Intenzioni di voto

i partiti in lizza (da Ministero dei meme)

i partiti in lizza (da Ministero dei meme)

Domenica prossima si vota. Per i curiosi, ecco quali sono le mie tendenze di voto.
All’uninominale per la Camera non ci sono se e ma: come fa un vecchio democristiano come me a non votare per il compagno BR1? Più complicata la parte proporzionale. Temo che poi terminerò una mia tradizione più che trentennale (niente socialisti) e voterò Insieme. Con ogni probabilità la lista non raggiungerà l’1% su base nazionale e quindi quel voto andrà perso: nella peggiore delle ipotesi sarà tra l’1% e il 3% e quindi sarà immeritatamente preso dal PD, che però non potrà sfoggiarselo nelle sue percentuali di voto. Al Senato la situazione è molto più complicata: sono indeciso se annullare direttamente la scheda (non platealmente, semplicemente con una grande croce su tutto il foglio) oppure scegliere un partitucolo a caso che tanto non raggiungerà la soglia minima. Io sono per principio contrario ai listini bloccati: se i candidati uninominali, gli unici per cui posso fare una scelta, non mi piacciono allora è inutile che io voti.
Ah sì, noi in Lombardia votiamo anche per la regione. Non mi sono preparato e non so che fare: chi offre di più?

24 pensieri su “Intenzioni di voto

  1. enrico delfini

    Pdf anche io.
    Se questo fosse un sondaggio , e i tuoi lettori un campione rappresentativo, …maggioranza assoluta a Marione Adinolfi !

  2. S.

    Però .mau. se la racconti così sembra che sia possibile il voto disgiunto fra uninominale e proporzionale cosa che invece non è. Se voti BR1 allora devi per forza sostenere una delle liste che lo sostengono e non una lista con un diverso candidato all’uninominale.

    1. .mau. Autore articolo

      Non capisco. Ho specificato quale lista voterò (ed è chiaramente una lista che appoggia BR1 come candidato all’uninominale) e ho anche detto cosa succederà a seconda di quanti voti prenda.

    2. .mau. Autore articolo

      aggiungo che votare il candidato uninominale senza indicare nessuna lista della coalizione significa passare in pratica il voto alle liste della coalizione che sorpassano il 3%. (Nel caso M5S non cambia nulla, per centrosinistra e centrodestra sì)

      1. S.

        Sì, tu sei “in regola” ma alla prima lettura mi dava l’impressione che i voti fossero due mentre sostanzialmente è ad una coalizione ed al suo candidato uninominale.

        Tu che ne sai ed ora mi è venuto un dubbio, se una lista prende meno dell’1% i voti all’uninominale rimangono comunque?

        1. .mau. Autore articolo

          i voti all’uninominale sì, perché sono calcolati prima di fare tutti i casini con le percentuali. Vedi https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01046530.pdf pagina 19.
          Per i collegi proporzionali si tolgono dal computo totale della coalizione i partiti che non hanno preso l’1%, si calcola la cifra elettorale (il totale dei voti…) per la coalizione e li si suddivide tra le liste che hanno raggiunto almeno il 3%.

          1. S.

            Quindi confermi che una sola croce sul simbolo è assolutamente identica in ogni caso a croce sul simbolo e croce sul nome?

  3. enrico delfini

    il sistema della ripartizione dei voti alle varie liste di una coalizione è un esempio perfetto di possibile “disastro” statistico. Chi vota per un partito “affratellato” in una coalizione, può barrare sia il candidato uninominale che una delle quattro “gambe”, oppure solo il partito, e in questo caso il voto vale anche per il candidato uninominale. Ma può anche votare solo questo, senza indicare uno dei quattro schieramenti che lo sostengono. questi voti saranno attribuiti “pro quota” ai quattro partiti. Se questo scenario riguarda pochi elettori, non succede niente. Ma che succede se (magari per paura di fare malestri e annullare la scheda) saranno molti a barrare solo il candidato all’uninominale?
    Al limite, potrebbe accadere che lo schieramento di centro sinistra ottenga mille voti, ma solo uno si esprima anche scegliendo una delle quattro liste. Mettiamo sia la Lorenzin. In un caso simile, tutti i mille voti alla coalizione saranno considerati voti per la lista Lorenzin. Di fatto, il sistema premia i partiti con un elettorato più consapevole, o più condizionabile e istruibile.

    1. .mau. Autore articolo

      Tipicamente l’elettorato meno esperto vota sul simbolo del partito (e quindi implicitamente sul nome del candidato all’uninominale per la coalizione) oppure sul nome di uno del listino (che da testo della legge viene esplicitamente equiparato a un voto per il partito e non a un segno riconoscibile che annullerebbe la scheda). Quindi direi che il problema che presenti tu non si porrà.

  4. S.

    Per questo io suggerisco a tutti di votare solo il simbolo della lista che intendono sostenere. Meno rischio di errore e stesso effetto (se confermato che indipendentemente dalle percenutali il voto “migra” al nome).

  5. enrico delfini

    Ho letto che il segno su un candidato del listino, però, rende nulla la scheda. Per questo vedo appelli a “fare meno segni possibile”. Lo scenario che presento è in effetti esasperato; ma qualche sorpresa sulle percentuali relative negli schieramenti, me la aspetto

    1. .mau. Autore articolo

      ribadisco:

      Se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido (a favore sia del candidato uninominale sia della lista).

      e fin qua tutti d’accordo

      Se l’elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.

      (grassetto mio)

  6. Carolina

    con dolore. Rinuncio a Pd per via di licenziamento di insegnante antifascista. Andava redarguita, ma non “licenziata su ordine del segretario di un partito”, che non è neanche il premier. Se no, CasaPound che cosa potrebbe fare?
    Allora: siamo colleghi di Insieme, poi darò un voto a +Europa (mettendo sul piatto della biilancia Bonino donna competente verso relativo schiaffo al cattolicesimo.. ma schiaffo al cattolicesimo sono anche ladri e cocainomani), e poi Gori per cercare di provare una via diversa in Lombardia.

    1. un cattolico

      In effetti la Bonino è competente nel dare schiaffi al cattolicesimo. Il problema è che li dà in primis al proprio Paese: 6 milioni di bimbi in meno (perché ammazzati; 10.141 dei quali trucidati da lei stessa con la stranota pompa di bicicletta in soli 11 mesi, dal febbraio al dicembre del 1975, per poi servirsi –
      dopo una teatrale quanto patetica autodenuncia – dell’immunità parlamentare e scampare così alla richiesta di autorizzazione a procedere che la magistratura inoltrò nei confronti suoi per procurato aborto continuato pluriaggravato e associazione a delinquere. http://www.uccronline.it/2013/04/17/la-tristezza-politica-di-emma-bonino/

      Sentirla ora dire che gli Italiani devono essere aiutati a fare più figli dà una misura del suo squallido cinismo.

      Maurizio pensaci bene prima di votare Tabacci :-(

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