Un problema matematico molto antico - se ne parla già nel medioevo - suppone
di avere una bilancia a due piatti, un oggetto che pesa un numero intero di
grammi, e chiede chiede quale sia il minor numero di pesi necessari per
determinare il peso dell'oggetto.
Niccolò
Tartaglia, a metà del sedicesimo secolo, fu il primo a dare una soluzione,
usando quello che si può chiamare "metodo del mangione": in pratica, si va
avanti il più a lungo possibile con i pesi esistenti prima di introdurne uno
nuovo, e quando non si può fare a meno di aggiungerne un altro si prende il
più grande possibile. È chiaro che serve un peso da un grammo, per un oggetto
da un grammo. Per pesare due grammi si potrebbe aggiungere un secondo peso da
un grammo, ma il "metodo del mangione" ci dice di usarne uno da due grammi, e
in effetti così possiamo anche pesare un oggetto da tre grammi. Siamo di nuovo
bloccati? niente problema, prendiamo un peso da quattro grammi. Adesso
riusciamo a pesare 5=4+1, 6=4+2, 7=4+2+1 grammi, e per proseguire ci occorrerà
un peso da 8 grammi. 1, 2, 4, 8... Proprio così. I pesi necessari sono quelli
corrispondenti alle potenze di due.
Ma la soluzione di Tartaglia è proprio la migliore? Una sessantina di anni
dopo, nel libro Problèmes plaisans et delectables qui se font par les
nombres, Claude Bachet riesce a fare di meglio.
Il
trucco è notare che la bilancia ha due piatti, e che nessuno ci obbliga a mettere il nostro oggetto da una
parte e i pesi dall'altra. Ricominciamo allora da capo. Il peso da un grammo
ci serve. Se abbiamo un oggetto che pesa due grammi, e lo mettiamo dalla
stessa parte del peso da un grammo, possiamo usare un peso di tre grammi
sull'altro piatto, e avere la bilancia in equilibrio. Tre e quattro grammi si
peseranno quindi normalmente; arrivati a cinque grammi, se mettiamo i nostri
due pesi assieme all'oggetto vediamo subito che il prossimo peso che ci
occorre sarà di nove grammi. 1, 3, 9, ... Anche in questo caso i pesi
necessari sono quelli corrispondenti alle potenze di un numero; in questo
caso, di 3. Non è difficile dimostrare che con queste serie di potenze può
pesare un qualunque oggetto; chi volesse tentarci può ricorrere alla
rappresentazione di un numero in base 2 o in base 3.
Post Scriptum: se si vuole davvero risparmiare sui pesi, c'è ancora un trucco che si può sfruttare. È proprio vero che ci occorre un peso da un grammo? Se un oggetto pesa un numero intero di grammi e pesa meno di due grammi, visto che non può essere senza peso, vuol dire che pesa un grammo. In generale, se invece che i pesi da 1, 3, 9, 27... grammi li prendiamo da 2, 6, 18, 54..., riusciremo lo stesso a pesare un qualunque oggetto di un numero intero di grammi!
©
Maurizio Codogno, 28 gennaio 2007
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