che scherzone, Wired Italia!

Ieri Daniele Virgillito, “autore per Wired Italia”, ha scritto un articolo sul magazine in cui si vanta di avere “fregato tv, politici e giornali” inserendo false citazioni su Wikipedia nelle pagine relative a personaggi famosi appena morti, citazioni che sono state prontamente riprese dai media.
Mi verrebbe da dire “peggio per quei media boccaloni, e che soprattutto si ‘dimenticano’ di indicare la fonte delle loro citazioni”: ma purtroppo questo significa che c’è un forte rischio che la falsa citazione diventi vera proprio perché citata da una fonte esterna, il che è una brutta cosa per Wikipedia. Tra l’altro, non è un caso che su Wikiquote, il progetto Wikimedia che raccoglie citazioni, da anni una citazione senza fonte viene immediatamente cancellata senza passare dal via. Magari è la volta buona che anche su Wikipedia in italiano si dà un giro di vite, e pazienza se si alzeranno le solite voci sulla censura.
Ma il mio primo pensiero, a dire il vero, è stato un altro. Vi fidereste delle informazioni che si trovano in un luogo che tutto felice fa un’apologia delle citazioni false?
(ah: quanto all’autore in sé, date un’occhiata a uno dei suoi contributi. L’unica cosa che posso aggiungere è che se fossi stato io ad accorgermi di quella modifica, avrei cassato tutte le sue altre)

Ultimo aggiornamento: 2014-01-16 10:02

20 pensieri su “che scherzone, Wired Italia!

  1. enrico d.

    molto molto tempo prima di internet e di Wikipedia, la moda delle false citazioni era pratica diffusa nei miei temi al liceo. Quando volevo inserire qualche frase ad effetto, più o meno brillante, era mia consuetudine attribuirla a Mark Twain, o a Oscar Wilde. Tanto…ne hanno dette tante!!!
    Con una professoressa supplente, che ci pareva non troppo sveglia e preparata, in un tema su non ricordo quale autore o testo letterario, decidemmo, in una decina, di fare ampio uso di citazioni e riferimenti ad un fantomatico critico Pascutti (era il cognome dell’ala sinistra del Bologna dello scudetto!). La cosa funzionò; al punto che, in altre classi, il Pascutti fu citato dalla professoressa…
    L’aneddoto fa pensare…

  2. un cattolico

    Speriamo non ci siano troppi Virgillito in giro per Wikiquote! Ci vuole un attimo ad inserire una vera pubblicazione e ad associarle una citazione falsa…

  3. Wilson

    Tutto ciò mi ha ricordato il casino con le due lauree di Giannino (la cui falsità era nota ai redattori, ma non pubblicata per la politica editoriale di wikipedia stessa…)

  4. Banasci

    Ho letto ieri sera distrattamente l’articolo su wired e mi ha dato un fastidio viscerale.
    C’è gente che si vanta di spargere informazioni false per burlarsi di chi poi le prende per vere.
    Io vorrei ricordare a tutti questi scrittori della rete la storia di Pierino e il lupo: alla terza balla hai perso ogni credibilità.

  5. Daniele

    A me ha turbato non il fatto che il giornalista abbia vandalizzato le voci (perché questo è, a prescindere dallo scopo).
    Piuttosto, il fatto che i vandalismi non sono stati neutralizzati.
    In wikipedia esiste il sistema delle voci-osservati.speciali, con notifica immediata via mail. La voce di una celebrità dovrebbe essere osservato speciale per una pluralità di utenti, che spontaneamente se ne fanno carico. Quindi ogni voce ha una specie di “comitato di controllori” all’interno dalla community. Se io sono controllore della voce di una celebrità, la conosco abbastanza bene da essere in grado di distinguere una falsa citazione da una vera, o almeno mi attivo a sostituire una citazione incerta con una sicura.
    Di solito, se guardiamo la cronologia di una voce, notiamo che i vandalismi hanno una permanenza media di pochissimi minuti o secondi, proprio grazie a questo sistema.
    Nel caso dell’articolista di wired, possibile che quelle voci non avessero nessun utente che se ne fosse fatto carico?

  6. .mau.

    @Daniele: non è che uno vada a prendersi i numeretti delle voci che intende controllare :-)
    Più che altro, quello che mi preoccupa – dal punto di vista di Wikipedia – è che proprio perché quelle voci erano di persone appena morte ci dovrebbe essere stato qualcuno a controllarle indipendentemente dall’averle o no tra gli osservati speciali. Ma ne devo aver già scritto su Voices: fare il lavoro sporco è molto meno sexy di creare nuove voci, e quindi sono sempre meno persone che lo fanno.

  7. H@ti

    Che i giornalisti non verifichino le fonti è spesso vero; qualche mese fa molti rilanciarono la notizia di un nuovo gestore telefonico di cui però non si riusciva a ottenere una sola informazione ufficiale. La cosa crebbe al punto che i presunti partner del progetto furono costretti a smentire ufficialmente il loro coinvolgimento.
    Il fatto di mettere in mezzo Wikipedia però lo interpreto in modo diverso. Nei media tradizionali c’è il costante bisogno di ribadire la loro “diversità” quasi come se l’attendibilità fosse legata al prezzo di copertina. Ne sono una prova i molti tentativi di portre le testate online sullo stesso modello commerciale delle testate cartacee. Un obiettivo che si tenta di raggiungere anche a costo di snaturare l’intera rete.

  8. delio

    temo che il problema di base sia che una wikipeda nazionale non possa essere migliore della nazione che ha alle spalle, e che gli italiani abbiano imparato bene la lezione dei loro media.

  9. .mau.

    H@ti, mi rispiegheresti il tuo secondo punto che non l’ho mica capito?
    Delio: tecnicamente le edizioni di Wikipedia sono linguistiche, non nazionali, ma ammetto che il contributo numerico del Ticino non è amplissimo. Però di questi casi ce ne sono tanti anche in en.wiki, e immagino nelle altre edizioni (dove però è più difficile avere informazioni, se non leggi i siti locali)

  10. H@ti

    Ci provo, ma non garantisco di riuscirci.
    Se c’è una cosa che su internet abbonda sono i siti di informazione. Con una offerta così ampia una testata tradizionale come può qualificare la sua presenza online? e come può giustificare magari anche un accesso a pagamento?
    Il primo modo è ovviamente quello di produrre contenuti di qualità, attendibili, magari esclusivi. Comunque dotati di un certo valore aggiunto.
    Il secondo modo è cercare di sostenere l’idea che solo il giornalismo tradizionale sia affidabile e credbile. Per cui di altre forme di informazione si mette sempre in discussione la qualità. Se ci fai caso sui siti generalisti Wikipedia fa notizia solo quando c’è qualche caso di informazione imprecisa o alterata o quando si può urlare allegramente alla censura. Che poi in maniera volontaria centinaia di persone abbiano scritto oltre un milione di voci senza averne nessun guadagno sembra che non interessi poi molto.
    Volendo forzare un po’ il discorso anche recenti proposte di legge tendono a formalizzare questa idea. Google News è solo un motore di ricerca, quindi non fa altro che indicizzare e proporre link. Ma a molti piacerebbe che Google pagasse direttamente per il privilegio di proporre due righe di estratto da ogni articolo. Pagare cioè per il privelegio di dare visbilità a qualcun’altro. Abbastanza paraddossale, specie considerando che ci vuole un attimo a chiedere l’esclusione del proprio sito da Google news.

  11. .mau.

    H@ti: il punto è chiaro… ma definire Wired Italia una rivista cartacea mi pare un minimo azzardato :-)

  12. H@ti

    Non è che mi riferissi nello specifico a Wired (che comunque sul cartaceo punta ancora molto). Generalizzavo mettendo assieme un po’ di cose che si leggono in giro e nelle quale, volendo, si riesce a leggere un certo filo conduttore. O forse è solo che stanotte ho dormito poco :)

  13. mestesso

    @.mau.: Wired Italia esiste anche come cartaceo. Tra le varie versioni localizzate di Wired è quella più stracciona…non ho idea della tiratura ma non credo sia piccolissima. Come mai dici azzardato?

  14. mestesso

    @.mau.: a me viene in mente “ma è nato prima l’uovo o la gallina?”. Cmq è azzardato tanto quanto il Corriere, anzi io direi che per certi versi il Corriere è più online che di carta. Inoltre posso anche dire che gli altri Wired hanno da mo’ contenuti online only che poi in varia forma ritornano su carta, oltre al caso opposto che è la norma.

  15. Barbara

    Delio ha mille volte ragione. A quanto ne so la più sicura è la wikipedia tedesca, che ha un sistema interno di controllo. E’ anche vero che loro hanno più svizzeri di noi…

  16. delio

    <mode precisino on>ho parlato di “nazionale”, non statale.<mode precisino off>
    scherzi a parte, sarebbe interessante sapere se c’è una nazione svizzera, o se i ticinesi si sentono “nazionalmente” italiani.

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