Ho scritto questi appunti per cercare di fare un po' di chiarezza sul
problema dello spam. Il loro scopo non è dare una soluzione precotta allo
spam, quanto piuttosto raccogliere in un unico documento i vari problemi
e i punti di vista distinti nel definire e combattere lo spam, in modo che
si possa più facilmente giungere a una soluzione condivisa da tutti e
soprattutto meditata.
Ulteriori contributi sono naturalmente sempre bene accetti!
Il documento è strutturato nelle seguenti sezioni:
Scopo del documento - perché l'ho
scritto.
Cos'è esattamente "spam"? - un tentativo di
dare definizioni condivisibili dei vari tipi di spam.
Chi fa spam - una disamina dei vari tipi di
persone che inviano spam.
Quadro legale di riferimento - puntatori
alle leggi attuali e alle iniziative legali che si stanno portando avanti.
Proposte antispam - elenco di possibilità per
inviare bulk email in maniera rispettosa di chi non la vuole ricevere,
con i vari pro e contro.
Come difendersi - le iniziative che si possono
prendere già adesso per limitare lo spam.
Caselle "public.nome@dom.in.io" -
una proposta nuova per stabilire chi è d'accordo a ricevere messaggi non
sollecitati.
Documenti e siti sullo spam - ulteriori
informazioni per chi vuole approfondire l'argomento.
Grazie a... - chi ha collaborato o fornito
idee per questo documento.
Appendice: perché lo spam si chiama così? -
un momento più "leggero" per chi è arrivato fino in fondo.
Dato per assodato che lo spam è un problema globale, e che pertanto ogni
soluzione non potrà che essere limitata, vediamo però che esso sta crescendo
molto più velocemente del resto della rete. Il singolo non ha nessuna
possibilità di cavarsela, ma a livello di un forte gruppo nazionale ci
potrebbe forse essere una massa sufficiente per vedere qualche risultato
pratico.
L'idea di avere una legge dello Stato che sanzioni lo spam è indubbiamente
interessante almeno in teoria: ma in pratica non è detto che sia
realizzabile, e quindi verrà per il momento lasciata da parte, cercando di
trovare delle linee guida che spieghino perché certi comportamenti non
siano corretti, e delle soluzioni che possano venire adottate in maniera
volontaria dagli ISP. Anche una somma di minimi miglioramenti
può aiutare a migliorare la qualità complessiva della rete!
Il primo dei problemi che sorge quando si parla di spam è darne una
definizione accettata dalla maggior parte delle persone. E' ovvio che gli
spammatori ci marciano sopra per potere fare i loro comodi: basta vedere le
scuse infilate nei loro messaggi. Però vi sono persone che in buona fede
vogliono fare i garantisti e pongono dei distinguo a seconda del tipo di
messaggio ricevuto.
Queste sono ad ogni modo le categorie che sono state proposte per
classificare il fenomeno, in ordine di "accettazione".
Ho distinto le prime due categorie perché nel primo caso non è necessario che l'invio sia fatto a più persone.
Un punto collegato strettamente allo spam è la tutela dei dati personali. Perché ci arrivi della posta non desiderata, infatti, occorre che il mittente abbia trovato il nostro indirizzo da qualche parte. E non è detto che la presenza di un indirizzo email in un luogo pubblico implichi che questo indirizzo sia liberamente utilizzabile!
Tutti noi possiamo essere degli spammatori. Per comodità di trattazione, e perché le soluzioni possibili contro lo spam dipendono anche dal modo in cui i messaggi vengono spediti ai destinatari, ecco alcune categorie che si possono distinguere.
Le varie categorie possono naturalmente sovrapporsi, se ad esempio un'azienda usa un server di posta aperto.
Se invece ci interessano più i motivi per cui si fa spam, si
va da chi è convinto in buona fede che non stia facendo nulla di male -
generalmente questi sono neofiti della rete, e quindi non ne sono stati
esposti abbastanza per vedere l'altra faccia della medaglia - a coloro
che hanno ben presente le implicazioni sociali, e non se ne curano
affatto.
Lo spam è sempre più di moda perché costa molto poco al mittente, e quindi
anche un bassissimo tasso di risposta può permettere buoni guadagni. Per fare
analogie con il mondo reale, non varrebbe affatto la pena fare invii non
sollecitati per posta ordinaria; i volantini si avvicinano di più alla bulk
email, anche se i prezzi sono maggiori, ma già lì ci sono molti palazzi che
vietano di imbucare volantini nelle caselle dei condomini.
Come ha poi fatto notare Claudio Allocchio, Interpol e polizia postale sanno bene che l'intero servizio d spam-mass-mailing è nelle mani della criminalità organizzata, che ne ha fatto un vero mercato parallelo di vendita servizi a persone spesso ignare delle ramificazioni, e convinte di non fare nulla di diverso dall'acquisto di spazi pubblicitari sui giornali.
Purtroppo non esiste ancora una legislazione che affronti in maniera
omogenea lo spam, anche se cominciano ad esserci alcune leggi e raccomandazioni
in proposito. Limitandoci all'Italia e all'Europa per comodità pratica, esiste
uno studio datato gennaio 2001 sull'UCE e sulla protezione dei dati
personali, e
una raccomandazione relativa ai requisiti minimi per la raccolta di
dati on-line nell'Unione Europea.
Per quanto riguarda più speficatamente l'Italia, si registra
l'opinione del Garante per la Privacy sullo "spam politico", e un primo
accenno all'esistenza di offerte commerciali via email nell'articolo 10 del
Decreto
Legislativo 22 maggio 1999, n. 185 sui contratti a distanza.
Esiste tutta una serie di metodi per inviare posta a multipli recipienti che sono considerati da chi li usa "rispettosi dei diritti del ricevente", e che invece sono visti come un'ulteriore presa per i fondelli da chi riceve i messaggi non voluti. Questo che segue è un elenco di possibilità già trattate in passato, oppure nuove proposte presentate negli ultimi tempi, che cercano di trovare la quadratura del cerchio tra le opposte esigenze di chi vuole inviare posta e chi non la vuole ricevere. Aggiungo anche una lista di vantaggi e svantaggi delle singole proposte: tralascio volutamente al momento le considerazioni sul dovere riuscire a fermare chi non segue le regole, a meno che non sia davvero impossibile farlo senza sforzi troppo elevati.
Proprio perché non è possibile dare una definizione univoca di cosa è spam, e inoltre non lo si può circoscrivere a una singola area geografica o tipologia di messaggi, non si può nemmeno dare una soluzione singola, ma occorre prendere delle iniziative a tutti i livelli.
Gli utenti, oltre naturalmente a non inviare spam, possono
segnalare quello che ricevono agli appositi servizi che tutti gli ISP
con un minimo di serietà hanno istituito. In generale, l'indirizzo email
di riferimento è abuse@dom.in.io. Nelle "Pagine antispam" di
Collinelli citate più oltre viene spiegato con dovizia di particolari
come imparare a "leggere i messaggi" per scoprire la vera sorgente dello
spam ricevuto.
Un metodo indiretto ma che può comunque essere utile per iniziare
una nuova tendenza è verificare se il proprio ISP adotta
iniziative antispam, e in caso contrario valutare l'ipotesi di passare
a un altro, naturalmente dopo avere spiegato loro la ragione di questo
abbandono. Queste operazioni sono indubbiamente poco incisive se viste
dalla singola persona, ma possono portare a un effetto valanga.
Anche i singoli ISP possono fare qualcosa per migliorare lo stato globale della rete. Tra le varie possibilità che hanno a disposizione, eccone alcune, di nuovo con i pro e i contro relativi.
Infine, a livello più alto ancora occorre promuovere per quanto possibile un coordinamento italiano, europeo e mondiale, che operi per coaalizzare gli sforzi per estirpare lo spam. Visto che gli interessi in gioco sono tanti, non è affatto facile arrivare a una soluzione, ma bisogna comunque tentare!
Una nota sulle mailing list: esse devono necessariamente essere configurate in modo che non sia possibile per nessuno essere iscritto a propria insaputa. Quindi occorrerà fare in modo che giunga a chi si vuole iscrivere un'email di conferma, e solo dopo la ricezione di quest'ultima aggiungere l'utente alla lista. Questa email dovrebbe indicare da dove era partita la richiesta, tipicamente una pagina web o una richiesta esplicita dell'utente.
Dato che lo spam è un problema che di rapporti tra persone diverse, e che non si ferma ai confini nazionali, sarebbe assai importante avere leggi dello Stato, e norme interstatali, al riguardo; tali norme non dovrebbero naturalmente nascere da zero, ma di dovrebbero coordinare con lo sviluppo, la ricerca e le proposte degli organismi della Rete.
Lo spamming tipicamente viola la rete: ne distorce struttura e funzionalità. Il fatto nuovo è che, nella sua corrente mutazione, tende a saldarsi pericolosamente con una obbiettiva e articolata domanda di comunicazione sociale. Da qui la considerazione di un approccio nuovo, che implementi cultura antiabuse e strumenti repressivi nello scenario di un modello condiviso di canali e indirizzi di pubblica corrispondenza.
Tale modello può risultare urgente se si valuta lo spamming strutturale in rischiosa espansione. Se pure il fenomeno viene calcolato come congiunturale, con pronostico di recessione, l'adozione volontaria di uno standard condiviso di public mailing potrebbe comunque risultare utile per la risoluzione della equivoca esposizione pubblico-privata degli attuali indirizzi e-mail.
A fronte di tale processo di normalizzazione potrebbero pure risultare finalmente efficaci le simmetriche strategie repressive su un terreno altrimenti discrezionale, come favorita l'immagine della rete, cui senz'altro lo spamming reca discredito e disaffezione.
La proposta si pone come campagna telematica di coinvolgimento dei soggetti della rete e delle realtà che con la rete interagiscono di fatto e per statuto.
Chi desiderasse approfondire la proposta di una campagna public@ può vedere il sito public.it.
Ecco una serie di documenti prodotti da varie persone ed enti, e che trattano dello spam. Possono essere utili letture per fare un complemento a quanto discusso qui.
Due collezioni di ulteriori link si possono trovare nella Appendice B di RIPE-206 (in inglese), e nel sito di Spin.it (in italiano).
A parte le sezioni in cui ho indicato il nome dell'estensore, anche molte delle idee contenute in questo documento sono state prese più o meno educatamente (nel senso che a volte le ho sfruttate senza chiedere loro il permesso!) da altre persone. Voglio perciò ringraziare in ordine rigorosamente alfabetico Claudio Allocchio, GianCarlo Ariosto, Marco d'Itri, Enzo Fogliani, Giorgio Giunchi, Alessandro Nosenzo, Ettore Panella, Bruno Piarulli, Alessandro Ranellucci jr per i loro punti di vista, che io sia o no d'accordo con le loro idee!
Il nome "Spam" deriva probabilmente dal marchio di una carne in scatola americana, passando per uno sketch del Monty Python. Maggiori informazioni si possono ottenere leggendo il capitolo 44 del libro di Giancarlo Livraghi "L'umanità di Internet", oppure l'etimologia del termine da NoSpamWare.
Questo documento è stato redatto da Maurizio Codogno
Versione 1.001, 16 febbraio 2004 - aggiornati i link a public@.
Versione 1.00, 29 marzo 2002