Giro d’Italia 2016

Vincenzo Nibali ha vinto il Giro. Non ho problemi ad ammettere che martedì non avrei scommesso un centesimo. Certo, ha avuto molta fortuna, tra la caduta di Kruijswijk venerdì e il meteo che sabato è stato clemente: se la perturbazione di domenica fosse arrivata un giorno prima, avrebbero annullato probabilmente la tappa e la sua rimonta sarebbe rimasta incompiuta. Ma la fortuna da sola non basta, e bisogna riconoscere che Nibali (e anche la squadra, intendiamoci) ci ha messo del suo, soprattutto di testa: perché a quei livelli le gambe non bastano.
Poi sappiamo tutti da decenni che i risultati delle gare ciclistiche, come scriveva Giampaolo Ormezzano, sono s.d., “salvo doping”: ma la mia sensazione è che più o meno tutti prendono le stesse cose, anche perché sennò non sopravviverebbero per tre settimane a quei ritmi; quindi il risultato cambia poco. Un applauso a Nibali, insomma.

Un pensiero su “Giro d’Italia 2016

  1. procellaria

    dire che tutti prendono le stesse cose è un’inferenza grossolana. Come con i materiali, gli allenamenti e le forniture in genere, ci sarà chi è più avanti di altri. Ho recentemente visto il film biografico su Lance Armstrong e lì si vede come (grazie a un immancabile italiano) la US Postal avesse messo in piedi un sistema molto sofisticato di “assistenza farmacologica” alla trazione. Dubito che altre squadre disponessero di un sistema di pari livello.

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