E, viceversa, il padre sapendo di essere intercettato (e pertanto pubblicato appena possibile) risponde come risponde e dice quello che dice in quella e altre telefonate? Umm, ma non è che c’è un difetto di logica?
Oppure l’esclusione della logica “tale padre…” porta a credere che uno sapesse, sospettasse e agisse in modo circospetto e cauto, mentre l’altro trattava apertamente i suoi tranquilli affari perché sinceramente certo del suo buon diritto?
Senza considerare che l’idea di obbligare ad informare il ministero in merito a qualsiasi attività investigativa è di… ma questa è un’altra storia.