Ricatto? Quale ricatto?

Oggi magari avete letto l’articolo in prima pagina del Corsera, dove si afferma che Wikipedia ha perso 300 milioni di utenti – occhei, sarebbero al massimo pagine visualizzate – in pochi mesi. Oppure avete visto il TG5 delle 13 che ha fatto un servizio che cominciava con le parole «Il portale Wikipedia perde pezzi, o meglio utenti: troppi gli errori e le imprecisioni». La realtà è un po’ diversa, e l’ho raccontata qui con il cappellino di portavoce di Wikimedia Italia.

Ma non è di questo che volevo parlare, ma della seconda notizia che forse avete visto: che cioè su Wikipedia in inglese è stato scoperto un ricatto, e ci sono state delle persone che si sono viste chiedere dei soldi per evitare che la voce di Wikipedia su di loro contenesse delle falsità. Un esempio di articolo con queste notizie è qui. Peccato che anche in questo caso le cose non siano affatto andate avanti così, come del resto chiunque ci pensi un attimo può immaginare: togliere un’informazione falsa è relativamente semplice perché non ci sono fonti autorevoli che la confermino. Come si può leggere (in inglese) sul blog della Wikimedia Foundation, i 381 account che sono stati bloccati sono accusati di “undisclosed paid advocacy”, cioè si sono fatti pagare per inserire pagine dell’enciclopedia senza rendere la cosa pubblica, e tipicamente non seguendo le linee guida di Wikipedia: insomma, voci che non avrebbero mai dovuto essere presenti. Un’altra cosa che questi account hanno fatto è farsi pagare per “proteggere” la voce, cosa che comunque è diversa dal ricattare. Controllate pure: la parola “blackmail”, ricatto, non è scritta da nessuna parte nel comunicato WMF. Eppure se fate adesso una ricerca con i termini Wikipedia e blackmail trovate una quantità di risultati. Come mai? Semplice. Tutto nasce dai siti che copiano (e da noi traducono) questo articolo dell’Independent, strillato a tutta voce per fare scandalo contro Wikipedia… e non è nemmeno la prima volta che lo fanno. Per me, che mi ricordo com’era quel giornale quando nacque, vedere come si è trasformato è davvero triste: per dire, il testo del Daily Mail è persino più oggettivo. (Il titolo è quel che è, ma non si può pretendere troppo dalla vita)

Lo so, notizia cattiva scaccia notizia buona, e i miei ventun lettori sono una ben misera percentuale di chi verrà a sapere di queste notizie: però almeno il mio mattoncino ce lo voglio mettere.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-02 19:58

7 pensieri su “Ricatto? Quale ricatto?

  1. un cattolico

    Realisticamente, cioè cercando di distaccarti emotivamente dal progetto su cui si vede che credi molto, quanto credi che durerà ancora Wikipedia?

    Avrà banner ovunque tra qualche anno?

    1. Albetron

      Non sono .mau. ma rispondo anche io al commento. I soldi non sono un problema per la fondazione al momento, anzi sembra che stiano regolarmente raccogliendo in donazioni molto più del necessario. E personalmente non credo che sia un bene, non sono mai stato un fan della gestione WMF ma ho la sensazione che il rapporto con la comunità vada sempre peggio.

    2. .mau. Autore articolo

      guarda, Wikipedia morirà quando uscirà qualcosa di meglio e/o la gente non cercherà più informazioni in rete (le due ipotesi sono indipendenti). Come dice Albetron, i soldi non sono (ancora) un grande problema, e non credo arriveranno mai banner su Wikipedia: molto più facile si faccia uno spinoff verso un altro sito e si lascino due server a vapore per Wikipedia. Chi c’era nel 2005 si ricorda la quantità di volte in cui la pagina non si caricava per troppo traffico.

    1. .mau. Autore articolo

      nel comunicato stampa linkato verso l’inizio del post c’è anche un link a un’analisi interna.

  2. Albetron

    Io ogni volta che leggo questi articoli (e non solo questi) ho la sensazione che in Italia il giornalismo sia diventato una professione per impediti cronici. Arrivano sulla notizia con una settimana di ritardo, in quello che pubblicano non resta neanche una virgola di notizie esatte e si vede lontano un miglio che non hanno la minima idea di cosa parlano. In questo periodo magari si potrebbe giustificare col fatto che d’estate non si sa mai cosa scrivere per riempire le pagine, ma purtroppo non succede solo d’estate.
    Avevo letto la settimana scorsa della questione su fonti anglofone e wikipediane, ma aspettavo comunque l’intervento maldestro della stampa nazionale.

    1. .mau. Autore articolo

      a me lascia solo stupito (ma oramai nemmeno tanto) che non provino neanche a mandare una mail o tirare su il telefono per chiedere non dico spiegazioni ma un commento,

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