Che succederà a Medium?

Non so se vi è capitato di leggere questo post di Ev Williams, il CEO di Medium, che a inizio mese ha annunciato che ha fatto fuori un terzo dei dipendenti, e sta riconsiderando il suo modello di business. Magari avete anche letto la risposta di DHH, che dice fondamentalmente «Medium è fantastico per scrivere, ma per avere un prodotto vincente devi fare qualcosa di completamente diverso (“disruptive”), e se dopo cinque anni e 132 milioni di dollari dici che non hai idea di come farlo c’è qualcosa che non va», probabilmente rispondendo alla frase di Ev «We believe people who write and share ideas should be rewarded on their ability to enlighten and inform, not simply their ability to attract a few seconds of attention.»

Io ho un account su Medium. Ci scrivo molto poco, e viene letto molto poco, come si può notare dalle statistiche qui a fianco. Così ad occhio è più probabile che venga visto un mio post sul mio blog che qua. D’accordo, direte voi, non lo usi e non lo pubblicizzi, cosa pretendi? Io non pretendo nulla. Mi limito a far notare che l’ecosistema attuale di Medium è molto peculiare, e funziona bene solo per chi è già famoso e riesce quindi ad avere un gran numero di condivisioni (soprattutto di sottolineature di frasi); tra l’altro, la storia che un commento su Medium è esso stesso un post mi pare controproducente, perché non permette in pratica di fare note puntuali ma spinge a creare altri pipponi in risposta al pippone iniziale. Ma in tutto questo dove comincia e dove arriva esattamente la parte collaborativa che dovrebbe essere il punto di forza della piattaforma? Sì, è facile usarla per scrivere un testo ben formattato, ma come scriveva DHH di modi per farlo ce ne sono già tanti.

Io non sono mai stato bravo a trovare nuovi modelli, quindi non so se Ev riuscirà nel suo intento: ma per il momento mi tengo stretto il mio sito (e mi copio sempre i post anche qua :-) ) Voi?

Ultimo aggiornamento: 2017-01-23 14:53

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