chissenefrega dell’innovatività

Mi è capitato di leggere questo post di Alessandro Gilioli. Potrei già lamentarmi di un giornalista che si lamenta di quello che viene scritto su un quotidiano concorrente, ma non sono problemi miei; preferisco entrare nel merito, perché c’è una frase che proprio non mi è andata giù. Eccola qua:

«È più innovativo introdurre il recall del parlamentare da parte dei cittadini (proposta M5S integrativa del testo Chiti) o al contrario aumentare l’intermediazione tra cittadini e parlamentari (liste bloccate del’Italicum e tre quarti di parlamentari scelti dai partiti o dal Quirinale nella proposta governativa per il Senato)?»

La mia prima risposta, così di pelle, è stata “Questa è una domanda del tipo se è meglio il marcio o la muffa”. Io sono accanitamente contrario alle liste bloccate: accetto l’uninominale perché comunque il candidato ci mette la faccia, sennò va bene la preferenza singola. Ma detto questo, qualcuno con un minimo di sale in zucca ha presente cosa significa che un parlamentare (eletto con i voti di un singolo partito) possa essere sfiduciato da una votazione tra tutti i cittadini? Cosa succederebbe secondo voi se c’è un parlamentare della minoranza che non piace alla maggioranza? Capisco che una proposta del genere non possa che arrivare dai pentastellati, in effetti. Ma non è questo il vero problema.

Il vero problema è che Gilioli, retoricamente (nel senso neutro del termine), ha scelto di contrapporre le due proposte di riforma del Senato sotto il segno di “innovatività contro retroguardia”, riprendendo i termini usati dalla Stampa. Peccato che così sposti completamente i termini del problema. A me dell’innovatività o meno di una proposta non interessa assolutamente nulla, e non capisco perché l’innovatività sia un valore. Il valore dovrebbe essere dato dalla valutazione se quello di nuovo che viene proposto è meglio di quello di vecchio che c’è ora. Il problema è l’immobilismo a propri, nel senso “si fa così perché si è sempre fatto così, ed è inutile che si proponga qualcosa di nuovo perché non lo guardo proprio”. Peccato che – in Parlamento come nei blog – si preferiscano le contrapposizioni… che probabilmente fanno più audience, ma non risolvono certo i guai.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-23 11:31

15 pensieri su “chissenefrega dell’innovatività

  1. CavalloRazzo

    La contrapposizione è tra [democrazia] rappresentativa contro [d] diretta. Quest’ultima sarebbe pure innovativa (in senso neutro, pure la bomba atomica lo fu) se non fosse che i guru pentastellati non hanno proprio la benché minima intenzione di valere solo “uno” (anche gli espulsi valevano uno, no?), quindi la sedicente innovazione si limiterebbe ad essere l’ennesimo colpo di teatro elettorale alla Berlusca. Se poi volessimo entrare nel merito, sarebbe divertente vedere un paese governato “di pancia”, dove manco si avrà più titolo di inveire con “piove, governo ladro!”

    1. .mau. Autore articolo

      peccato che la democrazia diretta non sia scalabile (non puoi passare la tua vita a votare su tutto, soprattutto se devi anche informarti su quel tutto) e quindi tenda per definizione all’oclocrazia :-)

  2. mosk

    Che poi tutta questa gente che vuole la democrazia diretta è anche la prima a dire “gli italiani sono stupidi” quando non votano secondo i loro desideri

  3. Bubbo Bubboni

    Una discussione su pregi e difetti della democrazia diretta?
    Pensavo di essermi assopito un attimo al bel sole del pomeriggio e invece sono passati almeno 26 secoli! Ma andando alla rovescia…

    1. .mau. Autore articolo

      ventisei secoli fa la democrazia diretta era diretta da un centesimo della popolazione, così ad occhio.

      1. Bubbo Bubboni

        … e il market era privo di tanti dei giochini che conosciamo per cui avevano sicuramente un sacco di tempo libero.

        Eppure anche loro avevano pensato a dei meccanismi (anche interessanti) per fare scelte “informate”.
        Viceversa loro non avevano dei elaborato dei modi validi per evitare le manipolazioni del voto da parte di qualche furbacchione.

        Poveretti! Che ignoranti!

  4. Marco Antoniotti

    Il meccanismo del “recall” esiste negli USA (e, credo, altrove) ma ha una serie di vincoli molto forti per poter essere messo in moto. Ricordiamoci che the Governator divenne tale dopo un “recall”.

    Io però non me la prendo con Gilioni; la feegnaccia dell'”innovazione” (vs una non meglio definita “conservazione”) non è farina del suo sacco, ma del sacco di altri (you-know-who). Io al termine “conservatore” lo uso in modo molto “conservatore” secondo gli “innovativi” (incluso l’editoriale de la busiarda). Ma mi sembra più ragionevole così.

    1. .mau. Autore articolo

      Il recall all’americana funziona perché tu hai un sistema uninominale. Hai votato per un governatore/deputato/quel che l’è e questo ha fatto casini? fai il recall e rivoti per un governatore/deputato/senatore. In un sistema proporzionale, come quello della proposta Chiti-M5S per il Senato, non ha senso: l’eletto è lì perché quello scelto dagli elettori di quel partito, non da tutto il corpo elettorale che si limita a definire quanti sono i parlamentari per quel partito. Né avrebbe senso un recall all’amatriciana dove lo sfiduciato lascia il posto al primo dei non eletti di quel partito: sarebbe comunque un modo perché gli avversari politici facciano fuori un rappresentante scomodo sperando che al suo posto ne subentri uno più malleabile.

      Che i pentastellati non ci arrivino è più che comprensibile, essendo una logica conseguenza del loro punto di vista su cosa dovrebbe fare il cittadino parlamentare. Che Gilioli non ci arrivi è già più preoccupante. Che tu non ci arrivi è molto preoccupante.

      1. CavalloRazzo

        Gilioli non ci arriva non perché sia stupido, ma solo perché quella posizione è per lui strumentale al consolidamento delle sue tesi. È ciò che fanno i pennaioli schierati.

        1. Marco Antoniotti

          Bhè. L’editoriale de la busiarda ricade tranquillamente nella categoria dei “pennaioli schierati”. O no?

      2. Marco Antoniotti

        Aho’. So’ limitato. Che ci vuoi fare?

        Però, non mi sembra di aver detto di essere – io – d’accordo con il meccanismo del “recall” proposto dai pentastellati (e all Gilioli gli si dice di non essere d’accordo). A me non piace neanche il meccanismo del recall stile USA se è per questo.

        Ma prendersela con il Gilioli e non con l’editoriale (pessimo) de la busiarda è – quello si – molto preoccupante.

        1. .mau. Autore articolo

          per prendermela con l’editoriale della Busiarda avrei dovuto leggerlo. Perché avrei dovuto farlo? Già il post di Gilioli l’ho letto solo perché qualcuno l’ha segnalato in giro

I commenti sono chiusi.