Tobia Antonio

Tralasciando tutte le implicazioni morali sulla paternità di Nichi Vendola e del suo compagno, ricordo che Tobia Antonio essendo nato negli USA sarà (anche) cittadino americano, e quindi non è affatto detto che la coppia dovesse attendere la legge Cirinnà.
(Poi non sono un esperto di diritto di famiglia e scoprire che il tribunale italiano non sarà d’accordo, neh)

Ultimo aggiornamento: 2016-02-28 17:47

12 pensieri su “Tobia Antonio

  1. Isa

    .mau., sono sicura che con quella parentesi tonda volessi dirci qualcosa, ma non capisco cosa :)

    1. .mau. Autore articolo

      un pippone riguardo alla legge 218/1995 sul diritto internazionale, che parla anche di riconoscimento di figli nati all’estero, ma il cui legalese è superiore alle mie capacità.

      1. wilson

        Dovrebbe essere la questione di cui non si è occupata la corte costituzionale qualche giorno fa (perché i ricorrenti hanno sbagliato legge).

        In ogni caso, se il bambino arriva in Italia con un solo genitore, il compagno (o il coniuge, la situazione è la stessa) di questo genitore può chiedere di adottarlo, questo sia senza che con la Cirinnà (con o senza art.5)

    1. .mau. Autore articolo

      Repubblica dice che il parto è avvenuto in California, quindi vale lo ius soli americano. Non so se il Canada abbia uno ius sanguinis.

  2. un cattolico

    Ma non dipende dallo Stato degli States (ok la California è tra quelli ideologizzati, ma tu ne facevi un discorso generale)? O ora l’utero in affitto è sdoganato in tutti gli States? Non sono al corrente…

    P.S.: Grazie al Cielo ci sono anche omosessuali come Ferdinando Tripodi (non credente, o quantomeno non lo scrive apertamente):
    https://twitter.com/ferdinantripodi/status/704050522723131392
    che per essersi esposti contro questo atroce mercimonio vengono insultati nei social network da centinaia di omosessualisti (omo ed etero).

      1. Lele

        @ un cattolico

        Giusto non estrapolare.

        Ma se una persona utilizza la maternità surrogata e cerca il Signore e ha buona volontà? Allora si può dare un giudizio?

        E se una persona, pur non utilizzandola, è favorevole, come verrà giudicata?

        1. un cattolico

          «Ma se una persona utilizza la maternità surrogata e cerca il Signore e ha buona volontà? Allora si può dare un giudizio?»

          Se ha buona volontà non gli viene neppure in mente di sfruttare una donna e comprarsi un bimbo, come fosse un Cicciobello, per gratificarsi (il “buona volontà” cristiano non ha troppo a che spartire col “non è un pelandrone” del linguaggio comune ;) ). Il giudizio sulla persona che compie quel mercimonio spetta a Dio, alla Chiesa invece condannare il mercimonio (e non chi lo compie): si condannano atti, mai le persone che li compiono.

          «E se una persona, pur non utilizzandola, è favorevole, come verrà giudicata?»

          “ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”, diciamo partecipando alla Santa Messa (se il sacerdote opta per il Confiteor).

          1. Lele

            A me sembra che da qualche tua espressione traspaia il fatto che tu non ti limiti a condannare degli atti, ma esprima un giudizio sulle persone.
            Un giudizio che mi sa di condanna piuttosto che di perdono.
            Il tuo modo di descrivere la “maternità surrogata” è: “sfruttare una donna e comprarsi un bimbo”. Lo stesso atto è definito come “mercimonio”. Mi sembra che la qualificazione di questi atti attraverso questi termini sia fortemente negativa. La mia prima impressione è che allora tu stia assumendo il ruolo che dichiari essere di competenza della Chiesa (condannare l’atto).
            La seconda impressione è che tu non ti limiti nemmeno a questo. Me lo fa pensare quella proposizione finale: “per gratificarsi”.
            Dunque tu (assumendo la funzione della Chiesa) condanni l’atto, ma attribuendo a chi quell’atto ha compiuto una determinata finalità in modo del tutto arbitrario. Così, interpretando le sue intenzioni, arrivi a giudicare la persona.

            Tutto ciò, ovviamente, detto con rispetto. Ma quello che – di ciò che hai scritto – mi dà fastidio è una costante che trovo in diverse persone che si dichiarano cattoliche: sembra che parlino e agiscano in nome di Dio, o forse in vece di Dio. E credo che l’uomo che vuole sostituirsi a dio diventi pericoloso.

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