battutari profughi

Sabato sembrava che nella parte di italica Internet che mi capita di frequentare non ci fosse più nulla di importante sulla Grecia o sull’Isis, e persino l'”ondata eccezionale di caldo” pareva essere scemata. Tutti parlavano della vignetta di Giannelli sul Corriere (tanto per linkare la concorrenza, la vedete qui), con una famiglia che torna a casa, vede una serie di “negri mussulmani e affini” sul loro divano, che alla domanda “e voi?” rispondono “profughi”.
Ovviamente Giannelli ha affermato di essere stato frainteso, dicendo «Il mio intento era prendere in giro chi teme che i rifugiati arrivino a casa sua: la satira è anche paradosso». Ma il punto è un altro: molto banalmente, quella vignetta non fa per nulla ridere. Io sono notoriamente un esperto di vignette che non fanno ridere, ne produco tutti i giorni: e so bene che qui di paradossi non ce n’erano affatto, perché quello disegnato è semplicemente quello di cui tanta gente ha paura. Cosa c’è di satirico? nulla. L’unica cosa che mi chiedo è come mai ci sia stata tutta quella sollevazione popolare :-)

Ultimo aggiornamento: 2015-07-19 16:53

2 pensieri su “battutari profughi

  1. Mauro

    È quello che ho pensato anch’io: non fa ridere e neanche sorridere o ghignare. E quello rimane comunque il primo dovere di una vignetta.

  2. Banasci

    Si è sollevata la minoranza rumorosa che considera la vignetta di Giannelli non satira, ma una conferma del pensiero dominante.
    La maggioranza, credo che non l’abbia neanche vista, o al più, vedendola, abbia esclamato: vedi lo dice anche il giornale!

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