Questo modo di procedere, per il quale in taluni casi è lecito “correggere” l’autore senza darne notizia, nei secoli ha complicato non poco la vita ai filologi, impegnati a recepire le lezioni meno diffuse dei manoscritti, quelle cioè in cui i singoli amanuensi non si erano presi la briga di modificare il testo pensando di correggere un errore, che errore (ahinoi) non era affatto.