi si vuole impegnare in un dislivello di 1697 mt puo' salire fino al Montucchio. BLOK NOTES Per le escursioni in MTB, discese con Bob estivo, discesa su prato in monopattino, tiro con l'arco rivolgersi a EGIMONT Tel. 015-744103. Per le escursioni a cavallo rivolgersi allo Stallaggio Marchetta Sig. Gubernati Tel. 015-744200. Per gli amanti del parapendio esiste anche la scuola apposita, la Paraberna Tel. 015-610940 e la Federazione Italiana Volo Libero Tel.015-2538703. COME ARRIVARE L'acesso all'Oasi Zegna e' libero e gratuito. L'Oasi e' raggiungibile da Rosazza (passando da Biella in direzione Panoramica Zegna) oppure da Trivero, per chi arriva in autostrada dalla A26 puo' uscire al casello di Ghemme e dirigersi verso Borgosesia-Trivero; oppure si puo' uscire al casello della A4 di Carisio e prendere la direzione verso Cossato. Per tutte le informazioni necessarie riguardanti l'Oasi, cartine, itinerari, alberghi e ristoranti, ecc. ci si puo' rivolgere al centro della PRO LOCO gestito da volontari (preferibilmente al mattino) Tel. 015/756129 oppure alla direzione dell'Oasi presso il Lanificio Zegna Tel.015/75911 Rino Carli 2:334/204.5 * * * MOTOCICLETTA, 40 HP ======================================= (dis)avventura autostradale sulla MI-BS --------------------------------------- By AGH Autostrada Milano-Brescia, in motocicletta. Un tale tenta di superarmi con la sua "favolosa" 127 rossa, mentre vado via sul filo dei 110. Ero reduce da una trasferta a Milano con nevicata fuori stagione, e il giorno prima ero anche stramazzato sulla neve per uno stronzo che mi si era intraversato davanti (e a momenti m'arrotavano...) Dicevo, il tizio arranca sulla corsia di sorpasso per superarmi, io che viaggio in souplesse con un filo di gas e una mano sola sul manubrio. E qui scatta la "carogneria" di noialtri motociclisti... (un trucchetto per divertirsi ogni tanto, per rompere la monotonia dei trasferimenti autostradali) Quando, con la coda dell'occhio, vedo il muso rosso della 127, accelero impercettibilmente... Il catorcio s'affianca a fatica, poi si sfila lentamente ma inesorabilmente, mentre sento il motore della 127 che si imballa... Ci sta riprovando.... Riappare nello specchietto, poi in un angolo della visiera del casco.. Riaccelero ancora, leggerissimamente... La 127 viene ancora risucchiata indietro, sul filo dei 120... Torna alla carica poco dopo, lanciata alla "folle" velocita` di 140 km all'ora... Io impassibile, sempre con una mano sola sul manubrio. Appena mi si appaia apro di nuovo soavemente il gas, e la carretta si rimpicciolisce negli specchietti... :) A questo punto sento suonare il clacson... Una, due, tre volte... "Si sono incazzati" penso... Li lascio rimontare per fargli il gesto del dito, ma quando quelli mi si affiancano (una povera coppia di anziani smandrappati, un lui e una lei) mi fanno gesti disperati dal finestrino... "Che cacchio volete"? gli faccio sgarbatamente con un braccio... Loro indicano il "culo" della moto. Mi giro e... AARRGGHH!! La borsa laterale sinistra e` completamente spalancata e tutto il contenuto e` sparito chissa` dove!!! Ringrazio fuggevolmente e inchiodo. Mi fermo: perso tutto, vestiti, scarpe e tutto quel che c'era dentro. Non ricordo nemmeno cosa c'era dentro esattamente... Non ci penso su un attimo, giro la moto sulla corsia di emergenza e ritorno indietro, a 20 all'ora, contromano... Dopo qualche chilometro molti automobilisti si sbracciano in ampi segni con le mani e mi fanno anche "i fari". "Andate in culo!" -grido nel casco- "lo so che sono contromano stronzi"! Dopo tre minuti esatti sopraggiunge una gazzella della polizia che mi "chiude" brutalmente contro il guard.rail... "Sei deficiente? Dove vai contromano?" Spiego la situazione e anzi, se lor signori gentilmente avessero visto i mei stracci da qualche parte... -Aria! Aria!- fanno loro -gira la motoretta ed esci al prossimo casello! E ringrazia iddio che non ti diamo una bella multa...- Cornuti. Riparto, il casello e` dopo 20 km. Esco furente, rifaccio all'indre` tutto il tragitto e rientro. Non trovo niente. Di nuovo fino al casello, esco, di nuovo indietro ma questa volta rientro quasi *cinquanta* km prima. Batto palmo a palmo tutta l'autostrada: al km. 27 scorgo una scarpa sulla siepe centrale. Inchiodo la moto (si fa per dire, tra riconoscere la *mia* scarpa, capire che dovevo fermarmi e farlo, e' passato un altro mezzo chilometro); torno indietro, rischio di venir stirato e attraverso l'autostrada con le macchine che sfrecciano a 140 l'ora. Recupero la scarpa, probabilmente investita da un tir. Sorpresa: non e` la mia. (@!#!!@@!!) Mi guardo intorno per vedere se c'e` qualcosa'altro di "interessante": macche', niente di niente. Rimonto in sella mentre dentro al casco echeggiano bestemmioni paurosi. Un chilometro piu' avanti mi scappa l'occhio su degli stracci "seminati" nella scarpata di destra. Stavolta sono i miei. Riconosco un mio maglione sbrindellato su una rete, ridotto a uno straccio per pavimenti. Fermo di nuovo, scavalco il guard-rail, poi una fottuta rete di recinzione di filo spinato che avevano messo li' neanche a farlo apposta. Eeeee..."ssstrrraappp!!!" Pauroso "sette" nei pantaloni della tuta antiacqua quasi nuova. Stavolta il bestemmione spaventoso sovrasta il frastuono del mostruoso tir olandese che passa in quel preciso istante. Recupero le mie povere cose, mezze distrutte. Non s'e` salvato niente, ritrovo solo la scarpa sinistra, della destra non c'e` traccia. In compenso per lo spiaciccamento di qualche camion e` aumentata di almeno tre numeri (dal 42 al 45). Gli automobilisti che sfrecciano via mi strombettano col clacson, li mando a quel paese. Quando risalgo la scarpata con la mia bracciata di stracci schifosi si ferma una volante della stradale. Interrogatorio, documenti, grandissimi rompicoglioni. Spiego la cosa, infine mi lasciano andare, sotto pesanti sguardi di commiserazione, neanche fossi un pezzente. Agh * * * "BEVA CHE FA SANGUE! ================================================ avventure "enologiche" nelle fazendas brasiliane ------------------------------------------------ BY AGH Rodeio, Brasile 1991. Quando si capita in una zona vinicola bisogna stare attentissimi. C'e' sempre qualche agricoltore che vuole farvi assaggiare il suo vino, quello che, a sentir lui, e' l'unico veramente buono e non sofisticato di tutta la regione. Se poi sentono che provenite dall'Italia, terra di vini per eccellenza, siete fottuti. Mi trovavo nel sud del Brasile, in viaggio nelle comunita' trentine dello stato di Santa Catarina. In questa parte del paese la coltivazione della vite e' piuttosto diffusa e, in certe zone, si produce anche un vino passabile. Vino passabile ma ben lungi dal vino che si fa in Italia, dove la tradizione vinicola e' ben piu' antica e consolidata di quella brasiliana. Purtuttavia qui in Brasile ci sono molti contadini che, magari insieme alle banane, coltivano la vigna e si piccano di produrre vino in proprio, magari avviando anche delle piccole attivita' commerciali. Naturalmente sulla qualita' di questi vini ci sarebbe molto da opinare... Sara' per il tipo di vitigno, il clima, la terra, la fermentazione, la lavorazione o che so io, ma il vino fatto in casa che ti fanno assaggiare i contadini e' quasi sempre una cosa abominevole. Prima o poi vi capitera' di essere bloccati in qualche "fazenda" dove, con fare cerimonioso, il contadino-vignaiolo di turno vorra' farvi assaggiare la sua ignobile bevanda. E, naturalmente, a nulla servono le vostre resistenze. E cioe' che siete astemio, che avete la cirrosi, che avete un cancro al fegato... Il vignaiolo subito si adombra, e con uno sguardo severo vi fa capire che se non assaggiate almeno un bicchiere s'offonderebbe a morte. E poi via, non potete fare i cafoni e fare un torto a un povero cristo che smania per farvi assaggiare il suo vino. E dunque, volenti o nolenti, ci si rassegna di buon grado alle "degustazioni". Che sono quasi sempre una cosa tragica. Vi porgono subito un bel bicchierone di vino bianco, color giallo urina pallido. Resistendo alla tentazione di turarvi il naso, trangugiate il primo sorso... Poi riprendete fiato, leggermente sollevati perche' i vini bianchi di solito sono quelli che fanno meno schifo. -Allora, com'e'?- fa il "vignaiolo", ansioso di ricevere un vostro apprezzamento... -Ottimo, veramente...- mentite in modo spudorato. -Ecco, provi il rosso!...- dice il contadino, felice come un bambino per i vostri complimenti... Cercate di respingerlo con un patetico -Ma veramente, mi gira un po' la testa...- -Beva, beva che fa sangue!- fa lui implacabile. Ingoiate anche il rosso, stavolta tutto d'un fiato per far finire in fretta quel supplizio. Porgete il bicchiere al contadino ansimando, e lui fa -Buono eh?- -Neh, non male, non male...- dite voi, mentre fate degli sforzi indicibili perche' la vostra faccia non si rattrappisca per il disgusto. E via con un altro bicchiere riempito fino all'orlo, perche' non bisogna mai fare l'errore madornale di bere tutto d'un fiato: in questo caso continuano a riempirvi il bicchiere finche' non vi portano via a braccia. Ma questo l'ho imparato dopo, con l'esperienza, dopo aver bevuto ettolitri di schifezze. Bisogna dirlo, certi vini brasiliani hanno un gusto assolutamente indescrivibile. Spesso sono anche superadulterati. Con che cosa non si sa, di sicuro c'e' che durante la fermentazione vengono aggiunte dosi industriali di zucchero per far alzare la gradazione alcolica... Alla prima sorsata sembrano effettivamente o vagamente vino, certo non del migliore, poi sopravviene improvvisamente uno strano gusto che sembra, a seconda dei casi, di spinaci o di zucchine. Talvolta anche di melanzane... Non ho idea di come cristo facciano ad ottenere vini del genere, ma un fatto e' certo: e' quasi impossibile berli senza buttare indietro la testa. Almeno per noialtri "cresciuti" a Teroldego, Merlot e Marzemino. Un paio di "degustazioni" in un pomeriggio, in giro per qualche fazendas, sono piu' che sufficienti per stroncare anche il piu' collaudato e turpe degli avvinazzati. by Agh * * * UNA SETTIMANA A LONDRA ================================================== botte di culo: resoconto di una favolosa settimana a Londra vinta con una caccia al tesoro -------------------------------------------------- DI EMANUELE TUMMINIA Ciao! eccovi un breve (?!?) resoconto della splendida settimana a Londra. Ovviamente vado a memoria e potrei dimenticare varie cose. Premetto che il viaggio fu fatto in seguito alla vincita del biglietto aereo a/r in una caccia al tesoro. [Abbi almeno il pudore di non farcelo sapere! N.d.e] :) Sabato 24 Settembre 95 Arrivo a Heatrow circa a mezzanotte, telefonata a casa della serie "sano e salvo" ;), ricerca (inutile) di un cetro informazioni, sconvolgente scoperta che i BUS londinesi a mezzanotte staccano, e che i taxi sono estremamente cari. Fortunatamente ci informano che stava per partire l'ultima corsa della metropolitana. Corsa al botteghino per i biglietti e alla fermata. Entrata in metro` stile "orda di barbari" con quintali di bagagli, in puro stile vacanziero italiano. Impossessamento di un vagone del metro` con sguardo sospettoso dei pochi viaggiatori. Chiaccherata di un paio di ragazzi australiani con le nostre compagne di viaggio, ormai in brodo di giuggiole, e quasi decise a seguirli in capo al mondo. Arrivo alla stazione di Euston (mi pare, non ero molto lucido ormai) e scarpinata con bagagli fino in albergo, in Upper Woburn Place. Nel tragitto, scoperta che le prostitute londinesi sono uno schianto! ;-9 Domenica 25 Settembre Dopo la sistemazione in albergo (molto confortevole devo dire), e poche ore di sonno (si fa per dire, non riuscivo a prendere sonno, troppo estasiato dal suono del Big Ben :)), appuntamento con gli altri alle 9.00 nella hall. Come al solito gli ultimi sono arrivati alle 10.00... :( Alla stazione della metropolitana, acquisto delle tessere settimanali per usufruire dei mezzi pubblici nelle zone 1 e 2. Visita, su mia proposta, al famoso Petticoat Lane Market, esclusivamente domenicale. Quindi, sempre in metropolitana si va a visitare St.Paul (bella la messa protestante, molto coreografica) e dintorni. Ritorno in bus, ovviamente sistemati al piano superiore. Colazione in un fast food, quindi per digerire, camminata a piedi passando da The Monument, costeggiando il Tamigi, guardando (sull'altra sponda) l'HMS Belfast. Nel pomeriggio visita della Torre di Londra (stupendo il First Star of Africa, una delle cose piu` belle al mondo, secondo me) e passaggio sul Tower Bridge. Ritorno in albergo e cena a base di uova. In serata, ormai esausti, breve visita di una piccola parte (gli altri hanno desistito) a Piccadilly Circus, sotto una leggera pioggerellina. Lunedi` 26 settembre Vista l'esperienza del giorno precedente, decisione drastica: mi sveglio alle 7, doccia, brevissima colazione (un bicchiere di latte), e alle 7,30 sono in giro da solo nei pressi dell'albergo. Decido di visitare il vicino college, e lo trovo MOLTO interessante... ;-9 Decido che conviene approfondire anche il giorno dopo! :) Torno in tempo per l'appuntamento alle 9.15 in albergo. Si va in bus fino a Hyde Park Corner, da li` a piedi attraversiamo Green Park (bellissimo!), passiamo davanti a Buckingham Palace, incontriamo quello stronzo di Oreste Lionello, che quasi fugge per non farsi stringere la mano e poi dice alle ragazze (incazzatissime) che parlano con la bocca troppo aperta, da cui si vede che sono palermitane... Prosecuzione della camminata attraverso lo splendido St.James Park, pieno di anatre selvatiche, oche e scoiattoli (c'era anche un altro tipo di fauna, ovviamente, ma inutile che lo faccia notare perche` tanto quel tipo di fauna era quasi ovunque :)).Coro di vaffanculo delle ragazze a Lionello, avvistato in lontananza. Veloce passaggio da Palament House e Big Ben, visita a Westminster Abbey (bellissima, secondo me piu` di St.Paul) in cui assistiamo alla messa cattolica, molto suggestiva. Breve sosta con consumazione dei panini preparati in albergo. Passaggio presso Horse Guards. Sosta a Trafalgar Square, tra un nugulo di piccioni. Passeggiata a Piccadilly Circus. Pomeriggio a Oxford Street. Mi rendo conto che non e` possibile passeggiare a Oxford Street con le ragazze, che si fermano ad ogni negozio... Cena in albergo con la pasta portata da alcuni ragazzi nelle valige. Serata al Trocadero, fino alle 11,30 circa, perche` gli altri temevano di non trovare piu` mezzi pubblici per tornare in albergo. :-( Martedi` 27 Settembre Ormai e` diventata per me un'abitudine alzarmi prestissimo, fare una bella doccia (a proposito, il clima di Londra non e` cosi` inclemente come pensavo, in realta` anche quando fa freddo e` un freddo meno pungente e piu` sopportabile dei nostri 'geli' notturni e non) e uscire intorno alle 7.15. Anche per oggi decido di fare una bella passeggiata dentro il College of London (chissa` perche`... ;)). I ragazzi del college si organizzano in un enorme corridoio verso le 8.00 del mattino sistemando una fila di banchi da ambo i lati del corridoio e ogni gruppetto, rappresentente di un club o organizzazione di studenti, se ne prende un paio affiggendo cartelloni, distribuendo brochures, informazioni e roba del genere. E` incredibile il numero di club dagli interessi piu` disparati che esistono nel college, dal club degli amanti della vela a quello dei pacifisti ai gruppi etnici, etc. Ho raccolto piu` per curiosita` (e anche perche` c'erano delle 'standiste' carine) che per altro un sacco di materiale, quindi sono arrivato in un piano dove, pensa un po` c'era una enorme teca con all'interno il corpo del primo rettore del college, il cui ultimo desiderio fu di essere imbalsamato nella sua posa abituale in ufficio dedito al proprio lavoro, ma non basta, la testa doveva essere imbalsamata a parte e esposta in non mi ricordo quale museo. Ed in effetti cosi` e` stato fatto, e le sembianze dell'augusto rettore sono state riprodotte con una testa in cera, sul corpo 'originale'. Un po` macabro, ma curioso e suggestivo. Ore 9,00, appuntamento con gli altri. Partenza dall'albergo col solito ritardo. Visita al famoso museo delle cere di Madame Tussaud, in cui ho scattato alcune foto, tra le quali una comicissima in cui improvviso un meeting informale con Michail Gorbaciov. D'obbligo dopo una puntata al Planetarium (in cui la maggior parte si e` concessa una penichella nell'ora buona di proiezione), interessante ma non troppo entusiasmante. Qui comincia la prima fase di scissione nel gruppo. Dopo un pasto a base di hamburger, vista l'intenzione degli altri di tornare a girare per negozi, con uno dei componenti del gruppo decidiamo di astenerci, e dopo una puntata d'obbligo a Baker Street (sono un appassionato lettore dei romanzi di Conan Doyle) senza peraltro entrare nel museo a pagamento, visto il salasso al museo delle cere, ci siamo recati a Hyde Park. Qui abbiamo approfittato delle comode sdraio messe a disposizione della cittadinanza per goderci un po` di pace e riposo, nella splendida cornice della Serpentina (il lago interno al parco). Quindi dopo alcune foto siamo ripartiti alla volta dello Science Museum, che dopo le 16,30 e` gratis! ;-) Qui c'era appuntamento con gli altri, e dopo una visita, putroppo breve (ma per vedere tutto occorrerebbero giorni) ma molto bella (sicuramente il museo piu` interessante), ho tentato, senza fortuna, una corsa al vicino Natural History Museum (gli altri hanno preferito aspettare appollaiati su una panchina). In serata, passeggiata tutti insieme a Leicester Square e quindi di nuovo al Trocadero, stavolta almeno fino a un po` piu` tardi. Ritorno in albergo e a nanna! Mercoledi` 28 settembre Rituale passeggiata mattutina e visita al dipartimento di Electronic Engineering dell'UCL (anche li` facce da scoppiati: tutto il mondo e` paese! ;)) quindi tentativo di visitare, col mio fido libretto universitario, il Department of Computer Science, ma il responsabile arrivava alle 10, quindi nulla da fare... Ah, quasi dimenticavo, oggi si e` deciso di fare un 'free day', ovvero, ognuno per i c***i suoi. C'e` chi si organizza in gruppi di due o tre, anche per il problema della lingua (con mia sorpresa ho scoperto di essere quello che se la cava meglio, nonostante il mio inglese decisamente pessimo, specie nella pronuncia, ma al peggio non c'e` fine...), ma io, anche alla luce degli interessi diversi tra i membri del gruppo, preferisco andare solo, oltretutto essendomi reso conto di orientarmi a Londra meglio che nella piccola ma caotica Palermo. Cosi` eccomi libero e bello ;-) alla conquista della citta`! Foto ricordo alla maestosa Telecom Tower (180 mt.), di cui ho il rimpianto di non aver tentato l'ascesa (tramite gli appositi elevatore, ovvio, ma non volevo perdere tempo per il mio cospicuo ruolino di marcia). Quindi lunghissima camminata fino al Regent's Park, splendido, il piu` bel parco visto a Londra (ma mi manca Hampsted Heat e i Kew Gardens...). Qui oltre che le bellezze naturali ho potuto ammirare la bellezza di una scozzesina di nome Jane che mi ha rubato il cuore, molto somigliante alla bellissima Winona Riders (si scrive cosi`?!?). Beh, dopo un indimenticabile mattinata passata praticamente con lei, in giro per i viali del Regent's Park, e poi per le strade di Londra fino all'universita`, dove lei doveva recarsi (tra l'altro una ragazza intelligentissima, appena laureata, e iscritta al primo anno di un altro corso di laurea... sob! quanti rimpianti... :-((((((((((((((((((((), stanco ma deciso a continuare nel mio programma della giornata, che aveva subito un piacevole ritardo, mi reco ad Oxford Street per acquisti di pensierini da portare ai miei quindi visito il Berwich Market, dopo di che passo per la famosa Soho, piena di negozietti molto... particolari! In uno di questi, mentre tra il curioso e il divertito osservo la 'merce', incontro due ragazze italiane di Torino (se ricordo bene), intente a 'curiosare' anche loro. Dopo una piacevole chiaccherata, finisco la visita a Soho passando per Chinatown, meno pittoresca di quel che mi aspettavo, quindi pranzo con i panini preparati la mattina in albergo nella piazzetta di Soho, tra decine di giovani che facevano lo stesso, nel massimo della disciplina e del rispetto per il verde pubblico. Breve sosta per il 'pranzo' dunque, poi riparto per Covent Garden, dove ho l'opportunita` di assistere agli spettacoli veramente divertentissimi degli artisti di strada, che li` sono dei veri professionisti! Giro tra i banchi del mercato, quindi direzione Tamigi e foto (fatta da una sensuale turista di passaggio) sotto il Cleopatra's Needle. Tentativo di raggiungere il Museum of Moving Image, ma era ormai orario di chiusura. Quindi attraversato il Waterloo bridge, prendo un bus per recarmi a casa di uno zio di Davide, che mi aveva chiesto il favore di fargli avere un piccolo (per fortuna! ;-)) pacchettino (la solita 'roba' ovviamente! ;-) Scherzo, Dav! :)). Da notare che fino a quel momento, dalla partenza dall'albergo alle 7.30, non avevo fatto uso di nessun mezzo pubblico, ma mi ero fatto tutto 'on foot'! Dopo un bel piatto di pasta, che da diversi giorni ormai vedevo solo in sogno :), lo zio di Davide mi ha gentilmente riaccompagnato in albergo con la sua auto. Per concludere la serata, appuntamento con gli altri in albergo e decisione di andare all'Hippodrome. Qui troviamo un ambiente niente male. Unica lamentela da fare: il livello sonoro e` tenuto davvero eccessivamente alto, alla soglia del dolore... :( Anche se non sono un amante delle discoteche, mi diverto da matti, e quando appena a mezzanotte le romp... ehm, le ragazze del gruppo decidono che e` tardi e ripetono la solita manfrina della metropolitana che chiude, etc, mando tutti al diavolo e resto da solo. Da solo si fa per dire, perche` intanto avevo adocchiato la dolce Melanie, una rossa di Liverpool da urlo... Morale della favola, ritorno in albergo intorno alle 6,30 del mattino, e non mi curo nemmeno del 'sacco' preparatomi dai miei simpatici compagni di viaggio, troppo stanco per fermarmi davanti a un sacco, per giunta fatto male... :) Giovedi` 29 settembre Reduce dalla 'movimentata' notte di cui scrivevo nella 'puntata' precedente, dopo appena 2 ore di sonno, mi preparo con gli altri per la visita al British Museum. La scelta e` stata di certo poco felice, perche` nonostante il museo si trovasse solo a pochi isolati dall'albergo, il sonno e la stanchezza hanno compromesso quella che poteva essere una visita affascinante. E se gli altri gia` si trascinavano a fatica tra le innumerevoli sale e scalinate del museo, io mi aggiravo come uno zombie tra resti faraonici e reperti assiro-babilonesi. Comunque cio` non mi ha impedito di ammirare le splendide mummie egizie, i magnifici volumi della enorme biblioteca (tra i quali la Magna Charta), l'affascinante stele di Rosetta. Poi non c'e` l'ho piu` fatta e mi sono goduto una ventina di minuti di riposo sulle scalinate del British, mantre gli altri completavano (si fa per dire, occorrerebbero settimane) la visita. Dopo, pausa in un vicino locale dove servivano dell'ottimo yogurt gelato, anzi, mi sovviene che devo provare a farlo in casa, era semplicemente divino! Essendo tardi, fallisce prima di cominciare il mio tentativo di andare al M.O.M.I. (Museum Of Moving Image) e dopo un breve giro (con uno solo del gruppo, gli altri, poveretti, erano troppo stanchi! ;)), torniamo in albergo per il pranzo (fatto come al solito in economia, grazie ai supermercati locali). Nel pomeriggio visita diurna alla zona di Piccadilly, finora vista solo di notte, ancora una volta scarpinata in Oxford Street (Uff!), quindi ritorno in albergo in bus e cena, sempre in albergo. Dopo cena esco ancora una volta da solo, causa stanchezza cronica degli altri (ma non ero stato io a rientrare in albergo alle 6,30 di mattina?!?). Giro un po` nei pressi di Leicester Square, e chi faccio conoscenza con un paio di ragazze di Cagliari, temporaneamente a Londra per un corso di inglese. Una delle due, Silvia, e` abbastanza carina, anche se un po` bassina, e cosi` decido di 'agganciarmi'! ;-) A un certo punto a Silvia viene l'infausta idea di entrare in un pub... infausta perche` solo dopo essere entrati, stupiti dalla strana atmosfera di esaltazione nell'aria e dalla folla inusuale di gente, ci siamo accorti che gli avventori, tutti inglesi, stavano assistendo in TV ad una partita. Proprio in quel momento il locale esplode in un urlo disumano! Evidentemente una squadra aveva segnato. Incuriosito chiedo (in inglese) ad un tizio di che partita si tratta. Quello, evidentemente compiaciuto esclama: Aston villa - Inter- Milan 1-0!!! Al che senza dire una parola faccio subito cenno alle mie nuove amiche di non fiatare, sussurrando loro la poco felice situazione in cui ci trovavamo! :) Cosi` ci siamo defilati! Il resto della serata passa in maniera abbastanza divertente, girando qua` e la` per il centro. Dopo essermi dato un appuntamento per il giorno dopo con le due italiane, torno in albergo e chiaramente sprofondo in un sonno profondo appena sfioro il letto! :-) Venerdi` 30 settembre La vacanza e` purtroppo agli sgoccioli, e decido di ottimizzare al meglio il percorso del giorno, spostandomi ancora una volta da solo. Prima tappa: Portobello's Road. Scendo alla stazione di Nothing Hill Gate, chiedo informazioni ad un anziano englishman originale, con tanto di pipa e bastone da passeggio, quindi mi avvio lungo la strada zeppa di negozi e bancarelle di antiquariato e merci varie. Ad un tratto vedo un bel chiodo esposto e cosi`, dopo qualche contrattazione, per sole 45 sterline vengo in possesso del mio adesso inseparabile giubbotto. Felice per l'acquisto, mi riavvio verso la stazione della metropolitana, e nel tragitto incontro le due piu` belle ragazze viste a Londra. La prima, anche se la vedo solo di sfuggita, e` una splendida bionda che sembrava uscita da un film, di una bellezza sofisticata ed assolutamente straordinaria. L'altra invece, come direbbe Giuseppe Scalici, era decisamente 'fuori-standard'! Avete presente la prosperosa ragazza della pubblicita` di una mortadella?!? Bene, immaginatevi una ragazza con due 'grazie' come quella li`, ma anziche` essere grassoccia e rotondetta, al contrario perfettamente snella e minuta (anche non molto alta), con lineamenti delicatissimi ed un volto angelico con due occhi incredibilmente celesti, incorniciato da splendidi capelli ricci biondo-castani. Non credevo ai miei occhi, e dopo un attimo di stupore ed inconscio calcolo del baricentro della ragazza, assurdamente spostato in avanti :- 9, venivo combattuto fra la contemplazione di quel viso bellissimo e lo sguardo concupiscente delle sue sensuali forme, messe in evidenza da un decolte` vertiginoso e poco consono alla temperatura del luogo... Purtroppo la tipa era ad una fermata in compagnia della (suppongo) madre... Quasi senza accorgermene, mi sono ritrovato a chiederle informazioni idiota sui bus che passavano di li` (pero` in effetti potevano essere credibili se non ci fossero state una ventina di persone prima di lei cui avrei potuto chiedere :)). Beh, almeno ho appurato che aveva anche una dolcissima voce, molto raffinata e gentile. E poi qualcuno osa dire che le londinesi non sono affatto belle... Cosi`, con ancora viva l'immagine di quei... begli occhi, mi reco all'appuntamento con le amiche di Cagliari ad Hyde Park (ovviamente mi astengo dal fare confronti...). Dopo aver pranzato allegramente in loro compagnia ed esserci salutati, controllo la mia tabella di marcia, ed avendo a disposizione abbastanza tempo, mi muovo a piedi lungo Marble Arch ed Oxford Street, con l'intento di trovare un CD di Tori Amos edizione speciale per un amico. Mentre vado girando inutilmente (ma non tanto, dopotutto era un'esperienza assolutamente nuova visitare immensi negozi come quelli) i vari Virgin Megastore e simili, incontro il simpatico napoletano gia` conosciuto davanti il Buckingam Palace qualche giorno prima con la sua famiglia. Anche lui aveva lasciato moglie e figlia a girare per i negozi di Oxford Street ed aveva deciso di visitare il MOMI. Essendo la mia prossima tappa, mi aggrego, e insieme prendiamo il bus per Waterloo Bridge. Il MOMI si rivela una interessantissima panoramica della storia del cinema, forse un po` meno sensazionale di quanto mi aspettassi, ma decisamente vale il prezzo del biglietto. Quindi mi commiato dall'amico napoletano, che tra l'altro si rivela un'ottima guida nel museo, essendo un appassionato di cinema, e mi dirigo alla volta del National History Museum, che mi ero perso due giorni prima. Essendo gia` tardi (c'e` sempre il particolare che e` gratuito solo dopo le 16,30 ;-)) riesco a vedere ben pochi saloni, ma ne vale certamente la pena, poiche` comincio proprio dal suggestivo safari dei dinosauri, con automi animati che riproducono abbastanza fedelmente i grandi rettili preistorici, in ambienti ricostruiti meticolosamente. Arrivata l'ora di chiusura del museo, vado un po` in giro a piedi e in bus, quindi ritorno in albergo dove ovviamente trovo i miei poltroni amici rientrati da un bel pezzo. Consumata una cena frugale, esco nuovamente da solo, ma stavolta non me la sento di dargli torto. Non tutti infatti reggono una serata heavy metal! Stavo infatti per recarmi ad un locale dove, secondo le indicazioni datemi da uno studente del college di Londra (appartenente appunto al club degli amanti del rock) si teneva una delle piu` belle serate thrash-heavy-hard, decisamente poco indicata agli animi fragili ed impressionabili dei miei amici! ;-)))) La visione che ebbi fu apocalittica: una vera e propria discoteca heavy metal, con fumogeni in pista, metal a tutto volume, birra a volonta`, e tra la folla di 'appassionati' del genere, piuttosto variopinta e stravagante, le figone piu` impressionanti e meno vestite che abbia mai visto! Un pubblico che non mi sarei mai aspettato di trovare in una serata heavy qui da noi (per quelle poche che se ne fanno). Per quello che mi riguardava mi sentivo in paradiso... o all'inferno?!? Beh, il confine era davvero impercettibile! :) Dopo una notte passata a ballare freneticamente al ritmo potente e martellante del metal (ma anche hardcore, alternative, indie, underground, etc.), sorgeva l'alba sulla mia ultima giornata a Londra. Sabato 1 ottobre Non volevo assolutamente perdermi il mercato del fine settimana a Cmden Town, cosi` questa era la prima tappa della mattina, anche questa 'solitaria'. Il mercato era davvero immenso, e vederlo tutto e` stata un'impresa. A quel punto mi restava ben poco tempo, e dopo una scappata in centro per gli ultimi acquisti ho avuto appena il tempo di rifocillarmi con un eccellente ed abbondante porzione di fish&chips, per tornare in albergo e prendere i bagagli. Nella via del ritorno incontro il gruppo dei mie 'precisini' compagni di viaggio che dopo appena quattro minuti di mio ritardo all'appuntamento concordato, erano gia` diretti in aereoporto a qualche centinaio di metri dall'albergo! Guarda un po`, proprio alla fine del viaggio avevano riscoperto la puntualita`... Caso ha voluto che, partito almeno dieci minuti dopo di loro alla volta di Heathrow, li` in aereoporto alla mia richiesta di informazioni, il personale, gentilissimo, mi informa che posso evitare la trafila del check in tenendo il bagaglio con me e depositandolo semplicemente prima di entrare in aereo, evitando la coda che invece poi seppi gli altri stavano facendo. Cosi`, stupito dall'assenza degli altri (ed invero un po` preoccupato per loro) con i bagagli a seguito sistemati nell'apposito carrello, mi potevo girare tranquillamente l'enorme terminal n.1 per i voli europei (peccato che quello del concorde era il terminal n.4!). Al momento della convalida del biglietto, mi capita un episodio curioso e divertente: la hostess (molto molto carina) chiede se qualcuno dei presenti fosse italiano e capisse l'inglese, al che mi faccio avanti io; il problema era che bisognava annunciare un ritardo di due ore dell'aereo (italiano ovviamente,si sentiva gia` l'aria di casa, con la cara vecchia inefficienza nostrana! :() proveniente da Napoli, e la hostess non sapeva un'acca di italiano, cosi` dopo che lei annunciava il ritardo in inglese, io lo ripetevo in italiano, a favore dei tanti connazionali che non conoscevano l'inglese. Certo, da` una strana sensazione sentire la propria voce dagli altoparlanti di un aereoporto immenso come Heathrow, con centinaia e centinaia di persone che ascoltano! :-)))) Riconoscente (quasi quasi le chiedevo il numero di telefono ;)) la hostess mi assegna il posto migliore vicino ai finestrini, quindi mi avvio per l'imbarco. Solo mentre stavo per salire in aereo arrivano gli altri del gruppo, che intanto avevano perso un sacco di tempo per il check-in. Un inconveniente ritarda di un'ora buona la partenza: il comandante annuncia che il numero di bagagli non coincide con il numero di quelli registrati, e che bisogna scenderli tutti a terra per un controllo. C'era anche la possibilita` che dovessimo scendere per un riconoscimento dei propri bagagli. Immediatamente la polizia scarica tutte le valigie a terra, e dopo una attenta verifica trova il bagaglio sospetto (che non risultava appartenere a nessuno dei passeggeri) lo carica in un furgone blindato e riparte a sirene spiegate... Confesso di aver avuto un brivido pensando a cosa potesse contenere qualla valigia... Comunque tutto e` bene quel che finisce bene, e dopo aver riportato a bordo tutto il resto dei bagagli, l'aereo decolla alla volta di Punta Raisi, riportando a casa tutti noi, tranne il mio cuore, che e` rimasto a Londra... Il mio racconto finisce qui, anche se saranno sicuramente tante le cose che mi sono sfuggite, e le impressioni che non si riescono a trasmettere in un semplice messaggio buttato giu` in poco tempo. Potrei parlare ancora della incredibile civilta` ed educazione civica degli inglesi, o della loro simpatia e disponibilita`, o ancora della perfetta efficienza di tutti i servizi pubblici, della bellezza delle stradine londinesi, dell'atmosfera dei pub e delle passeggiate lungo le sponde del Tamigi, ma mi rendo conto di avervi gia` fatto una capoccia cosi` con i miei ricordi, quindi termino qui, proponendomi di tornare quanto prima nella capitale britannica! Emanuele Tumminia 2:335/521.1 * * * VITA DA CAMPER ================================== vantaggi e svantaggi del viaggiare in liberta'su quattro ruote ---------------------------------- DI ROBERTO LIO Sicuramente molti di voi hanno visto un camper, una roulotte, molti di voi avranno visto gli interni, alcuni ci avranno anche viaggiato. Ma cosa spinge molta gente ad amare questo modo di viaggiare, credo che non si possa spiegare. Da 22 anni viaggio con i miei genitori, all' inizio in tenda, poi il grande salto alla roulotte, e poi finalmente approdati al camper. Ovviamente, tutto quello che danno questo tipo di mezzi, e' legato soprattutto all' indipendenza totale, e' come viaggiare con la propria casa, ad un elevato risparmio nei viaggi, possibilita' infinite di fare conoscenze con appartenenti a questo mondo e non, e molte altre piccole cose che si posssono scoprire soltanto viaggiando. Giustamente molti di voi penseranno che il costo di un mezzo come questo, puo' togliere sicuramente la voglia di provarlo. Io non sono di questo parere. Analizziamo i vantaggi, gli svantaggi, il tipico viaggiatore in camper, i costi. Quello che diro' si riferisce ad un autocaravan mansardato, e non ad una roulotte: ma questa non e' una limitazione, con una roulotte si possono fare le stesse cose che si fanno col camper, con in piu' la possibilita' di muoversi con l' auto nelle varie citta' e con in meno la possibilita' di cucinare o di fare la pipi durante il viaggio. Camper ed autocaravan, si possono considerare sinonimi, anche se i mezzi sono diversissimi. Oltre all' estrema versatilita' di utilizzo, di movimento, i vantaggi si possono riscontrare in ogni viaggio. Ovviamente, per organizzare i fine settimana non bisogna prenotare niente, si puo' andare in zone sprovviste di alberghi, in riva al mare, o in montagna nei boschi, essendo il camper un mezzo estremamente "verde", si puo' decidere di partire improvvisamente, ti puoi portare gli amici, con notevole risparmio, mangi quello che solitamente mangi a casa, non ti devi preoccupare per "bisogni urgenti" anche durante la marcia; e durante la marcia si puo' preparare da mangiare, dormire comodamente, praticamente si evitano tutte le soste non previste, escluso quelle per sgranchirsi le gambe o per il cambio del guidatore (con mio padre abbiamo fatto piu di duemila chilometri in un giorno e mezzo, praticamente dal nord Italia al Sud.) Puoi portare con te i mezzi del tuo sport preferito, avendo a disposizione un campo-base. Se vuoi andare in giro per l' Europa, puoi dormire all' ombra della Tour Eiffel, o nel centro di Berlino, o dormire al caldo a Capo Nord, o nel punto preciso dove inizia il circolo polare artico, e di posti particolari ne potrei elencare all' infinito, come quella volta che abbiamo dormito in un paesino francese, in una piazza dove doveva passare il Tour de France, con conseguente sgombero forzato alle 3 di notte da parte della Police, ma questa e un 'altra storia. Ovviamente tutto questo non si deve scontrare con le leggi di ogni paese o con la pericolosita' di stare in una citta' estera come Istambul in strada. Ma se si vogliono evitare campeggi, si puo' dormire anche dentro il giardino del museo di Ankara, prendendo il te alla menta con i custodi dello stesso. Le conoscenze che puo' dare l'essere uno spirito libero, non si possono descrivere: puoi conoscere laureati in medicina curdi che conoscono 7 lingue che hanno preclusa la professione, e che il padre gli aveva pure comprata la moglie, puoi fermarti a 2 metri da un'aquila reale in mezzo a una strada o scappare da un bosco, mentre fai pipi', perche' sei circondato da serpenti. Puo' sembrare il racconto di un viaggiatore estremo, ma tutto questo si puo' svolgere a 2 passi dall' Italia. E puoi anche incontrare la donna della tua vita. Certo, i vantaggi sono tanti, e come ho detto prima, difficili da elencare, se non si prova un viaggio col camper. Ma passiamo agli svantaggi. Ovviamente, viaggiare in camper, a meno che non si abbiano a disposizione svariate decine di milioni, non e' come andare in albergo. Devi riuscire a vivere in una decina di metri quadrati, senza nessuna intimita', devi riuscire ad adattarti ad uno spazio estremamente esiguo per chi non e' abituato, devi imparare che tu fai parte di un equipaggio e che devi sempre darti da fare, per qualsiasi problema che puo' accadere o per quelle incombenze che solo un camper o una roulotte puo' dare. Una vacanza col camper non e' mai una vacanza di tutto riposo, e' sopratutto una vacanza che ti puo' far scoprire aspetti che a chi sta in un albergo sono preclusi, (come quella delle panelle, chi e' palermitano sa cosa sono, fatte in un viale di Vienna, e la gente che passa e le vuole assaggiare). Quindi il maggiore svantaggio e' la promiscuita', il poco spazio, un numero elevato di compromessi che devi prendere con chi stai, o anche quello di essere etichettato come zingaro, o il dover sottostare a delle leggi inique, o essere etichettato come ricco perche' hai il camper, con conseguente salasso da parte dello Stato di tanti bei soldini. Il costo puo' essere sempre relativo, perche' un buon usato puo' costare come una utilitaria di oggi, e per chi vuole provare uno spaccato di vita in camper c'e' sempre la possibilita' di affittarlo. Per me gli svantaggi finiscono qui, ma io non sono obiettivo. Molti di voi ne avranno gia' trovati tanti altri. Comunque, il tipico viaggiatore, puo' essere una persona con famiglia, che ha voglia sempre di conoscere, di girare, di non fermarsi mai molto in uno stesso posto, a cui non serve la vacanza tutto compreso o tutto riposo, ma ha solo voglia di conoscere, che non guarda agli svantaggi di una vita da camper, e che ha una moglie che non si lamenta che anche in vacanza deve cucinare e che egli stesso non si lamenta che anche in vacanza deve guidare. I figli non devono essere troppo grandi, pena la completa indifferenza a questo tipo di vaggio con conseguente distacco dai genitori (i ragazzi in eta' puberale sono molto difficili da gestire), ma se non si vuole rinunciare, trovare un equipaggio che si accodi a voi con figli della stessa eta', magari di sesso opposto :-). Ovviamente la maggiore convenienza si ha quando si ha una famiglia, o almeno quando si e' piu' di 2 persone, specialmente nei viaggi molto lunghi (sono esclusi i fine settimana con la propria donna o col proprio uomo). Andiamo a quello che a prima vista potrebbe essere la nota dolente di tutto questo discorso: i costi. Ovviamente per primo viene l' investimento principale, il mezzo. Il costo di un autocaravan nuovo oggi si aggira sui 40 Milioni per un Entry Level, ai 150 di un superlusso americano di 12 metri di lunghezza. Ovviamente il mercato dell' usato e' vastissimo e come dicevo prima, al costo di un utilitaria nuova si puo' trovare qualcosa per iniziare. Oltre all' investimento iniziale, c'e' la tassa di possesso, che puo' andare dalle 500mila al 1.500.000 l' anno, piu' l' assicurazione, circa 1.000.000 che e'importantissima, sopratutto per salvaguardare quelli che vengono con te. Questi sono i costi fissi, che si aggiungono agli eventuali tagliandi, anch' essi importanti, per avere una vacanza sicura, vari liquidi di consumo e al rimessaggio, che puo' essere opzionale. Ma andiamo ai vantaggi, e vi faccio un esempio: Prendiamo il piu' economico degli alberghi nei miei paraggi. Nel periodo natalizio, alloggio e vitto in un rifugio in montagna, va dalle 100.000 alle 150.000 a notte a persona, piu' la benzina per l' auto per arrivare in quel posto, che dista 150Km dalla mia citta'. Quindi per una settimana , una coppia in un rifugio paga 600/800.000 a persona + mettiamo 100.000 di benzina, che comprende anche spostamenti eventuali. Totale: dal 1.200.000 a 1.700.000 per una settimana bianca alle porte di Palermo per due persone. Col camper, in due si possono spendere 80.000, massimo di Diesel, un 200.000 per il cibo che ti porti appresso (esageriamo), 10.000 lire di gas auto per la bombola, e nessuno ti proibisce di andare al ristorante mangiando dove voi. Totale: arrotondato 300.000 per due persone come spese fisse ovvero un risparmio netto che va dalle 900.000 a piu di un milione, e con questi ti sei gia' pagato il bollo. E ovviamente piu' si viaggia, piu' compensi quello che paghi allo Stato. Non credo che ci sia molto da aggiungere, il risparmio in un viaggio e' garantito, e piu' si e', piu' si risparmia: in viaggio col camper, quello che incide di piu' e' il carburante, e paese che vai, prezzo del carburante che trovi, sempre piu' economico che in Italia, anche col cambio sfavorevole. Roberto Lio 2:335/511.9 * * * "GLI HUSKY SONO DEFICIENTI?" ============================================ Chi l'ha detto che i cani sono intelligenti? A spasso con gli husky nello Yukon canadese -------------------------------------------- bY AGH Whitehorse (Yukon, Canada), maggio 1987. Lo svizzero che ci ospitava a Whitehorse, oltre ad una moglie, aveva anche tre cani: Pancho, Sascha, Foxi. Quest'ultimo era sicuramente il piu' idiota dei tre. Gli altri due erano di razza "Husky", quelli da slitta. Due bestioni. Foxi invece era una specie di "volpino", di media taglia. Durante le mie escursioni esplorative nei dintorni me ne tiravo sempre dietro uno; non perche' amassi particolarmente i cani (anzi, li ho sempre cordialmente detestati) ma piu' che altro per sdebitarmi col padrone di casa per il vitto e l'alloggio gratis. Inoltre era una sana precauzione nel malaugurato caso d'incidenti. M'ero comprato una mappa dettagliata della zona e siccome i miei amici svizzeri erano dei lavativi, partivo da solo, a piedi, con un cane appresso. Non conoscevo i luoghi e quindi era meglio esser prudenti. Secondo i miei piani, in caso d'incidente avrei potuto mandare indietro il cane per chiamare aiuto. Non avevo particolare simpatia per nessuno dei tre: Foxi, il volpino, era il piu' docile mentre Sasha era decisamente sul selvatico e anzi, non bisognava assolutamente lasciarlo andare perche' senno' non l'avrebbe visto piu' nessuno. Pancho era gia' piu' pacifico ma in ogni caso non bisognava dare troppa confidenza neppure a lui e comunque era bene tenerlo sempre al guinzaglio. In compenso tutti e due, Pancho e Sascha, tiravano come due treni. Voglio dire che non seguivano il passo del loro padrone, ma tiravano a destra o a sinistra come dannati, a seconda di quel che fiutavano. Un giorno ebbi l'infelice idea di fare un'escursione con Pancho (ancora non lo conoscevo bene), convinto che non mi avrebbe creato troppi problemi. Ci portammo fuori dal paese per circa sei o sette chilometri, costeggiando una strada secondaria, poi tagliammo su per la montagna. All'improvviso, appena dentro al bosco e senza una plausibile ragione, Pancho parti' al galoppo come un razzo neanche avesse avuto il fuoco nel culo. Io che non me l'aspettavo fui trascinato via miseramente per almeno venti o trenta metri neanche fossi attaccato a un tram in corsa. Riuscii a fermare il cane a fatica, "impuntandomi" affannosamente contro una pianta. C'era una specie di sentiero, ma non c'era verso di farglielo seguire. Ogni volta che lo vedevo deviare sbraitavo ordini perentori, ma evidentemente il cane se ne fotteva: sgambettava diligentemente per qualche metro per poi tuffarsi a rotta di collo su una nuova pista, avventandosi nella boscaglia in una corsa selvaggia, con io dietro che tiravo bestemmioni paurosi. Succedeva cosi' che per fare anche pochi chilometri s'impiegava anche un'ora. Era evidente che in quel modo non si poteva andare avanti. Inoltre capitava che il cane s'inchiodasse all'improvviso, col naso piantato in qualche cespuglio: nemmeno le pedate lo smuovevano. Bisognava letteralmente sradircarlo via, con grande dispendio di energia in quanto la bestia si opponeva strenuamente. Il ritorno fu abbastanza tragico, con le pedate che s'infittivano mano a mano che ci si avvicinava a casa. Quando arrivammo io ero distrutto: mi pareva d'aver portato a spasso una mandria di bufali invece di un cane, e inoltre avevo anche le "stimmate" alle mani a furia di tenere il guinzaglio... Quando lo svizzero che ci ospitava (cioe' il padrone di Pancho) mi vide arrivare col cane e mi chiese quale sarebbe stata la prossima "gita" avrei voluto sputargli in faccia. E poi massacrarlo di legnate, lui e il suo fottuto cane pulcioso... by Agh * * * "GABINETTI LONTANI" =============================================== "magic moments" nei cessi dei trappers canadesi ----------------------------------------------- bY AGH Jackson Lake (Yukon, Canada 1987) Esiste un luogo piu' privato, confortevole e intimo del cesso di casa nostra? No. Lo sanno tutti quei viaggiatori che spesso devono confrontarsi con cessi estranei, lontani, alle volte persino ostili. Noi stavamo in una baita meravigliosa fuori dall'abitato di Whitehorse, alle porte dell'Alaska. Unico problema: non c'era il cesso. Un problema grave. La nostra capanna era sperduta tra le montagne, e per espletare le consuete esigenze fisiologiche c'era solo uno squallido baracchino esterno. Ci sarebbe stato anche il bosco, e' vero, ma nessuno di noi si sarebbe voluto trovare con le braghe in mano a tu per tu con l'orso Grizzly . Senza contare che un'improvvisata e precipitosa fuga per l'incontro con il simpatico plantigrado, magari proprio nel Momento Critico, avrebbe avuto tragiche conseguenze sulle nostre funzioni intestinali (leggi stipsi cronica). Il nostro era un cesso molto spartano, anzi, un cesso da vero trapper. Quattro pareti di legno tenute insieme con quattro chiodi, una porta e una tettoia. All'interno comfort zero, solo la famosa "asse". Sotto l'asse c'era un buco scavato nel terreno profondo un paio di metri, che fungeva da pozzo nero. L'odore all'interno del baracchino, com'e' intuitivo (ma anche nei dintorni a dir la verita') non era dei piu' balsamici. Ma era pur sempre un cesso al coperto, al riparo da sguardi indiscreti. Il rischio di sguardi indiscreti era in realta' inesistente, perche' lassu' non passava mai nessuno, neanche per sbaglio. Ma sapete com'e' per noi raffinati europei, una volta abituati alle comodita' non c'e' verso di rinunciarvi. "Evacuare" in tali condizioni era sempre una sgradevole incombenza da sbrigare al piu' presto. Beninteso nel cesso non c'era acqua, ma solo un secchio colmo di terriccio che serviva alla bisogna. Dopo esser faticosamente andati di corpo toccava pure sbadilare per preparare il secchio a quello che veniva dopo. La cosa piu' fastidiosa e inquietante quando s'entrava nel baracchino pero' era che non si riusciva mai a vedere il fondo del buco, che era tetro e oscuro. Certo non era troppo difficile immaginare che cosa ci fosse la' sotto, ma il fatto di non riuscire a veder nulla era fonte di una certa preoccupazione. E Dio sa quant'e' necessario esser rilassati in "certi momenti". Forse pero' alla base di tutto c'era il brutto ricordo di una notizia che avevo letto da qualche parte e che mi aveva fortemente impressionato: un tale di Ragusa era stato morso ai genitali da un grosso topo, sbucato diosacome dalla tazza del water... Ora, l'idea di mettere il mio prezioso sedere (e il resto) sul quel maledetto buco nero senza poter vedere prima che c'era sotto era motivo di grande ansia. Si doveva "espletare" in uno stato di grande tensione, sempre sul chivala' e pronti a scattare via al primo terrificante morso. Il tragico era che capitava di balzare via ad ogni rumore sospetto, bastava un fruscio inaspettato, uno stormir di foglia... Bastava il ra-ta-ta-ta' di uno stupido picchio per correre fuori trafelati con le braghe in mano, magari di notte e al buio, col culo nudo e il cuore in gola. Un particolare curioso: in quel periodo lo stress del cesso da trapper provoco' un sensibile rallentamento delle nostre funzioni corporee... Poi dicono che i disturbi psicosomatici sono stupidaggini. by Agh * * * LE RADICI DELLA POSTA =========================================== la nascita del servizio postale in un angolo suggestivo della Val Brembana ------------------------------------------- DI RINO CARLI Un borgo della Lombardia, una famiglia famosa, la nascita del servizio postale in un angolo suggestivo della Val Brembana Si raggiunge solo a piedi, tra i prati, lungo la mulattiera che porta in pochi minuti all'ingresso del paese. Poche case, un lungo porticato, le travi annerite dal tempo, una chiesetta e un bar che funziona come posto di telefono pubblico, trattoria, posteria, e centro ricreativo. Non c'e' un'anima in giro, gli uomini sono fuori al lavoro, solo una donna con grembiule e stivaloni che spazza la soglia di casa e mi guarda stupita quando vede lo zaino, il cavalletto e le macchine fotografiche; sono rimasti in pochi a vivere a Cornello. Un borgo fuori dal tempo, uno scherzo dalla civilta'. Ma per capire meglio occorre fare un passo indietro nella storia. Nel medioevo infatti era una vivace stazione di sosta lungo la "via mercatorum" che, attraverso la valle Brembana, collegava Bergamo e la pianura alla Valtellina e i Grigioni. I mercanti salivano fin qui a piedi o a cavallo, vi tenevano il mercato e ripartivano con armi e bagagli slla volta di passo S.Marco. Cornello era una sosta d'obbligo tra la media e l'alta valle che portava al passo della Forcella e di li' a Lecco e i laghi. Ma l'antica via era scomoda e faticosa e i Veneziani pensarono di costruire una strada migliore a fondovalle. Il progetto fu portato a termine alla fine del XVI secolo e taglio' fuori Cornello, determinando il suo isolamento e l'inevitabile decadenza. Una magra fine, se vogliamo, ma questo evento ha conservato il borgo come era, le case dai tratti rustici, la via porticata che serviva per la sosta dei cavalli, la chiesetta con i suoi affreschi del '400, e la bella dimora dei TASSO, questi ultimi, la vera gloria di Cornello. La famiglia alla quale apparteneva il poeta Torquato e' infatti originaria di qui. All'inizio, come i loro conterranei, erano poveri in canna e nemmeno di buona costituzione fisica. Cosi' mentre i montanari forzuti emigravano alla volta di Genova e Venezia, loro si dedicavano al *terziario* organizzando il servizio di posta nella valle. Gia' attivi nel XII secolo i Tasso devono tutto ad un certo Omodeo che alla fine del '300 faceva l'oste e il postino, smistando numerosi dispacci e corrispondenza affidandoli ai cavallari che percorrevano la valle. Il lavoro rendeva bene e Omodeo, da buon imprenditore, decise di estendere l'organizzazione creando diverse stazioni a distanza di mezza giornata di cammino l'una dall'altra. I Tasso si distinsero a Venezia nella Compagnia di Corrieri Veneti e ne '500 li troviamo in tutte le corti d'Europa impegnati a distribuire missive dalla Spagna, alla Francia, ai Paesi Bassi, alla Germania. Nel 1511 Massimiliano D'Asburgo concede alla famiglia il titolo di nobili e principi e permette che lo stemma del casato, un piccolo tasso e il corno della posta, venga arricchito dall'aquila imperiale. Secondo voi gli odierni TAXI e la nota agenzia sovietica La TASS da dove derivano? Thurn und Taxis era il ramo che gestiva le poste imperiali nel 1600!! Il borgo di Cornello Tasso conserva oggi i segni di quelle antiche glorie e delle miserie del passato: si vive a fatica, senza trasporti, ne scuole e dottore; la terra da' poco oltre i prodotti dell'orto e il fieno per le vacche. Ma il suo fascino sta proprio qui nell'essere sospeso tra passato e presente, nella genuinita' e sincerita' dello sguardo incuriosito del vecchio che passando con la gerla sulle spalle scuote la testa divertito e continua verso i campi. Oggi la casa dei Tasso e' un piccolo museo, l'esterno semplice e' arrichito dal grande stemma dipinto,all'interno lo studio e' una sorpresa; le sue pareti sono rivestite da cassonetti in legno, mentre nelle altre stanze c'e' una racolta di strumenti e oggetti di vita contadina oltre al caminetto con lo stemma di famiglia. COME ARRIVARE Per chi arriva con l'autostrada A4, si esce a Dalmine proseguendo poi sulla SS 470 in direzione di Villa d'Alme'-Valle Brembana Si attraversano Zogno, S. Pellegrino Terme, S. Giovanni Bianco. Dopo circa 35 Km. a Camerata Tasso si lascia la statale per deviare a sinistra verso Cornello dei Tasso e dopo un paio di tornanti si arriva al parcheggio: il paese e' raggiungibile a piedi dopo 5 minuti di comoda passeggiata. Rino Carli 2:334/204.5 * * * COME COSTRUIRSI UN ELIOGRAFO ================================================= uno strumento semplicissimo per fare segnalazioni a distanza sfruttando i raggi solari ------------------------------------------------- by AGH L'eliografo e' un semplice strumento per fare segnalazioni ottiche a distanza sfruttando la luce del sole. Il nome deriva dal greco "Helios", sole per l'appunto, e "Graphos", scrittura, ovvero scrittura con il sole. Un eliografo puo' esser molto utile in situazioni di emergenza, ove non sia possibile comunicare con altri mezzi. Naturalmente per poterlo usare e' indispensabile la presenza del sole. Anche in certe notti di luna piena comunque e' possibile inviare segnali luminosi visibili a distanza. L'eliografo che qui descriviamo e' semplicissimo, e puo' esser autoscostruito con estrema facilita'.In sostanza e' un piccolo specchio con un sistema di puntamento. MATERIALE OCCORRENTE: ==================== 1) un piccolo specchio di circa 8x10 cm (le misure non sono fondamentali) con un foro al centro di circa 1 cm. Lo spessore deve essere di almeno 3 mm per garantire una certa robustezza. Fate molare i bordi per non tagliarvi. (potete farvi preparare tutto da qualsiasi vetraio) 2) una cordicella di circa 40/50 cm. 3) un asticciola di plastica o legno. (vanno benissimo anche i "dorsini" di plastica usati per rilegare i fogli) 4) dello scotch robusto o nastro isolante. COSTRUZIONE: =========== Con un taglierino fate un'incisione a "V" in cima all'asticciola, di circa 5 mm. in orizzontale e 5 mm. in verticale (sara' il vostro "mirino"). Piu' in basso, circa a meta' dell'asticciola, fate ancora due incisioni simmetriche sui due lati; vi serviranno per legare un' estremita' della cordicella. Legatela in corrispondenza dei due intagli con un semplice nodo. L'altra estremita' della cordicella andra' attaccata in verticale con lo scotch o il nastro isolante sulla faccia non riflettente dello specchio, sul lato corto inferiore, piu' o meno in questo modo: SOLE \|/ -0- /|\ |-----------| | mirino | SPECCHIO | | lato posteriore | | /| ASTICCIOLA specchio | foro | / | | ( ) | / | | | / | | | / | | | / |-----|-----| / | / | / | / |/ cordicella A questo punto il gioco e' fatto. Ora fate una prova: con il sole frontale o di lato, con una mano accostate all'occhio lo specchietto, traguardando attraverso il foro; tendete la cordicella impugnando con l'altra mano l'asticciola. Osservate attraverso il foro dello specchietto l'asticciola che impugnate davanti a voi; lo specchio proiettera' su di essa il suo riflesso con una piccola ombra circolare al centro (il foro dal quale state guardando!): sara' sufficiente far collimare quest'ombra con il mirino dell'asticciola davanti a voi per puntare con precisione l'eliografo verso il vostro obiettivo. I segnali lanciati con un eliografo possono esser notati a grande distanza, di giorno e in buone condizioni metereologiche (assenza di nubi o foschia) anche a decine di chilometri. Come gia' detto, persino nelle notti di luna piena e' possibile lanciare dei segnali. Come ultimo tocco potete applicare nella parte posteriore dello specchietto un'etichetta che riporti i piu' comuni segnali internazionali di soccorso. Per le segnalazioni ottiche di soccorso, si lanciano 6 segnali nel tempo di un minuto (uno ogni dieci secondi), intervallati da un minuto di pausa; cioe' tra un ciclo di segnali e l'altro si attende un minuto: se si riceve risposta si conferma con 3 segnali al minuto, cioe' uno ogni 20 secondi. Naturalmente, ove possibile, i segnali vanno lanciati in direzione di rifugi, paesi, case e ovunque si pensa vi sia presenza umana in grado di raccogliere l'allarme. Grazie al sistema di puntamento potete direzionare i segnali luminosi con grande precisione. ALESSANDRO GHEZZER 2:333/408 2:333/403 * * * RECENSIONI LIBRESCHE ==================== Siria Mountain Biking Canoa e Cayak --------------------- DI CAMILLA MACCARI SIRIA - GUIDA TURISTICA - EDIZIONI CALDERINI, BOLOGNA (258 PAGINE, 80 ILL., F.TO 13 X 21, LIRE 30.000) Della Siria si conosce superficialmente la storia contemporanea per via del suo ruolo svolto nel conflitto arabo-israeliano ma poco o quasi nulla della grande civilta', della storia millenaria e anche della estrema cortesia di questa gente: "Se ci venite a trovare, noi saremo ospiti e voi padroni..." recita infatti una tradizionale poesia siriana. Una bella guida turistica, fuori dalle mete turistiche di massa, scritta da Cesaria Zaccarini. Si parla di citta' come Aleppo e Damasco, che appartengono alla storia universale e non soltanto alla cultura arabo-islamica; localita' come le rovine di Palmyra, il Krak dei Crociati, rovine romane di Bosra; nomi come quelli di Saladino o della dea Ishtar, riassumono millenni di racconti al limite della leggenda. Tutto questo e' il quadro che comprende la Siria di oggi, ma che non e' piu' la grande Siria di un tempo che comprendeva nel suo territorio curdi, turcomanni, circassi, armeni, palestinesi, drusi, alawiti e alcune comunita' cristiane. La complessita' di questo mosaico viene ben illustrata in questo libro che si apre con una chiara introduzione geografica e storica, per poi passare alle numerose religioni, usi e costumi, cucina, informazioni utili per scegliere come muoversi nel paese. Bellissime fotografie a colori, disegni e cartine, schede esplicative delle regioni e dei popoli, notizie su ospitalita' alberghiera, rendono questa guida veramente essenziale per incamminarci "sulla via di Damasco" alla ricerca di autentici miraggi. J. OLSEN, MOUNTAIN BIKING (CALDERINI, BOLOGNA, 128 PAGG. 173 ILL., L. 30.000. Il mondo della bicicletta ha registrato negli ultimi anni un notevole sviluppo con la nascita della mountain-bike. Ma per avvicinarsi correttamente a questo tipo di veicolo e' necessario conoscere la ricchezza di varieta' di tipi differenti di mountain- bike, soprattutto quando si stanno per fare delle scelte con tutte le domande e i dubbi che sorgono. Da questo punto di vista e' utile il libro che vi proponiamo: rappresenta un ottimo strumento di conoscenza e di preparazione a questa affascinante disciplina. Il manuale insegna come ottenere il massimo in termini di piacere e di successi dalla propria bicicletta "fuoristrada". Il libro e'inoltre ben illustrato e scritto con quella chiarezza di dettagli che posseggono solo grandi esperti mountain-biker e poliedrici personaggi come John Olsen. M. BAILIE,CANOA E KAYAK (CALDERINI, BOLOGNA, 120 PAGG. 162 ILL., L. 30.000. Il secondo libro e' un manuale che permette di godersi la natura appieno "pilotando" queste piccole imbarcazioni. L'autore, cresciuto praticando questo sport, si e' concentrato sull'aspetto pratico della materia. Questo libro puo' essere letto su tre diversi livelli. Come testo tecnico, sono illustrate le capacita', la pratica e le procedure necessarie; come supporto per l'apprendimento, riporta esercizi e metodi che i principianti possono adottare in modo da poter scoprire non solo cosa dovrebbero fare, ma anche come farlo; come supporto per l'insegnante. Belle immagini fotografiche e un utile glossario completano questo libro che costituisce un contributo alla crescita del canoismo in Italia. Camilla Maccari 2:332/801.24 * * * Ecco i prodi che reggono le sorti di A/R, ognuno col proprio settore di "competenza"... RINO CARLI, 2:334/204.5. Camperismo, week-end, itinerari ameni e localita' sconosciute. PAOLO ONESTI, 2:332/516.14. Camperismo, Sub, Sardegna (dato per disperso) n.d.e. FERNANDO BELLIZZI Stati Uniti e Messico (disperso anche lui) n.d.e :( CAMILLA MACCARI, 2:332/801.24 Recensioni libresche AGH, OVVERO ALESSANDRO GHEZZER, 2:333/408 o 2:333/403 Trentino, Sud America, Scandinavia, Trekking, Sci-Alpinismo, Mototurismo * * * * INVIATE DIRETTAMENTE, VIA *MATRIX*, I VOSTRI SCRITTI, RACCONTI, LETTERE, REPORTAGES ECC. A QUESTO INDIRIZZO: ALESSANDRO GHEZZER 2:333/408 o 2:333/403