Archivi categoria: trasporti

l’odio per le corsie ciclabili

nobici Quel cartello “no bici” (ce n’è un altro appiccicato sull’altro cartello di divieto di sosta più in là) l’ho fotografato ieri, ma è lì da varie settimane. La ragione di tanto odio? La corsia ciclabile che vedete disegnata sull’asfalto.

Detto tra noi, la probabilità che quella corsia (Galvani-Pola) non abbia nessuna auto o moto che la usi è relativamente bassa, ed è alzata solo perché la gente continua a parcheggiare in doppia fila come suo diritto ritenuto acquisito. Tra l’altro, alcuni tratti hanno la vernice quasi totalmente cancellata, ma evidentemente al comune non può importare di meno della cosa. A dire il vero, in quel breve tratto non sarebbe neppure così male disegnare la corsia ciclabile sul marciapiede, che come vedete è molto largo e senza portoni; ma forse è chiedere troppo ai preposti uffici comunali.

Quello che però mi fa specie è un’altra cosa. È possibile che nessuno abbia tolto un cartello così – tra l’altro plastificato, è stato un lavoro ben fatto – da davanti a Palazzo Lombardia? Mi pare abbastanza chiaro che evidentemente fa parte dei sogni bagnati di qualcuno…

Problemi di logistica con BikeMi

Stavo pedalando per andare in palestra quando mi telefonano da scuola dicendo che Cecilia non stava bene. Non avendo lei febbre, non devo fare dietrofront e tornare a casa a prendere la macchina; però arrivare in bicicletta e dover tornare a prenderla era piuttosto scomodo: decido allora di legare la bici dove mi trovavo. Avrei potuto prendere due fermate di metropolitana e fare cinquecento metri a piedi, ma ho pensato che sarebbe stato più veloce andare al BikeMi ed evitare di scendere e salire in metro. Mal me ne incolse. Mi sono trovato cinque stazioni completamente occupate: XXV Aprile, San Marco, Principessa Clotilde, Porta Nuova, Moscova/Garibaldi. Alla fine ho lasciato la bici all’Arena e mi sono incamminato verso la scuola.

Fesso tu che non hai guardato subito quali stazioni avevano stalli liberi, mi direte: stacce. E non posso darvi del tutto torto. Però c’è qualcosa che non va, indipendentemente dalla mia stupidità. Come potete immaginare, i flussi dei sistemi di sharing non sono casuali: anche con le auto, è più probabile che di giorno si muovano dalla periferia al centro e di sera capiti il contrario. Uno dei costi maggiori per la gestione di BikeMi sono proprio i furgoni di ClearChannel che vanno avanti e indietro a spostare bici. Non credo però che tutti gli utenti del servizio si siano dati appuntamento a mezzogiorno e un quarto in quella zona; posso immaginare che siano man mano arrivati diciamo fino alle 10-10:30. E posso anche immaginare che nella centrale operativa di BikeMi si siano accorti del gruppo di stazioni piene o quasi. E allora perché non pensare di fare qualcosa al riguardo? Per una singola stazione non vale la pena, per un gruppo sì. (Ah, in questo momento ci sono ancora tre stazioni senza stalli liberi…)

Ultimo aggiornamento: 2021-12-01 17:27

La nuova app BikeMi

BikeMi ha cambiato modo per collegarsi: o meglio, ha aggiunto un app che man mano sostituirà il vecchio accesso con la tessera. Mercoledì ho usato un po’ le biciclette; ecco come funziona il prima e il dopo.

Prima:
(1) mi avvicino al totem
(2) tiro fuori la tessera (è quella ATM, visto che era finalmente stata unificata l’anno scorso)
(3) la passo sull’apposita zona;
(4) una volta su due me la piglia
(4′) altrimenti continuo a passarla ovunque, soprattutto su certe stazioni
(4″) disperato, apro il telefono, leggo i codici temporanei che l’assistenza mi aveva mandato, mi abbasso per evitare errori di parallasse e li digito
(5) prendo la bici
(6) faccio il mio giro
(7) poso la bici
(8) aspetto che la lucina verde smetta di lampeggiare
(9) passo la tessera sul totem per accertarmi che sia stata posata bene
(10) se il totem non legge la tessera, incrocio le dita e aspetto con calma la mail di conferma.

Adesso:
(1) apro l’app e clicco sulla stazione bici
(2) mi avvicino alla stazione
(3) quando sono abbastanza vicino, compare il pulsante “sblocca bici”
(4) clicco, e mi viene detto quale bici prendere
(5) prendo la bici
(6) faccio il mio giro
(7) poso la bici
(8) riapro l’app
(9) mentre la luce lampeggia, mi arriva la segnalazione “bici restituita”

Vi garantisco, è una gioia.

Ma che bel “collegamento”!

Leggo su UrbanFile che il “collegamento” tra la fermata Sforza-Policlinico della quasi finita linea M4 e la fermata Missori dell’esistente linea M3 sarà interamente in superficie, per un tempo di percorrenza di circa 9 minuti. Il bello è che le due linee si incrociano: ma non solo non è stata pensata una fermata in comune – cosa che posso anche comprendere, vista la difficoltà di scavare ampi spazi nel centro di Milano – ma non è nemmeno stato provato a costruire un passaggio sotterraneo, come capita molto spesso a Parigi e del resto troviamo anche tra Duomo e Cordusio. Motivo? Costa troppo (30 milioni anziché i 10 della riqualificazione) e si rischia di trovare reperti archeologici.
Ovviamente nessuno farà un cambio di metropolitana in quel modo: piuttosto farà un doppio cambio rimanendo sottoterra e intasando ancora di più il servizio. Un successone, vero?

Ultimo aggiornamento: 2021-01-28 13:22

automobili

Stamattina, mentre tornavo a casa dopo aver lasciato i ragazzi a scuola e fatto un po’ di spesa ed ero bloccato nel traffico, la radio ha passato tre o quattro pubblicità consecutive di automobili, più qualcuna di veicoli commerciali.

Ora, io capisco che nel 2020 le immatricolazioni siano calate di più di un quarto e quindi le case automobilistiche siano messe molto male. Capisco anche i tentativi per convincere la gente che in tanti vogliono cambiare auto. Ma non mi pare che ci sia tutta questa necessità…

Ultimo aggiornamento: 2021-01-26 09:54

“completo”

Stamattina, mentre andavo a prendere i gemelli a scuola, ho visto un filobus della 91 che al posto dell’indicazione del capolinea aveva scritto “COMPLETO” sulla veletta. Non ero vicino, quindi non sono riuscito a capire se effettivamente aveva troppa gente e quindi non caricava nessuno…

Ultimo aggiornamento: 2020-10-12 14:41

non aspettano nemmeno che si asciughi la vernice

Martedì all’ora di pranzo, come ho raccontato nei commenti qui, sono passato a parlare (al citofono…) con la segreteria della scuola dei gemelli. Visto che poi dovevo andarli a prendere e le due scuole non sono vicinissime, ho preso un BikeMi e sono passato in via Fatebenefratelli, dove stavano disegnando una pista ciclabile (non una “corsia”, ma una di quelle con la striscia gialla); direi insomma quella della cerchia dei Navigli. Gli operai avevano iniziato in mattinata, penso, tanto che si sentiva ancora l’odore della vernice fresca; ma un paio di furgoni erano già a bloccare la corsia nei duecento metri tra piazza Cavour e via dei Giardini. (Poi nel tratto dopo corso di Porta Nuoba c’erano i cartelli di divieto provvisorio di sosta, i coni per indicare la parte che sarebbe stata verniciata e tutte le auto parcheggiate al di qua dei coni, ma non so quale fosse stato l’ordine delle operazioni).

Detto tra noi, non sono sicuro che quel tratto di ciclabile sia così necessario, almeno per le rare volte in cui ci sono passato io. Forse sarebbe stato meglio allargare la preferenziale in Moscova e far passare le bici di là, almeno in direzione antioraria. Ma se si decide di farlo, allora deve anche essere gestito, altrimenti si incazzano tutti, da chi si vede tolto il parcheggio sotto casa a chi tanto non riesce a pedalare. Certo che questa è una battaglia persa in partenza: pensate che davanti alla questura ci sono i panettoni per non far parcheggiare… e le auto se ne stanno a fianco dei panettoni.

Ultimo aggiornamento: 2020-10-08 10:42

Distanziamento sui mezzi pubblici

La telenovela del distanziamento sui mezzi pubblici continua. Quando Italo e Trenitalia hanno contemporaneamente deciso di seguire la direttiva di metà luglio e permettere di nuovo l’uso di tutti i posti a sedere e parte di quelli in piedi nei treni ad alta velocità, il trambusto è stato tale che il ministro Speranza ha subito emanato una nuova circolare (di sabato!) per bloccare il tutto, costringendo NTV a cancellare alcuni treni. Perché, vi chiederete? Da quanto ho capito, perché erano stati già riempiti oltre il 50% e quindi era più semplice cancellarli e al limite riprogrammarne degli altri.

Ma questo vale solo per l’alta velocità, visto che per il traffico locale le regioni se ne fregano. La Lombardia ha la faccia tosta di affermare che

“Le decisioni assunte ieri dalla Regione […] puntano a un allineamento con quanto già posto in essere da tempo, in materia di trasporto pubblico locale, da Regioni confinanti con la Lombardia”

o detto in altri termini “Signora maestra! Io ho fatto come il mio amichetto!”. Il Piemonte preferisce ammettere che non ce la fa; altri – come ATM a Milano – fanno la mossa dell’opossum, lasciando gli adesivi sui posti ma mi sa facendo finta di nulla se vengono occupati.

Mi chiedo solo se c’è qualcuno che ha davvero un’idea di cosa si possa o non si possa fare con sicurezza non dico assoluta ma abbastanza alta, oppure ci si limita a fare affermazioni politiche. D’altra parte c’è anche la storia dei verbali del comitato tecnico-scientifico sulla pandemia secretati. La mia sensazione è che non si voglia avere un caso l’Aquila alla rovescia, e qualcuno sia pronto ad accusare esperti e governo di avere esagerato con la prudenza; ma sono convinto che sarebbe meglio trovare un altro sistema per tutelare chi ha espresso le sue considerazioni che poi sono arrivate al governo.

Ultimo aggiornamento: 2021-06-11 11:41