Che succederà in Telecom?

Ogni giorno esce fuori qualcosa di nuovo nella telenovela Telecom (o Tim, se preferite). Cassa Depositi e Prestiti ha annunciato di volere acquistare il 5% delle azioni, evidentemente perché è certa che ci sarà la separazione tra rete di accesso e resto dell’azienda e vuole avere un piede dentro. Oggi Vivendi ha presentato la sua lista di candidati per l’assemblea del 4 maggio (ma ci sarà?), rimettendo la maggior parte di quelli che si sono dimessi per far saltare l’assemblea del 24 aprile (che però magari ci sarà lo stesso, visto che i sindaci hanno puntato il piedino). Nel mezzo io e altri 35.000 – chi finirebbe nella parte di accesso è un po’ più tranquillo – facciamo i vasi di coccio.

Lasciando perdere i casi personali, il problema praticamente ventennale… è che in Telecom non esiste un piano industriale. L’unico tentativo era stato quello di convergenza fisso-mobile proposto da Tronchetti Provera dopo aver fatto cedere gli immobili a Pirelli RE. Il piano ai tempi era perfettamente sensato: peccato che per farlo, invece che fondere Telecom e Tim e quindi formare un’azienda relativamente sana, MTP abbia scelto di comprare Tim facendo fare ulteriori debiti a Telecom (e ottenendo una bella plusvalenza personale, ça va sans dire). Vivendi afferma di avere un piano, ma io confesso di non essere ancora riuscito a capirlo: e soprattutto, rispetto ai precedenti soci di maggioranza relativa, ritiene di poter fare il bello e il cattivo tempo sulle scelte aziendali, cosa che ha fatto improvvisamente svegliare lo stato italiano che prima se ne stava a far finta di niente se non addirittura a remare contro (citofonare Renzi).

Che succederà ora, come scrivevo nel titolo? Boh, non chiedetelo certo a me…

Ultimo aggiornamento: 2020-01-09 21:49

Un pensiero su “Che succederà in Telecom?

  1. mestesso

    Per la prima (o forse seconda) volta nella sua lunga carriera Bollorè non è riuscito nei raid cui è specialista, strano, visto anche gli agganci politici cha ha: è succeso qualcosa che non aveva previsto.
    La mia personale teoria è che oltre ad inimicarsi il Silvio, che di amichetti ne ha diversi e ben disposti ad aiutarlo, si sia inimicato anche qualcuno di ben più potente rimettendo a Genish o comunque a mani non amiche Sparkle. Essa detiene un asset di valenza politica enorme (le tlc del nordafrica sono in mano a Sparkle e le intercettazioni che si fano sopra valgono oro). A questo punto tutti contro il bretone. Secondo me ne esce con le ossa rotte stavolta. L’utente comune con openfiber ne esce avvantaggiato, i dipendenti sempre mazziati comunque.

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