Le due culture

Aggiornamento: (in cima, così lo si vede) Peppe racconta nei commenti che alla fine, dopo uno scambio di spiegazioni su Twitter (!) la situazione si è risolta nel migliore dei modi. Ciò è bello, nonostante Twitter.

Una volta in Italia si diceva che l’Unica Vera Cultura è quella umanistica. Certo, il Palazzo della Civiltà del Lavoro riporta la scritta «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori», ma gli scienziati sono sempre gente di serie b. Col tempo qualcuno magari ha pensato che suvvia, anche la scienza qualche minuscola particella di nobiltà minore forse ce l’ha: in fin dei conti uno dei più importanti scrittori in lingua italiana del XVII secolo, tal Galilei Galileo, non si dilettava solo di lettere. Così è nata la teoria delle due culture, umanistica e scientifica, ciascuna con la propria dignità e soprattutto che non può isolarsi nella sua torre eburnea ma deve interagire con la compagna e rivale.

Di per sé la cosa potrebbe anche andare bene, salvo poi vedere cosa succede in pratica. Leggo infatti da Peppe Liberti che tale Jacopo Cirillo – che io colpevolmente non conosco – scrive, anzi riscrive, uno strafalcione scientifico: «Semplificando in maniera orrendamente antiscientifica, se prendiamo un piano inclinato e una biglia e facciamo scorrere la biglia sul piano inclinato, la stessa biglia accelererà sempre di più e, se il piano inclinato è lungo all’infinito, la biglia accelererà all’infinito fino a diventare, non so, velocissima. Ma c’è un inghippo: la superficie del piano, di solito, è scabra, ovvero subisce l’azione della forza d’attrito che frena la biglia, alterandone il moto rettilineo.» In effetti è un testo proprio antiscientifico. La biglia non accelera sempre più perché quella che aumenta è la velocità, mentre l’accelerazione resta costante; e l’attrito non altera certo il moto rettilineo che continua a restare tale. Avete mai visto una biglia curvare e cambiare direzione mentre scende?

Tutto questo non sarebbe poi la fine del mondo: un errore, anche se ripetuto, capita a tutti. Peppe però aveva scritto un commento dal testo “Urge un ripasso della fisica di base, mi sa”, e ora questo commento stranamente non appare più. Perché due culture sì, ma solo a modo proprio.

Post scriptum: chissà perché ai miei amici “dell’altra cultura” (ma anche quelli “della mia cultura”) non viene mai in mente di parlare delle due culture: la cultura è una e una sola, anche se poi è naturale che ognuno approfondisca le parti a cui è più interessato. Ma forse io scelgo gli amici in modo strano.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-28 17:55

19 pensieri su “Le due culture

  1. Daniele A. Gewurz

    …senza contare l’accelerazione “all’infinito”…
    Il problema non è di due culture, una o ventisette: il problema è che c’è gente che parla di cose che non sa, senza curarsene.

    1. .mau. Autore articolo

      Se fosse “senza curarsene” non avrebbe cancellato il commento, no?

  2. mosk

    Suppongo che il tizio intendesse accelera sempre di più nell’uso comune del temine –> aumenta la propria velocità sempre di più.
    L’accelerazione infinita non è possibile invece finché é valida la teoria della relatività.
    Invece oggetti rotanti possono deviare dalla traiettoria rettilinea sotto l’effetto del’attrito, ad esempio le pietre del curling (non c’è una spiegazione unica del perché del fenomeno), ma lo fanno in decelerazione

    1. .mau. Autore articolo

      le pietre (ma anche un pallone da calcio lanciato con l’effetto) hanno appunto un moto rotatorio. Ma ribadisco che il problema non è quello di usare terminologia comune mentre si afferma di parlare di scienza: quando un paio di giorni fa il (secondo) testo era stato pubblicato nessuno si è preoccupato più di tanto.
      Se però cerchi di cancellare le prove, invece che rispondere “sì, intendevo parlare in maniera non scientifica ma come il sentito dire” allora il minimo che ti puoi aspettare è un’amplificazione.

  3. mestesso

    Oddio, guardando minimalmente cosa faccia l’interessato non credo che appartenga alla “altra cultura”. Secondo me è più onesto dire che non appartiene a nessuna cultura.

    PS il sito è sostanzialemente di PR: commenti poco “gentili” vengono cestinati in questi casi. Qui si fa promozione, mica dibattito :-).

  4. Gennaro

    (1) Rileggere Enrico Bellone (La scienza negata) e’ sempre un piacere
    (2) A parer mio, la cosa piu’ riprovevole e’ che, come hai fatto notare, il buon Jacopo Cirillo copia/incolla i suoi paralleli da una recensione all’altra. Ne deve andare molto fiero peraltro, visto che parlando di Ugo Cornia aggiunge in bella evidenza una foto della biglia mentre parlando di Stephen King pochi mesi piu’ tardi vi dedica addirittura il titolo della recensione, ed elabora senza fine in maniera stucchevole (hai letto la recensione sino in fondo?)
    (3) Anche in presenza di piano scabro e conseguente attrito sul nostro piano infinito la biglia diventera’, non so, velocissima. E’ piuttosto la resistenza aerodinamica a rendere l’accelerazione nulla ad una data velocita’
    (4) Credo comunque che “alterandone il moto rettilineo” non sia errato: in assenza di attrito abbiamo un moto rettilineo, in presenza di attrito ancora un moto rettilineo, ma differente da quello precedente: l’attrito ha alterato il moto rettilineo!

  5. peppe

    E niente, lo dico qua. Ne ho discusso in maniera assolutamente civile (cosa rara di questi tempi) e pubblicamente con lui su Tuitter e la discussione ha portato buoni frutti. Mi è parsa persona garbata e intelligente e questa cosa qua è più che sufficiente, per quello che mi riguarda, per chiudere la questione.

      1. .mau. Autore articolo

        presumibilmente è il Suo gravatar.
        (intanto ho aggiunto la nota in cima al post)

  6. un cattolico

    OT

    il Palazzo della Civiltà del Lavoro riporta la scritta «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori»

    La voce di Wikipedia non riporta una “certezza” che hanno quasi tutti i romani: quella cioè che i 54 archi (9 in lunghezza e 6 in altezza) non siano stati ridotti in numero rispetto al progetto iniziale in modo casuale o solo per ragioni pratiche, ma anche per omaggiare il Duce (Benito = 6, Mussolini = 9). È solo una leggenda di noi romani?

    1. un cattolico

      A titolo di esempio ne parla anche il sito di EUR SpA:
      http://eurspa.it/patrimonio/edifici-storici/palazzo-della-civilt%C3%A0-italiana

      «CURIOSITÀ
      Un dipinto a olio su tavola, opera di uno dei progettisti E. B. La Padula – che il fotografo ufficiale dell’E42 Cartoni ha avuto a suo tempo cura di fotografare – mostra una vista prospettica dell’edificio così come era stato originariamente ideato, cioè ad otto piani con tredici archi ciascuno, sì da creare per ogni facciata un quadrato perfetto.

      Le modifiche apportate dall’Ente EUR al progetto ridimensioneranno l’edificio limitandone il “fuori-scala”: ogni facciata risulterà scandita da nove archi allineati, ripetuti su sei piani: 6 e 9, come le lettere che compongono il nome B-E-N-I-T-O M-U-S-S-O-L-I-N-I.»

      1. .mau. Autore articolo

        mah, la cosa mi pare molto stiracchiata (anche se in effetti fare 9/6 e non 10/6 oppure 8/5 ha rovinato il rapporto aureo)

        1. Barbara

          Se leggi più giù sulla pagina linkata, il progetto originale era 8×13. Decisamente fibonaccesco.

          1. .mau. Autore articolo

            e quindi aureo (10/6 è ovviamente 5/3, se noti ho usato tutti rapporti fibonacceschi come esempi possibili di riduzione)

          2. Barbara

            Ah già, “e quindi aureo”. Mi dimentico sempre che *non* in tutte le scuole superiori si impara il collegamento fra i conigli e l’oro. Quanto al 10:6, secondo me il fattore comune lo rende meno bello (e anche matematicamente meno soddisfacente come approssimazione).

          1. .mau. Autore articolo

            Littoria era una città di fondazione, non è così strano che si facesse un palazzo “M”. Ma mentre la lettera M era facilmente riconducibile a Mussolini, una struttura 6×9 non lo era :-)

  7. asd

    Tralasciando il “lungo all’infinito” dato il piano di riferimento l’accelerazione effetivamente aumenta data la maggior vicinanza al nucleo della terra :P

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