Google Play Books: Douglas Adams ne sarebbe stato deliziato

Non so se vi ricordate dei miei problemi con Google Play Books, che non mi permetteva di scaricare i libri protetti da DRM che avevo comprato: potevo leggerli dalla loro app, ma se cercavo di aprirli Adobe Digital Edition mi dava un errore chiaramente farlocco, E_ADEPT_DOCUMENT_TYPE_UNKNOWN. Il supporto Google non ha cavato un ragno dal buco, nemmeno con telefonate varie.

Orbene, grazie all’utente Shino2017 che dev’essere più testardo di un mulo e ci ha passato tre mesi su, sono finalmente riuscito a scaricare i file. La procedura era indubbiamente semplicissima, un po’ come quella che era stata necessaria perché Arthur Dent riuscisse a scoprire che casa sua sarebbe stata buttata giù da un bulldozer per fare posto a uno svincolo autostradale. Nel suo caso, i documenti erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello ‘Attenti al leopardo’; nel mio caso è stato banalmente sufficiente installare un software client per VPN – per gli interessati, questo, connettersi su un server giapponese, scaricare il file .acsm e aprirlo con Adobe Digital Edition. Come potete capire, una banale operazione alla portata di chiunque, e soprattutto la prima idea che viene in mente di provare in casi simili.

Dovrebbe essere ovvia a tutti la nocività, a parte l’inutilità pratica, dei DRM; ma forse quello che è peggio è l’incapacità di Google di ammettere che da qualche parte c’è un problema loro, e di ribaltarlo su Adobe, nonostante le proteste non solo mie ma anche di tanti altri utenti, come si può scoprire facendo una ricerca con quella stringa di errore. Evidentemente Play Books non è un progetto che porta loro soldi…

9 pensieri su “Google Play Books: Douglas Adams ne sarebbe stato deliziato

  1. nicola

    Io invece non ho capito perché autori e/o case editrici continuino ad usare il DRM sugli ebook. La sua unica utilità è quella di rendere complicata la vita a chi vuole retribuire il detentore dei diritti dell’opera. Tutti gli altri ne fanno a meno senza nessun problema. (Io evito, a meno di rare eccezioni. l’acquisto di ebook con DRM Adobe. Non voglio finanziare questa pazzia.)

    1. Bubbo Bubboni

      A proposito, peccato la faccenda W3C. Sarebbe stato bello se iniziava subito l’evoluzione e il superamento dei DRM, invece qualcuno non si è limitato a non scendere dall’albero ma ci ha riportato anche tutti gli altri.

  2. mestesso

    .mau. per la prossima edizione di NoDRM Day da parte di FSF-Europe sezione italiana ti chiedo il permesso di (non trattenere il respiro è la prossima estate):

    – utilizzare i tuoi post a riguardo come esempio pratico dei problemi che il DRM comporta all’utente finale
    – postare dei link rilevanti ai tuoi post nei talk/sito italiani a riguardo

    That said, potrei dire che non era un baco ma una feature per Big G.

    1. .mau. Autore articolo

      Tutti i miei post sono pubblici :)
      Big G sta perdendo utenti play books, però: sicuro convenga loro in termini di immagine? (I soldi che girano lì sono pochi)

      1. mestesso

        “Tutti i miei post sono pubblici”

        Sempre meglio chiedere :).

        “Big G sta perdendo…”

        In realtà più che perdere non ha mai acquisito e non per le questioni di DRM, credimi. In tutti i campi chi prima arriva, meglio alloggia e Amazon neanche big G lo può battere. L’unico che può avere il potere di ridimensionare big G è la UE e/o il governo USA. Gli altri possono stare a guardare.

  3. nicola

    Io in realtà so perché il DRM viene usato ancora oggi. L’utente medio. se ostacolato dai DRM, passa direttamente alla pirateria senza nemmeno pensarci. Siamo in 4 gatti a lamentarci di queste cose.

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