Anche una posizione (semi)seria di Bubbo mi aggraderebbe…
Personalmente non riesco a decidermi su quale sia per me la soluzione più sensata: lo ius soli puro è indubbiamente più facile e intuitivo dello ius sanguinis (nel 1948 non è stata fatta alcuna selezione per selezionare la pura razza italiana dagli infestanti… come osiamo definirci italiani?!), ma allo stesso tempo non credo sia il massimo dare la cittadinanza al figlioletto di una texana che ha deciso di trascorrere le vacanze a Roma all’ottavo/nono mese…

Lo ius soli temperato vorrebbe evitare queste assurdità, che non sono certamente meno bizzarre della cittadinanza al pronipote di italiani che non sa manco pronunciare “pizza”, ma cosa fa di noi italiani? La scuola frequentata? La condivisione degli ideali costituzionali? Mi sembrano questioni grandi che andrebbero affrontate più serenamente. Perché se poi vado in un qualunque campo Rom/Sinti i dubbi mi assalgono più di prima: siamo sicuri bastino le coordinate e la scuola per dirsi italiani?