Giacinto e Giorgiana

Oggi Carlo Felice Dalla Pasqua mi ha segnalato questo post fatto da Danilo Fastelli del Tirreno con una dichiarazione di Marco Pannella, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Giorgiana Masi: «Finché vi sarà un solo deputato radicale in Parlamento non potrà, non dovrà dimenticare in una sola grande, grave occasione di far risuonare nell’aula e nelle coscienze il nome di Giorgiana Masi, finché giustizia non sia fatta.»
(per la cronaca, la citazione completa ha un inciso in più: […] occasione, apparentemente la più estranea o lontana, […])

Non ricordando nulla del contesto – avevo quattordici anni, leggevo sicuramente i giornali, ma si vede che non ero per nulla interessato alle manifestazioni di piazza – sono andato a cercare cosa scriveva in quei giorni La Stampa (sempre benemerito sia il suo archivio storico). Io non sono uno storico, e ho ben chiaro che la cronaca non è necessariamente veritiera, soprattutto se immediata: però qualche idea la può sempre dare. In definitiva, mi è chiaro che ci sono due visioni contrapposte di quello che è successo: quella ufficiale che afferma che elementi dell’Autonomia, forse coadiuvati da appartenenti a Lotta Continua, abbiano approfittato della situazione per sparare nel mucchio e cercare il morto; e quella radicale che afferma che i colpi siano stati sparati da poliziotti in borghese. Ma mi è anche chiaro, leggendo gli articoli del giorno precedente alla manifestazione, che i radicali sapevano perfettamente che c’era chi avrebbe sfruttato la manifestazione radicale (che ricordo essere stata vietata, come tutte le altre manifestazioni di quel periodo, dall’allora giovane ministro dell’Interno Francesco Cossiga) per andare a fare casino. Tu radicale sei non-violento, insomma; ma cerchi la violenza altrui. Ecco: se io fossi Pannella eviterei di sbandierare quella storia come se loro fossero dei santerellini. Tanto chi ci è andato di mezzo non è stato uno di loro, ma la povera Giorgiana.

Ultimo aggiornamento: 2015-05-13 22:01

14 pensieri su “Giacinto e Giorgiana

  1. conte oliver

    Cioè la versione “ufficiale” è che Giorgiana Masi sia stata uccisa dagli autonomi?

    Secondo me basarsi solo su quanto scriveva un quotidiano all’epoca somma due tipi di parzialità: quella temporale e quella politica.

    Se permetti (e se lo permette il sistema antispam di wordpress) , segnalo due link ad articoli con esempi notevoli:
    quello su la stampa del 10 maggio 1978 sulla morte di Giuseppe Impastato
    http://3.bp.blogspot.com/-QqfC6yGZBec/VVRighGSSsI/AAAAAAAABiE/QWOmgC1jrIM/s1600/stampa%2B-%2B10%2Bmaggio%2B1978.jpg
    e
    la prima pagina de Il Piccolo di Trieste del 20 aprile 1945.
    http://www.wumingfoundation.com/giap/wp-content/uploads/2015/05/hitler_bday.png

    1. .mau. Autore articolo

      La versione ufficiale è quella della sentenza del processo per omicidio, che c’entra il giornale?

  2. Bubbo Bubboni

    Forse è meglio se guardi wikipedia quale problema c’è. Tanto per iniziare puoi risparmiarti di cercare la sentenza del processo per omicidio…

    Inoltre sui giornali dell’epoca ha proprio ragione conte oliver, ci vuole ancora più cautela che con quelli recenti perché gli interessi della propaganda dell’epoca non sono scontati per chi li legge ora. Dopotutto quei fatti fanno e facevano parte di una strategia politica non di un sistema di collaudo armi ed esplosivi.

    A proposito di vecchi quotidiani il Quotidiano Nazionaledel 23 ottobre 2008 riporta un’intervista che non pare abbia susciato le dovute indagini: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quando ero Ministro dell’Interno (…) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto…”

    1. .mau. Autore articolo

      forse non sono stato chiaro. Io non parlo di quello che la Stampa scrisse il giorno dopo l’omicidio, ma di quello che scrisse il giorno stesso (quindi prima della manifestazione), dove era scritto chiaro e tondo che si stavano preparando incidenti. Mi sta benissimo immaginare che gli incidenti sarebbero poi stati fomentati dalla polizia e non dagli autonomi: resta il fatto che i radicali sapevano cosa sarebbe potuto succedere e hanno scelto di fare lo stesso la manifestazione (per un tema di importanza capitale come ricordare il terzo anniversario del referendum sul divorzio).

      1. Bubbo Bubboni

        Beh, se è questo l’aspetto che ti interessa sottolineare direi che è rimasto uguale nei decenni.
        Tutta la settimana prima di una manifestazione no-TAV molti giornali parlano dei probabili scontri e delle sicure devastazioni. Il giorno dopo la manfestazione non parlano del fatto che ci sia stata o di che cosa voleva ottenere.

        Però il fatto che lo stato potrebbe anche agire in modo meno cortese del solito non dovrebbe sconsigliare ai cittadini di lasciar trapelare che, ogni tanto, pensano delle cose. Neppure se si tratta di un regime democratico.

      2. mestesso

        “Ma mi è anche chiaro, leggendo gli articoli del giorno precedente alla manifestazione, che i xxxx sapevano perfettamente che c’era chi avrebbe sfruttato la manifestazione radicale (che ricordo essere stata vietata, come tutte le altre manifestazioni di quel periodo, dall’allora giovane ministro dell’Interno Francesco Cossiga) per andare a fare casino.”

        Ho messo una variabile al posto del movimento per sottolineare e generalizzare quanto detto da Bubbo. All’epoca dei fatti qualsiasi manifestazione organizzata dai movimenti (indifferentemente SX/DX) faceva “casini” come dici tu. Quel che variava era l’entità del casino: nel migliore dei casi erano danni al patrimonio, ma il ferimento di persone era la norma allora. In questo contesto mi fa abbastanza ridere la tua frase “Tu radicale sei non-violento, insomma; ma cerchi la violenza altrui.”. Erano violenti tutti, o meglio più violenti di oggi, e, diamo il merito a chi lo merita, i Radicali erano tra i meno aggressivi (almeno a livello fisico).

        Giusto per dare una vaga idea di come erano i tempi anche solo qualche anno più tardi (io sono più giovane di te .mau.!), in quel di Como che era a dispetto di Milano decisamente più traquilla, un mio amico di allora ben più miltante di me incontrò per caso uno dell’altra parte (e molto militante pure lui) in mia compagnia. Non venimmo alle mani (mai menato nessuno, le ho solo prese) ma poco ci mancava e il mio compare disse all’altro che avrebbero finito di regolare i conti ad una manifestazione che avrebbe avuto luogo un paio di gioni più tardi (una roba di piccolo cabotaggio eh, come si addice ad una cittadina di provincia). Al giorno ed ora stabiliti, la piazza era piena di celerini, c’erano più celerini che manifestanti! Mai visti tanti celerini a Como, è stato un record.

        Non ho nostalgia di quei tempi, però li ho vissuti.

        1. .mau. Autore articolo

          no, non puoi mettere XXXX al posto di Radicali. Cambia completamente il contesto.
          Tu tu definisci non-violento, ma indici una manifestazione con una scusa qualunque in un momento in cui sai che gli animi sono esacerbati e c’è solo chi aspetta il momento migliore per sfogarsi (e qui mettici pure la polizia). Poi ci scappa il morto che non è dei tuoi e te ne appropri?

          1. mestesso

            .mau.: alla prima frase ho già risposto, e per me è come se non esistesse e la cancello.

            Per la seconda, stringo una risposta che altrimenti sarebbe molto lunga: Pannella può permetterselo. Altri no. Gli altri (ed anche qui si evince la cifra culturale dell’interessato relativamente agli altri politici traghettati dai movimenti anni ’70 agli scranni romani) si riempiono la vita di mignotte e soldi o soldi e mignotte, mica a ricordare la gente che durante le manifestazioni ci ha lasciato la pelle. I casini (case di piacere) le hanno abolite, i paraculi voltagabbana che in gioventù brandivano la mazza e menavano duro personalmente e che conoscevano direttamente persone che ammazzavano (due nomi sono famosissimi e notissimi a tutti nel centrodestra) no.

            Questo come premessa. Secondo, dalla frase di Pannella non vedo una “appropriazione” così netta come la vedi tu, ma concedo che ci possono essere sensibilità differenti.

      3. Barbara

        Cioè lo stato vieta di fare una manifestazione, minaccia violenza illegale a mezzo stampa, chi manifesta lo stesso è corresponsabile della violenza illegale nei propri confronti? Che poi, una manifestazione non si organizza in poche ore. Quel che è uscito sui giornali il giorno stesso è irrilevante.

        Detto questo, io spero tanto che a manifestare i miei figli non ci vadano mai perché sono come la mamma del ragazzo di colore a Baltimora: preferisco vedergli calpestare i propri ideali che ritrovarmeli ammazzati dalla polizia.

        1. .mau. Autore articolo

          Se la manifestazione fosse esplicitamente stata fatta contro il divieto di manifestazioni, l’avrei capita (e comunque mi sarei aspettato più attenzione da parte di chi l’organizzava: avete presente in quegli anni il servizio d’ordine del PCI?)
          Che poi lo stato abbia minacciato violenza illegale a mezzo stampa è un’illazione (di tutti noi). Tutt’al più ci si dovrebbe chiedere cosa facevano 5000 agenti se gli scontri ci sono stati lo stesso… anche se non dove c’era la manifestazione vera e propria (non mi pare che nessun militante radicale sia stato ucciso o ferito gravemente)

  3. Bubbo Bubboni

    Ahhh, forse finalmente sono riuscito a capire!!

    Non vorrei accusarti di pensieri strani ma credo di aver capito che che dici una cosa del tipo:
    c’è la manifestazione dei violenti quindi
    1) ci va chi è violento (parlando dei manifestanti, gli “altri” non contano)
    2) chi non è violento non ci deve andare perché alla manifestazione dei violenti ci vanno quelli che sono violenti.

    Un po’ come se c’è la manifestazione dei gialli e uno dei verdi ci va allora sbaglia perché se è dei gialli ci vanno i gialli.

    Ti assicuro che mai un non-violento penserebbe di non andare ad una manifestazione perché ci sono i violenti! Questo sì che sarebbe contraddittorio per una persona che crede onestamente nella teoria e nella pratica non-violenta! (cfr. Johan Galtung)

    1. .mau. Autore articolo

      No. Io dico
      1) Se c’è una manifestazione i violenti arrivano subito
      2) Se tu fai una manifestazione e qualcuno fuori dalla manifestazione ci lascia le penne non puoi aggiudicartelo come martire.

      1. Bubbo Bubboni

        1) Allora le manifestazioni non si possono fare mai se non per attirare i violenti? Mah, non sembra proprio. Da non dimenticare che in quegli anni il ministro dell’interno apparteneva ad un partito che metteva sempre in evidenza i suoi altissimi valori morali e che le forze dell’ordine lavoravano senza sosta per garantire a tutti i cittadini l’esercizio dei diritti costituzionali, compreso quello di esprimere il proprio pensiero. Il fascismo era già finito allora, figuriamoci oggi!

        2) C’era un ente che gestiva l’aggiudicazione dei martiri? Ammetto che alle volte i pezzi deviati dello stato sono più numerosi ed accurati di quello che sembra.

        Niente, ci ho provato ma non ci si capisce proprio. Alla prossima.

        1. .mau. Autore articolo

          (1) l’ho scritto almeno tre volte se non quattro tra post e commenti. La manifestazione la fai per qualcosa di importante, non per far vedere che tu fai la manifestazione.
          (2) mai pensato che i martiri non se li debba aggiundicare proprio nessuno?

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