Martedì 20 gennaio

Dopo un qualche piccolo problema con la sveglia (l'abbiamo puntata, ma ci siamo dimenticati di metterla sul fuso orario giusto) e con la colazione (diciamo che il succo d'arancia non era esattamente il massimo) siamo riusciti a uscire a un'ora quasi civile e andare a vedere il posto dove Anna doveva poi andare. Il tassista non lo conosceva, perché non era situato in Salonicco centro; ma san Google è di nuovo venuto al nostro soccorso, e dopo aver tirato fuori la mappa del percorso completo e quella della zona ha preso ed è partito. Costo totale: sei euro, di cui due per la chiamata radiotaxi... o così ha detto il tassista, visto che il tassametro per 20 minuti di corsa diceva 4.11 euro. In ogni caso, quello che a Milano paghi per avere aperto la portiera della macchina. Diciamo che se ci ha fregati non ce ne dobbiamo preoccupare più di tanto.

Completata la ricognizione, siamo rientrati verso il centro. Sfruttando la minimappa dei bus che avevo trovato in albergo e mi ero opportunamente preso, ho stabilito che avremmo potuto prendere il mezzo, semplicmente pagando un sovrapprezzo per fare il biglietto dalla macchinetta a bordo. Visto che si parla di 60 centesimi invece che 50, ho pensato che lo si poteva fare: per fortuna avevamo gli spiccioli, visto che la macchinetta non dà resto. Siamo poi scesi dove più o meno si trovava l'ufficio turistico: per la precisione ci siamo passati davanti prima che io facessi un giro qua e là per riuscire a capire dalla micromappa dove dovessimo recarci. Il tipo ha insistito per parlare italiano "per fare pratica", il che mi fa pensare che almeno in questa stagione italiani ce ne sono pochini: a parte qualche parola spagnola ci ha dato tutte le indicazioni che ci servivano, compresa quella per vedere Vergina e Pella.

La parte più turistica della giornata è iniziata con la visita alla Torre Bianca, la ex torre ottomana ed ex braccio della morte svettante sul mare, dove avevano da poco rimesso in piedi un museo sulla storia della città. Come da nostra religione, non abbiamo preso l'audioguida in inglese. Mal ce ne colse, visto che tranne un'introduzione a pian terreno tutti i testi erano solamente in greco. Peccato, perché c'era qualche video multimediale che sembrava interessante. Anche la vista dalla cima non era il massimo: Anna dice che c'era foschia, per me era smog stile Milano che copriva tutto.

Usciti, Anna ha espresso il desiderio di prendere un caffè da Starbucks, visto che ce n'era uno lì vicino; a parte il prezzo assurdamente alto per il mio espresso macchiato, devo dire che sapeva anche di caffè. Il suo caffè americano mi sembrava un beverone, ma a lei è piaciuto. Si era fatta l'una: invece che andare al museo archeologico che era lì dietro, mi ha concesso di stare ancora un po' a cazzeggiare allo Starbucks per poi pranzare lì vicino in un Pizza Hut. Peccato abbia poi scelto di comprare per entrambi una pizza senza pomodoro e con una quantità abnorme di... Philadelphia oltre alle verdure. La piccola fregatura è stata che quando alle 14:30 siamo usciti, il museo stava per chiudere. Eh sì. Tutti i musei a Salonicco, almeno in questa stagione, chiudono alle 15; il foglietto stampato che ci avevano dato all'ufficio del turismo diceva che il museo archeologico faceva eccezione e resisteva fino alle 17, ma evidentemente mentiva. Non c'è rimasto altro da fare che andare verso l'albergo a farci una pennichella, interrotta da una serie di telefonate del babbo di Anna che era arrivato a casa nostra per fare il gattositter e aveva ingaggiato una dura e perigliosa battaglia contro il termostato della caldaia.

Come sempre, pennichella più spazio lettura successiva sono durati fin troppo, e siamo usciti alle 18 che era già buio. La cripta di san Demetrio però sarebbe dovuta restare aperta fino alle 20, diceva il foglietto: e così ci siamo incamminati verso la chiesa, che non era molto distante. Siamo arrivati durante la messa, che però mi è parsa una cosa piuttosto separata dalla gente: i pope salmodiavano dietro l'iconostasi, e di ascoltatori ce n'erano pochi. In compenso entrava varia gente, tra cui anche molti uomini più o meno della mia età, che andavano a baciare le varie icone facendosi il segno della croce. Roba che da noi non si vede più da una vita. E la cripta, vorreste magari sapere? Ah, quella naturalmente chiudeva alle 15 come tutto il resto della città.

A questo punto non avevamo più molto da fare, e abbiamo pensato di salire verso i quartieri collinari, sfruttando il bus che passava proprio lì davanti. L'abbiamo preso, abbiamo ammirato - anche se un po' al buoi - le mura della cittadella, abbiamo visto come il percorso prevede anche un'inversione a U in un punto piuttosto complicato, e una volta arrivati al capolinea abbiamo visto che l'altra linea che doveva portarci giù in realtà non esisteva. Una signora che scendeva anche lei al capolinea si è offerta di darci tutte le spiegazioni del caso - forse anche troppe - e così siamo andati a prendere un'altra linea per scendere verso downtown.

Arrivati in piazza Dimoktratias ho proposto ad Anna di provare ad andare alla stazione dei bus interurbani, la K.T.E.L., per vedere gli orari dei bus per Pella e Veria. Peccato che visto che ci sono i lavori per la metropolitana ci siamo fatti quasi mezzo chilometro prima di trovare una fermata - alla stazione ferroviaria - e lì ci siamo persi alla ricerca di quale delle millanta linee che partivano da lì fosse la più comoda. La fermata K.T.E.L. è in un postaccio dove non mi piacerebbe andarci la sera tardi, e ci vuole un certo qual intuito per capire dove si trova la stazione. Molto più intuito ci vuole per scoprire gli orari: non esiste nessun tabellone, c'è uno sportello per ogni linea, e gli impiegati sono di un antipatico che la metà basta. Carpite le informazioni necessarie, siamo saliti al volo su un bus e ritornati in albergo.

Per la cena, usciti a un'ora per me improbabilissima - le 21:30 - siamo andati al Foul tou meze (Φουλ του μεζε - Katoini 3, Ladadika), un locale attaccato a quello di ieri ma indubbiamente più ruspante. La cena è stata allietata dall'ingresso di tre persone in divisa con la mostrina "Tourist Police", che non ho capito bene cosa fossero venuti a fare: purtroppo se ne sono andati qualche minuto prima di noi, altrimenti avrei chiesto loro come mai anche qua come ieri le linee di connessione per la carta di credito stranamente non funzionavano. Che combinazione, vero?


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