SAP e tortura

Oggi, mentre tornavo dalla pausa pranzo in centro, ho visto che sul cestello della BikeMi che ho preso c’era un volantino – foglio A4 piegato a metà, stampato a colori – dal titolo BRAVA GENTE SOTTO “TORTURA”. Scusate il maiuscolo, l’ho copiato direttamente dal testo. Il volantino in questione è firmato dal Sindacato Autonomo di Polizia, e non essendoci indicato nessuno stampatore, un po’ come nei volantini dei gruppuscoli dell’ultrasinistra, posso solo supporre che sia effettivamente così.

L’editoriale recita: «Caro cittadino, siamo qui per dimostrarti che la vera vittima del progetto di legge sul reato di tortura SARAI TU. I poliziotti sanno difendersi dai delinquenti e sapranno cavarsela anche di fronte a una legge assurda ma saranno costretti a tirare i remi in barca lasciando campo libero ai malviventi. APPROFONDISCI E VERIFICA.» Pagina 4 termina con «Se istigare alla tortura è azione deplorevole e incivile non si capisce perché non debba essere vietata a tutti visto che sarà unicamente in capo al pubblico ufficiale (reato proprio).»

Non so. Proprio perché io ho un grande rispetto per il lavoro che fanno le forze dell’ordine, non trovo nulla di strano che se esse tradiscono la fiducia che lo Stato ripone in loro esse vengano trattate più duramente di quanto non lo sia un cittadino comune. È la stessa ragione per cui se un educatore commette un reato sessuale contro un bambino da lui gestito la pena è maggiore. Se per questo, a pagina 2 viene riportata la frase del magistrato antimafia Raffaele Cantone (trovate la frase anche qui): «i fatti della Diaz sono vergognosi, ma le indagini su quei fatti hanno consentito di individuare le responsabilità, anche dei vertici, senza bisogno del reato di tortura». Certo. Verissimo. Naturalmente il fatto che i responsabili abbiano visto la pena prescritta – perché non essendoci il reato di tortura la prescrizione arriva prima – è irrilevante: le responsabilità sono state individuate. D’altra parte una cosa è chiara: il reato di tortura non comprende atti tipo il fare solletico per decine di minuti di fila, e tutto quello che vi entra è comunque punibile in altro modo: il reato è specificatamente nato per stigmatizzare il comportamento illegale di chi dovrebbe tutelare la legalità.

Insomma, voi che ne pensate, a parte che io rischierò di essere pestato da qualcuno senza che il SAP muova anche un solo dito?

11 pensieri su “SAP e tortura

  1. enrico

    tendenzialmente sono contrario a fattispecie di reato “speciali” e specificamente individuate. Conoscendo come vanno le cose in Italia, ci vedo dietro sempre il trucco. Esempio: se passerà il famoso omicidio stradale, prima o poi servirà a qualche pirata della strada per essere assolto, dimostrando che ha investito il pedone oltre il bordo della strada o sul marciapiede, per cui non è “stradale”. Le norme devono per forza essere generali e “vaghe”, per poter essere applicate anche in situazioni non direttamente previste. Un codice ben fatto deve, per definizione, escludere la possibilità di vacatio. il problema è fare i processi; farli presto; e farli bene. E non usare il clamore mediatico ad usi diversi.

    1. .mau. Autore articolo

      il cosiddetto “omicidio stradale” non ha un grande senso in assoluto (ma il tuo caso non conta: un pm con un minimo di raziocinio chiederebbe condanna per omicidio stradale e in subordine per omicidio colposo standard).
      D’altra parte, se scrivi «Conoscendo come vanno le cose in Italia, ci vedo dietro sempre il trucco» e «Le norme devono per forza essere generali e “vaghe”, per poter essere applicate anche in situazioni non direttamente previste» non ti pare di andare contro te stesso?

      1. mestesso

        Ricordo a tutti che suddetto reato è stato introdotto per esplicita richiesta/ordine UE. Il governo in caso contrario avrebbe semplicimente girato la testa da una altra parte, altro che SAP (sindacato che detesto con tutto il cuore).

      2. enrico

        è sulla presenza garantita di pm con un minimo di raziocinio che mi sento insicuro. immagino già la corsa ad essere il primo che chiederà la condanna per omicidio stradale. Magari per far prima si dimentica la richiesta in subordine

  2. m.fisk

    Da laureato in storia delle codificazioni posso affermare che da 250 anni (vale a dire dalal Leopoldina del 1786) la caratteristica della norma giuridica è di essere generale e astratta (che è diverso da “vaga”). Ma non è questo ciò che importa.
    La tortura è configurata come reato proprio (nel senso che si tratta di un reato che non può essere commesso da chuinque, ma solo da persone che ricoprono un certo status) perché il suo presupposto è l’abuso di un potere legittimamente conferito.
    Se io prendo un passante, lo rinchiudo in una stanza e comincio a rullarlo di cartoni, sto commettendo dei reati: sequestro di persona, violenza privata, percosse, lesioni personali. Non è che l’ordinamento non si interessi del fatto: ma non è “tortura”. La tortura, per come viene configurata, è il reato di chi, disponendo legittimamente del potere di farlo, mi rinchiude in una stanza di una caserma e mi rulla di cartoni: ed è il fatto che abbia potuto legittimamente rinchiudermi in quella stanza che rende ben più grave il suo rullarmi di cartoni.

  3. m.fisk

    Faccio però notare che il volantino del SAP è più sottile di quanto appaia a prima vista: infatti non discute l’introduzione del reato di tortura come reato proprio, bensì contesta il fatto che alla medesima pena soggiacia anche il pubblico ufficiale che ISTIGA altri a torturare taluno.
    E qui in effetti non si può dare tutti i torti al SAP (sebbene sia cosa buttata lì per far fumo). Infatti se è giusto distinguere tra chi mena privatamente e chi lo fa abusando della sua divisa, diverso è il caso del cittadino comune che istighi il poliziotto a menare l’arrestato.
    Si tratta di una scelta legislativa della quale francamente non si comprende la ragione, anche perché l’art. 117 c.p. già disciplina il caso del concorso del cittadino comune nel reato proprio, disponendo che il tal caso si applicano le pene prviste per quest’ultimo, ma il giudice può diminuire la pena.

    1. .mau. Autore articolo

      La frase successiva in effetti è «Chiunque potrà istigare impunemente alle peggio torture mentre un poliziotto o un magistrato non potranno neppure invitare il collega a promettere una sberla per indurre un rapitore a indicare il covo ove viene tenuta sequestrata una bambina.»

      A parte l’esempio scelto ad hoc, me li vedo proprio poliziotti e magistrati che di fronte all’indagato dicessero al collega “dagli tu una sberla, ché a me viene da ridere”.

      (più interessante è notare che il volantino è scritto abbastanza bene da un punto di vista retorico: e poi dicono che in polizia sono tutti degli ignorantoni)

  4. ArgiaSbolenfi

    Ero convinto che si trattasse di un post sul famoso software gestionale, noto strumento di tortura.

    1. dioniso

      A dire il vero anch’io. E visto che lavoro per la concorrenza sono subito venuto a leggere :-)
      Ma la lettura è stata molto interessante lo stesso.

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