Tre parole in più

Forse avete sentito la polemica montata a partire dall’ultima esternazione di Piergiorgio Odifreddi, che su Repubblica (qui il testo) ha affermato che “Una progressione discendente, che sembra indicare come l’attitudine femminile sia direttamente proporzionale alla concretezza e indirettamente proporzionale all’astrazione.” (Tradotto dal matematichese, “più sei donna meno sei capace di astrarre”. È più difficile che abbiate però letto la replica del Gruppo di Lavoro Pari Opportunità dell’Unione Matematica Italiana, che ha inviato a Repubblica una lettera che potete leggere sul sito di MaddMaths!.

Abbiamo ora la replica odifreddiana, sempre leggibile su MaddMaths!, che comincia con leggiadria: «la vostra lettera a “La Repubblica” mi stupisce, per l’incapacità che collettivamente e individualmente dimostrate di capire ciò che ho scritto, in quello che credevo essere italiano elementare.» e si dilunga nell’esegesi del suo trafiletto iniziale. Eppure sarebbe stato tutto così semplice: bastava che nel suo articolo iniziale ci fossero state tre parole in più (tanto l’ultima riga era quasi vuota). “Sarà davvero così?”. E la cosa più bella è che chi pensa “sì, è davvero così” non avrebbe trovato nulla di diverso…

Ultimo aggiornamento: 2016-10-21 12:18

4 pensieri su “Tre parole in più

  1. un cattolico

    Ultimamente viene talmente criticato da ogni fronte per la sua arroganza e pochezza argomentativa che inizia a starmi molto simpatico.

    E osservo per inciso che anche in TV ha abbassato e di molto i toni, nei suoi ormai rari interventi televisivi, cercando di risultare più gradevole e meno spocchioso persino con il Messori di turno (tanto viene chiamato sempre e solo per fare la parte dello scientista incredulo).

  2. carolina

    Odifreddi doveva consultarsi con Ban Ki-Moon, che ha trovato che la migliore ambasciatrice delle donne nel mondo.. è il personaggio di celluloide di Wonder Woman :)

  3. Apis

    Beh, leggendo la contro-risposta dei firmatari la lettera mi pare di fatto ammettano di non aver capito cosa aveva scritto Odifreddi …

    1. .mau. Autore articolo

      Mah. Mia moglie mi ha fatto leggere la contro-controrisposta, o se preferisci la seconda spiegazione del trafiletto incriminato (il che mi pare già un po’ esagerato. Se fare l’esegesi di quanto hai scritto non ti basta e ti serve un’altra spiegazione, c’è qualcosa che non va).
      Odifreddi sa argomentare sicuramente dell’altro gruppo di matematici, su questo non ci piove. Quindi sa coprire molto bene i bachi del suo ragionamento. Un esempio banale. Lui afferma di non aver negato l’esistenza di un bias nell’assegnazione dei premi, anzi si è esplicitamente limitato a guardare i “premi al femminile” e fare una graduatoria tra di essi. Ma proprio perché ammette l’esistenza di un bias, dovrebbe anche ammettere che quel bias non è una costante ma potrebbe aumentare con l’allontanarsi delle discipline da quello che la mentalità corrente ritiene lecito per il gentil sesso. Ovviamente non l’ha fatto perché ciò inficerebbe la sua tesi; meno ovviamente il gruppo per le pari opportunità ha scelto il modo sbagliato per controbattere. Potrei insomma dire che le donne sono meno portate degli uomini alla retorica :-)))))))

      (ah: sul frenf.it il discorso è degenerato, e qualcuno ha fatto notare che esistono task in cui la distribuzione delle abilità è nettamente bimodale: detto in altro modo, è vero che maschi e femmine si comportano in modo sostanzialmente diverso. Tralasciando il fatto che parlare di astrazione è un tema così astratto :-) che è probabile che uomini e donne astraggano in maniera sostanzialmente diversa ma funzionalmente simile, uno dei task in cui i maschi sono molto più bravi delle femmine è la capacità di rotazione spaziale mentale degli oggetti. Bene. Durante le medie somministrarono una batteria di test di intelligenza alla mia classe. Io sono stato ben al di sopra della media quasi in tutti, tranne uno dove ho fatto proprio schifo. Indovinate quale)

I commenti sono chiusi.