Da Amazon a Palazzo Chigi

Sono certo che mentre sto scrivendo questo post ci sarà qualcuno che starà tuonando contro la scelta di Matteo Renzi di nominare Diego Piacentini, attuale pezzo molto grosso di Amazon, commissario al digitale: Piacentini ha un incarico della durata di due anni e dovrà coordinare le politiche innovative per conto del governo. Quei qualcuno tuoneranno perché Renzi si è dimostrato un servo delle multinazionali prono ai loro diktat. Io personalmente non trovo invece nulla di strano a prendere qualcuno che evidentemente ha dimostrato di avere le competenze necessarie: posso al più chiedermi se avrà anche le capacità di ottenere qualcosa in un ambiente come la politica italiana, ma quello varrebbe comunque per tutti.

L’unica cosa che mi lascia perplesso è quanto ha anche segnalato Stefano Epifani: perché un incarico a titolo gratuito? Smettiamola di rompere le palle con i costi della politica. Io voglio che le cose si facciano, e dire che si fa qualcosa gratuitamente mi dà sempre l’aria di roba fatta nei ritagli di tempo, che non è quello che ci serve.

Ultimo aggiornamento: 2016-02-11 10:57

6 pensieri su “Da Amazon a Palazzo Chigi

  1. layos

    Ipotizzo che uno con quei mezzi e con le cifre che ha guadagnato in vita propria possa accettare un incarico governativo per prestigio e spirito di servizio, tanto avrà comunque tutte le spese rimborsate e posso anche credere che non abbia bisogno di guadagnare altro

  2. mestesso

    Nessuno lavora gratis, nessuno regala niente. Questo vale per tutti, ma in particolare per i magnager (no, non è un typo) ed ancor più per quelli che in USA vengono chiamati “Amholes” (lascio alla vostra sensibilità trovare il senso di questa locuzione) e per la controparte Renzi.

    In particolare questo significa che il nostro, tramite la sua attività, troverà compensazione senza stipendio. Tradotto, per implementare quanto la sua carica prevede (qualcuno ha letto di preciso cosa dovrebbe fare?) si servirà di ditte in outsourcing, appalti, etc da cui avrà un percentuale di mediazione (io ti procuro un lavoro X, tu ditta mi riconosci il mio ruole e mi rigiri una parte del tuo profitto).
    Praticamente uguale ad una stecca, solo che è trasparente (alias nei contratti è esplicitamente enunciata e trasparente) e (soprattutto) legale.

    In alternativa può egli stesso formare una società ad-hoc, tipo General Contractor, che coordina tutti i subappaltatori che lo retribuiscono in ragione del fatturato. Cmq siamo ben lontani dalla gratuità. Rimane il fatto che un Amhole non si interfaccia molto bene con la politica italiana e non capisco bene dove si voglia vera,emte arrivare.

  3. silvia

    L’ incarico durerà al massimo due anni. Una persona con una carriera alle spalle come la sua non dovrebbe avere problemi economici in quel lasso di tempo, potendo attingere ad un patrimonio accumulato negli anni.
    Al termine dei due anni non rimarrà di certo senza ulteriori offerte di altissimo livello ottimamente retribuite.
    Da quello che leggo sul suo carattere/personalità, probabilmente anche solo l’idea estremamente sfidante del progetto potrebbe appagarlo (diciamo che potrebbe essere un altro modo di intendere un sabbatico)
    Una scelta in qualche modo vicina a questa l’ha fatta pochi giorni fa Tononi, presidente MPS (ha devoluto l’intero compenso – 500K € – al neonato fondo per permessi retribuiti straordinari per assistere familiari in difficoltà/malati dei dipendenti MPS).

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