Morandismo

giannimorandi Se fosse stato qualcun altro a dare quelle risposte, avrei subito pensato a un troll. Ma Gianni Morandi no. Lui è davvero convinto di quello che scrive. (Se non lo fosse sarebbe il miglior attore mondiale) Ed è per questo che c’è tanta gente che lo ama. Non pensavo che il termine “qualunquista” potesse essere declinato in positivo, però Morandi ci è riuscito. E garantisco che per me questo è un complimento!

Ultimo aggiornamento: 2015-04-22 23:03

9 pensieri su “Morandismo

  1. un cattolico

    Perché “qualunquista”?

    Treccani:
    «1. Movimento politico, promosso dal commediografo e pubblicista Guglielmo Giannini (1891-1959) con il giornale L’Uomo qualunque fondato nel 1944 e con il libro La folla del 1946: caratterizzato da una polemica sfiducia nelle istituzioni statali e nei partiti politici, e da una tendenza sostanzialmente conservatrice, è durato in vita fino al 1948.

    2. L’atteggiamento, morale e politico, polemico nei confronti dei partiti politici tradizionali in nome di una gestione tecnocratica e non ideologica del potere, assunto dai promotori e sostenitori del movimento qualunquista. Per estens., con valore spreg., atteggiamento di generica svalutazione di qualsiasi impegno ideologico e politico.

    A me pare invece sposarsi alla perfezione “buonista”.

    Treccani:

    buonismo s. m. [der. di buono]. – Ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversarî, o nei riguardi di un avversario, spec. da parte di un uomo politico; è termine di recente introduzione ma di larga diffusione nel linguaggio giornalistico, per lo più con riferimento a determinati personaggi della vita politica.

    In pratica ciò che non ti piaceva in Toaff e Wojtyła lo apprezzi in Morandi (iperbolico e sarcastico, però in parte sono serio).

    1. .mau. Autore articolo

      A dire il vero a me Toaff piaceva eccome, mi pareva di averlo detto. Morandi non lo definirei buonista, perché per me il buonismo è sempre piuttosto ipocrita e non credo proprio Morandi lo sia. Ho usato qualunquismo nel senso originario di Giannini, prima della deriva destrorsa nata quando il partito pigliò parecchi voti.
      Quanto a Woytiła, da un lato non ho amato mai il misticismo in generale, dall’altro non mi piaceva l’iperesposizione mediatica globale. Da questo punto di vista mi trovo meglio con i mediani come Ratzinger e Bersani :)

      1. un cattolico

        Sì, sarò più chiaro:

        – mi riferivo alla tua considerazione un po’ critica sugli slanci “buonisti” dei due, come l’incontro al Tempio Maggiore di Roma, da te interpretati forse in chiave troppo mediatica, e poco in quella per me più corretta di riconciliazione… necessaria da ambo le parti, come sempre.

        – Neanche io volevo dare al termine un’accezione ipercritica, com’è attualmente (e qui mi riferisco al tuo «Non pensavo che il termine “qualunquista” potesse essere declinato in positivo, però Morandi ci è riuscito»)

        – Il misticismo non è mai una scelta, quanto un carisma. Per questo hai tutte le ragioni di non sentirlo a te vicino (i tuoi carismi sono differenti, e in parte noti).

        – A questo punto deve andarti poco a genio anche Papa Francesco (mi riferisco all’ultraesposizione mediatica e mediata [non troverai cenno alla sua recente condanna del gender, se non su Avvenire et similiaa]) :).

        – Concordo sull’ultima considerazione. Da questo punto di vista mi trovo meglio con i mediani come Ratzinger e Bersani. Per questo quel camauro non mi è proprio andato giù :D

        1. .mau. Autore articolo

          vedi, una cosa è il singolo gesto (e la visita di un papa alla Sinagoga di Roma è sicuramente un gesto, ed è solo naturale che poi i media vi si siano buttati), altra cosa è la sfilza di gesti, che se sono troppi fanno perdere il significato del gesto stesso.
          Sul “qualunquismo”, proprio perché è sempre usato in maniera negativa mi stupivo di come Morandi (che incarna davvero l’uomo qualunque) lo facesse in positivo.
          Per Woytjla, è ovvio che se uno è un mistico non può (e non deve) fare qualcosa di diverso, però appunto quella non è roba per me, amen. Papa Francesco è un gesuita, e lo si vede benissimo (ma della condanna del gender se ne è parlato anche fuori dalla stampa cattolica. Poi io ho l’impressione che ciascuno declini “gender” come gli piace. A due anni c’è stato un periodo in cui Jacopo voleva a tutti i costi il plaid rosa come quello di sua sorella: noi ne avevamo un altro e gliel’abbiamo lasciato. Sono sicuro che c’è chi considera questo un esempio di gender). Tornando a bomba: mentre Francesco dottrinalmente segue la linea di Santa Romana Chiesa, mi risulta ancora difficile capire esattamente fino a quanto voglia spostare la prassi. Mi pare più un seminatore che un raccoglitore, vedi anche le nomine cardinalizie.

          1. un cattolico

            Nel caso dei rapporti Chiesa cattolica-comunità ebraica italiana quali altri gesti ci sono stati? Era forse una critica generalizzata a tutti i gesti di quel Pontificato? (GMG, Valle dei Templi, Cuba, Pinochet etc etc…)

            Non solo si vede benissimo che è gesuita, ma gli stessi Gesuiti sono sovraeccitati (un esempio è padre Antonio Spadaro S.I., il direttore de La Civiltà Cattolica, l’unica rivista cattolica non vaticana che riceva tra l’altro il placet dalla Santa Sede prima della pubblicazione, per il famoso “quarto voto”. Spadaro è per me attualmente inascoltabile… Parla in continuazione di questo papa e sempre in termini agiografici: che due palle!). È la loro “rivincita” del resto… Dopotutto una soppressione non è robetta.

            Della condanna del gender se ne è parlato sì, ma con qualche ordine di grandezza di differenza rispetto al “non giudicare” rivolto agli omosessuali (con ovvia omissione di quel «che cercano Dio e che sono di buona volontà»), e ad altre boiate che però a chi non conosce o conosce marginalmente quel gran carrozzone che è la Chiesa cattolica piacciono tanto.
            E lo dico in piena obiettività, non da rosicone cattolico, come in altri casi. È normale che vadano così le cose, però bisogna avere l’onestà di ammetterlo (non da parte tua, che peraltro credo rientri nella compagine dei poco o nulla interessati a questo genere di cose).

            Sulla declinazione di “gender” hai ovviamente ragione. La definizione che interessava me, in questo contesto, era quella papale. Se ti interessa riassumo, ma presumo la conosci e per brevità ometto.

            E no, per la Chiesa cattolica ovviamente il plaid rosa ad un bimbo non è un problema, e non lo è neppure la convivenza di due omosessuali (ciò che combinano nel privato è affar loro! Potrebbero essere più casti di tanti Adinolfi. Certo difficilmente potrebbero ambire a diventare ambasciatori di Francia presso la Santa Sede, sebbene dubito sia l’omosessualità di quel candidato il problema… In altri casi l’han detto chiaro e tondo!).

            Della linea pastorale di Francesco è presto per parlare. La prima vera vetrina sarà la fine del Sinodo, che – ricordati – è consultivo… Poi potrà fare quell’accidenti che vuole! Avesse voluto sfruttare davvero la collegialità episcopale avrebbe dovuto indire un Vaticano III, anche se tutto farebbe pensare che indirrebbe un Concilio di “Scampia” :D .
            Comunque al momento a me sembra solo che stia cercando di applicare finalmente un pochetto di Vaticano II. Anche se elementi essenziali del Vaticano II restano inascoltate (il più evidente resta il ruolo dei laici, ancora del tutto marginali. Per esser chiari: perché un Prefetto di una Congregazione dev’essere un chierico (anche religioso)? O, se religioso, perché non può essere una badessa/superiora? La riforma della Curia in atto prevedrà queste cose?)

          2. .mau. Autore articolo

            La storia con Pinochet dal mio punto di vista non è mai stata un problema. È ovvio che se il principio è essere universali vai da tutti e ti fai vedere al balcone con tutti, nel mentre cerchi di migliorare le cose ovviamente di nascosto. Il problema – per me, intendo – è la sovraesposizione continua. Non è certo tutta colpa di Wojtyla, conta di certo anche la stampa: però in questi decenni la cosa è davvero aumentata. Ho fatto una ricerca sull’archivio della Stampa per vedere come era stato annunciato il Giubileo straordinario del 1983: quattro colonne in una pagina interna. L’annuncio di Francesco ha avuto tutte le prime pagine – e almeno fosse stato fatto notare che questo sarà un “Giubileo diffuso”, un cambiamento epocale.

            Su Stefanini è abbastanza ovvio che non è la sua omosessualità il vero punto dello scontro, anche se non so quale sia (ma penso ci sia una lotta con la Francia). Il Sinodo ovviamente è consultivo, come potrebbe essere altrimenti? :-) (D’altra parte negli anni ho rivalutato l’idea dietro il Vaticano I e l’infallibilità del papa che alla fine prende la decisione da solo, anche se continuo a pensare che la formulazione poteva essere un po’ diversa). Anche un Vaticano III sarebbe comunque consultivo, no? O almeno le dichiarazioni non sarebbero comunque dogmatiche per definizione.

            Spadaro è una brava persona, ma in effetti è diventato un vero Papa boy. Da questo punto di vista, restando ai gesuiti, Padre Lombardi ha conservato il suo aplomb.

          3. un cattolico

            Sulla sovraesposizione mediatica come darti torto? Anche perché, come dicevo, spesso passano particolari secondari o insignificanti. Anche il Papa ne è consapevole e l’ha detto, però ora come ora può farci poco.

            Rispetto ai giubilei straordinari precedenti la vera grande novità è la contemporaneità degli eventi in tutte le diocesi: in passato per le altre diocesi che non fossero Roma gli eventi erano anticipati di un anno o posticipati di un anno.
            Insomma l’annuncio che stavolta “ci sarà una porta santa in ogni Chiesa particolare” (tu il maiuscolo l’avrai senz’altro notato, ma la stragrande maggioranza della gente no, e penserà forse che ogni due, tre chiese ci sarà una porta santa straordinaria!) è una non-novità. È stato così anche in passato, magari non con la diffusione che ci sarà quest’anno (faranno senz’altro lucrare indulgenze in più santuari e cattedrali rispetto al passato). Dunque il cambiamento non è epocale, importante ma non epocale.

            Penso anch’io che ci sia una lotta con la Francia.

            Sull’ovvietà per i più della consultività del Sinodo dimostri di essere sempre un inguaribile ottimista :)

            No il Magistero prevede al suo interno sia gli atti papali più significativi, e su tematiche ben precise perché si possa parlare di infallibilità, sia gli atti conciliari sui medesimi temi (le principali questioni in materia di fede e morale. Per intenderci coi ventuno lettori non certo la comunione ai divorziati risposati, che sarebbe un atto pastorale…).

            Quindi anche atti conciliari possono essere dogmatici e dunque infallibili: in quei casi dunque il Concilio avrebbe espresso degli atti deliberativi e non più consultivi (un esempio sono le Costituzioni dogmatiche del Vaticano II, come la Dei Verbum).

            Dunque un Concilio enorme come il Vaticano II ha una quantità sterminata di documenti non dogmatici (pur essendo ovviamente magisteriali), e un ridottissimo numero (4 se non ricordo male) di documenti magisteriali dogmatici (dunque “con obbligo di fede”).

            Spero di non averti scritto castronerie, perché non sono affatto un esperto di dogmatica :D

            Sì padre Lombardi ha tutta la mia simpatia :)

          4. un cattolico

            A proposito di Giubileo della Misericordia… in questi giorni parlavo con altri cattolici del fatto che il latino sia sempre più relegato ai margini persino nella Chiesa cattolica :)

            Un tempo non uscivano le bolle se non era pronta la versione ufficiale in latino. Stavolta sono uscite prima le versioni nelle lingue nazionali eppoi, con comodo, quella in latino.

            Questo potrebbe essere un altro dei grandi cambiamenti di questo Papa, forse: far diventare l’italiano la lingua universale della Chiesa. Ha già usato spesso l’italiano in celebrazioni che per tradizione (con la t minuscola) sarebbero dovute essere in latino… Vedrem!

            Fattosta che l’unico senso del latino continua ad essere il suo essere una lingua franca “asettica” (l’inglese non credo abbia speranze).

          5. .mau. Autore articolo

            Fattosta che l’unico senso del latino continua ad essere il suo essere una lingua franca “asettica”

            E dici nulla!
            (sul resto non entro nel merito, non ho conoscenze sufficienti: per esempio non ho mai saputo dei giubilei nelle chiese particolari anche se so cosa sono le chiese particolari)

I commenti sono chiusi.