Città vuota è la versione italiana di un brano del 1963 di Doc Pomus e Mort Shuman (It’s a lonely town), cantato in originale da Gene McDaniels e reso noto in Italia da Mina, che lo incise ben due volte, nel 1964 e nel 1978. Ultimamente Fiorello l’ha riportata in auge, incidendola nel suo disco A modo mio e facendone anche un video. La versione che analizzo è quest’ultima, ma le altre sono relativamente simili da un punto di vista armonico; la differenza fondamentale che si nota è lo stile più jazzistico della seconda versione di Mina, che è anche più rallentata, e l’arrangiamento per così dire più “ruspante” della prima.

Come vedremo, il brano si basa fondamentalmente su un percorso cromatico, che dà un nuovo interesse a quello che altrimenti sarebbe un percorso armonico assolutamente standard.


Struttura armonica

Tonalità: Re maggiore (nella versione cantata da Fiorello: Gene McDaniels la canta in Do#, Mina in Si bemolle)

Tempo: 4/4

Struttura: introduzione – strofa – ritornello – strofa – ritornello – middle 8 – strofa – ritornello – finale (sfumato)


Introduzione


|Re |Re aum |Re6 |Re aum |Re |Re aum |Re6 |Re aum |

Re: I


L’introduzione, puramente strumentale, serve per rendere immediatamente noto il gioco cromatico che si avrà. Infatti, pur rimanendo ben saldi sulla tonica, nelle otto battute dell’introduzione passiamo dal re maggiore al re aumentato e al re6, per ritornare al punto di partenza. Abbiamo così un pedale di re, mentre al canto c’è il gioco la-la#-si-sib-la.


Strofa+ritornello


|Re |Re aum |Sim |Re aum |Mim |Do |Mim6 |Do |

I vi ii bVII ii bVII


|Re |Re7 |Sol |Solm |Re Sim7 |Mim7 |

I IV iv I vi ii


prima volta:

|Re Sol/Re |Re Sol/Re |Re Sol/Re |Re Sol/Re |

I IV I IV I IV I IV


seconda volta:

|Re |Re7 |


terza volta:

|Re |Re aum |Re6 |Re aum |

I


La suddivisione tra strofa e ritornello è in questo caso puramente teorica, quindi è più semplice trattare insieme le due parti, tenendo conto che la strofa comprende le prime otto battute. In esse si riprende e si amplia il giro cromatico: oltre al passaggio la-la#-si-sib (che però nella versione del 1978 di Mina diventa la-la#-si-do; il secondo re aumentato viene infatti sostituito da un re7) abbiamo infatti il successivo si-do-do#-do. Gli accordi sono però diversi: infatti al posto del re6 viene usato un si minore, tranne nell’esecuzione della prima strofa dove Fiorello preferisce mantenere per quattro battute il re maggiore, e nelle successive quattro lasciare un pedale di mi.

A vederla così, la successione di accordi sembra strana, ma se consideriamo solo le battute dispari – quelle “forti”, per così dire – e cerchiamo un altro accordo più comune che contenga un mi e un do# – insomma, un la maggiore – veniamo a scoprire… che non c’è altro che un giro di re! In un certo senso, pertanto, il movimento cromatico serve solamente a passare in maniera più tranquilla intorno agli accordi usuali.

Il ritornello comprende otto battute, tranne la prima volta in cui ne sono state aggiunte altre due con pura funzione riempitiva. È interessante notare che la versione originale non presenta affatto queste modifiche, e in tutti e tre i casi termina con il solito movimento cromatico, solo accelerato a due accordi per battuta. Anche nel ritornello, ad ogni modo, abbiamo un movimento quasi cromatico, questa volta al basso: il passaggio i-bvii-vi-bvi è però molto più usuale, e non varrebbe quasi la pena di farlo notare. Più interessante l’aumento improvviso di velocità, con il primo caso in cui si trovano due accordi (re maggiore e si minore) nella stessa battuta. In un certo senso è un precipitarsi chiamato dalla voce, che dopo essersi fermata sul sol minore, quasi fosse una falsa cadenza, si era messa a cantare più sillabe nell’ultimo quarto e mezzo della battuta.

Arrivati fino a qua, avreste dovuto notare una peculiarità: non c’è un accordo di dominante. Sia alla fine della strofa che a quella del ritornello, ci si aspetterebbe che il mi minore preparasse la cadenza, e fosse quindi seguito da un la7 prima di tornare al re. Invece no: è lui – o al massimo il do maggiore alla fine della strofa – a svolgere tale funzione. L’orecchio, o forse la mente, è comunque assolutamente ingannato; al primo ascolto avrei giurato che il la maggiore ci fosse, eccome!

Curiosità: nella versione 1964 di Mina il giro di accordi è ancora più minimalista, e al posto di questa cadenza viene ancora utilizzato il giro cromatico dell’introduzione.


Middle 8


|Sol7+ |Fa#m7 |Sol7+ |Fa#m7 |Sol7+ |Fa#m7 |Mim7 | |

IV iii IV iii IV iii ii


Il middle eight è lungo rigorosamente otto battute, è assolutamente incongruo con il resto del brano come del resto capita sovente, e gioca tutto sul passaggio IV-iii, anch’esso del resto cromatico, anche se in realtà il fa# fa parte di entrambi gli accordi in gioco. La cadenza, tanto per cambiare, è fatta usando solamente l’accordo minore sul secondo grado, che viene fatto durare due battute ricoprendo così pure il posto della dominante che si è persa.


Finale


|Re |Re aum |Re6 |Re aum |

I

Anche in questo caso non abbiamo molto da dire: ritorna il giro cromatico, questa volta a tempo raddoppiato, e qui sopra Fiorello canta la prima strofa come un ad libitum.