Altro che eterogenesi dei fini

Ieri si è parlato abbastanza dell’intervista che Stefano Lorenzetti ha fatto al neopresidente della Rai Marcello Foa (intervista che non ho letto). Ma se ne è parlato solo e unicamente per una domanda: se cioè Foa fosse ebreo. Oggi Lorenzetti si scusa. Il guaio è che tra le altre cose scrive «Si chiama eterogenesi dei fini: volevo difendere gli ebrei, che amo, e non ci sono riuscito».

Lasciamo perdere la pessima frase in stile “ho tanti amici gay”, e soffermiamoci sulle parole subito prima. Perché Lorenzetti dovrebbe “difendere gli ebrei”? E soprattutto, che diavolo importa se Foa è ebreo oppure no? (occhei, io probabilmente su queste cose casco dal pero. In Normale seguivo un corso di Lorenzo Foà e in facoltà sua figlia studiava matematica con noi: non mi è mai venuto in mente che quello poteva essere un cognome ebreo, e non me ne sarebbe fregato un tubo comunque) Quello che mi importa è che dica senza arrossire «Sono andati a pescare un tweet, ma non sono riusciti a trovare un solo articolo in cui criticassi irrispettosamente il presidente Sergio Mattarella», come se i tweet fossero qualcosa che non importa un tubo. Quello che mi importa è che in tutta l’intervista c’è solo una domanda a cosa farà in Rai (e non c’è la controdomanda che a me sarebbe venuta immediata: se «non tutta l’informazione è sembrata esente da settarismi», cosa pensa di fare per non avere settarismi di tipo diverso?)

Ecco. Più che di eterogenesi dei fini, io parlerei di armi di distrazione di massa.

Ultimo aggiornamento: 2018-09-28 11:53

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